«Processo» in Consiglio sul caso del vigile Adroit

«Processo» in Consiglio sul caso del vigile Adroit Animato dibattito alla ripresa dell'attività nella Sala rossa "Processo- ai vigili nella prima seduta di Consiglio comunale, alla ripresa del lavoro amministrativo in una Sala rossa chiusa da fine luglio per la pausa estiva. Sul banco degli imputati l'episodio Adroit, il civich agli arresti domiciliari con l'accusa di tentato omicidio per avere sparato (o gli è sfuggito il colpo?) contro un ragazzino senza casco in fuga sulla moto. Il dibattito, sollecitato da un'interrogazione comunista e da un'interpellanza del verde Francone, è stato introdotto dal sindaco Cardetti e dall'assessore alla Polizia urbana Ido Rossi (de). Le due relazioni. Cardetti ha ricordato i fatti: «l'increscioso incidente» del 20 agosto, l'incriminazione, la comunicazione giudiziaria, l'arresto del vigile, la sua sospensione dal servizio. «Abbiamo seguito gli avvenimenti con attenzione — ha aggiunto —. Anche perché l'episodio ha reso attuale un problema esistente: l'esigenza che il Corpo dei vigili urbani sia sempre più all'altezza dei suoi compiti. E per questo gli assessori alla Polizia urbana, al Personale e alla formazione professionale sono stati invitati a trovare soluzioni per una loro migliore preparazione». Rossi: «I giornali e la tv hanno dato così ampio spazio al fatto Adroit da far apparire superfluo un resoconto dettagliato». Comunque il resoconto c'è stato, con la ricostruzione dell'inseguimento sino al colpo di pistola. L'assessore ha poi chiarito che l'Adroit fu assunto dopo l'ultimo concorso per vigili-messi, nel 1983: «Ha tre anni e mezzo di servizio e nessuna annotazione negativa sul suo foglio matricolare». L'assessore ha riconosciuto quanto sia necessaria una Relazioni di tardetti e dell'assessore Rossi - Critiche delle opposizioni alla giunta «Processo» in Consiglio sul caso del vigile Adroit Il vigile Adroit: il suo caso ha scatenato polemiche in Consiglio scuola per vigili, da riunire in un unico edificio dove si possano aggiornare anche gli altri dipendenti municipali, «come ha suggerito l'assessore alla Formazione, Franca Prest». Il dibattito. Sono intervenuti 11 consiglieri: due comunisti, un dp, un verde, un psdi. uno per la sinistra indipendente, un pri, un pli, un missino, un socialista e un de. Critici contro la giunta. Tutta l'opposizione, mentre sulle armi ci sono stati opinioni talvolta contrastanti. I comunisti (Bajardi e Carpanini) hanno chiesto subito «un severo accertamento delle responsabilità con un'inchiesta amministrativa» ed hanno aggiunto: «Ma c'è an¬ che il problema più generale di un Corpo lasciato da 20 mesi a se stesso, senza concorsi per ufficiali e sottufficiali, sema direttive». Analoga l'opinione del missino Martinat, che ha però chiesto maggior preparazione per «vigili che non possono andare in giro senz'armi». Anche la demoproletaria Guidetti Serra ha ammesso che probabilmente «non è ipotizzabile in senso assoluto il disarmo dei vigili, anche se sarebbe auspicabile», mentre invece la sinistra indipendente ha detto un secco «no» alle armi dei civich, ricordando che in altre città non hanno pistola. Cosi il verde Francone che ha sollecitato fra l'altro a «ridefinire la figura ed il ruolo dei vigili». Favorevoli alla giunta. Tutta la maggioranza, con la liberale Jona-Vitale che ha rilanciato il discorso del «Bobby» all'inglese, la socialista Elda Tessore che ha indicato la necessità di ridare un ruolo e un'identità ai vigili: • E le proposte della giunta — ha concluso — vanno in questa direzione». Il psdi Furnari ha difeso un Corpo «del quale non si possono dimenticare i meriti», mentre il pri Ratto si è augurato che l'inchiesta giudiziaria dimostri che «il vigile non solo non aveva intenzione di colpire, ma nemmeno di sparare». «I vigili devono essere armati?», ha domandato. «Forse non tutti. Diversa infatti è la funzione del messo da quella di chi è comandato in pattuglia». Infine il de Accattino sulla falsariga dell'assessore (pure de) Rossi, per ricordare sia le benemerenze dei civich. sia la necessità di dare loro strumenti e scuole per essere sempre più «i veri rappresentanti della città».

Persone citate: Bajardi, Cardetti, Carpanini, Elda Tessore, Franca Prest, Guidetti Serra, Martinat, Rossi