Poche mamme in caserma

Poche mamme in caserma Bilancio della prima domenica «aperta» voluta da Spadolini Poche mamme in caserma «Ma non è un fallimento — dicono al ministero della Difesa^— non tutti lo sapevano» L'operazione ha lasciato scettici i giovani di leva: «E' meglio che non siano venute» DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — -Ma quale operazione caserme aperte! Quale operazione caserme di vetro! Non prendiamoci in giro. Comunque, qui, di genitori non se ne sono visti. Per fortuna-. I giovani militari di leva sono perentori nelle loro dichiarazioni. Escono a frotte dalle caserme della marina e dell'esercito che si trovano alle spalle di piazza Bainsizza, nel quartiere Prati. E' il giorno successivo a quella domenica che doveva aprire una fase storica nuova nel rapporti fra l'istituzione militare e i privati cittadini, i familiari dei ragazzi che stanno facendo il servizio militare. La disposizione del ministro Spadolini prevede che dal 14 settembre i familiari dei giovani di leva possono far visita la domenica ai loro congiunti e restare in caserma a pranzo. Immaginando una risposta sollecita e grata delle famiglie, 11 ministro ha voluto che l'operazione potesse incominciare una settimana prima, il 7 settembre appunto. E circolari in tal senso sono state inoltrate nel giorni scorsi a tutti i comandi militari. Ma l'operazione è fallita, almeno al suo esordio. Familiari di ragazzi di leva non si sono visti nelle caserme. Quelli che si sono presentati ai portoni, accogliendo la possibilità offertagli dalle nuove disposizioni, sono stati talmente pochi da diventare casi meritevoli di segnalazione particolare: due famiglie a Roma, provenienti da Napoli e Lecce; una famiglia a Firenze, proveniente da Napoli. Le mamme insomma sono rimaste a casa, e l'opportunità di controllare di persona dove 1 loro figlioli vivono, spesso lontani da casa per la prima volta, e spesso in maniera difficile o comunque non gradita, non gli è parsa evidentemente un'occasione ci- non perdere. Al ministero della Difesa si precisa: .Aron ha senso parlare di fallimento per un'operazione che vuole soltanto avere un valore psicologico, un significato simbolico. I problemi relativi agli eventuali spostamenti dei familiari per l'Italia sono tanti, ovviamente. E ha il suo peso anche i ritar- Giovanni Spadolini di con cui si è avviata l'operazione per questa domenica. Non tutti leggono i giornali. Non tutti lo sapevano. Un bilancio complessivo si potrà fare più in là-. I ragazzi che a piazza Bainsizza aspettano l'autobus per raggiungere il centro della città sono di modi spicci. Par¬ lano senza enfasi della questione. •/ miei abitano in Sicilia — dice uno —. Le sembra sensato che vengano fin qui per vedere corridoi tirati a lucido, letti rifatti benissimo, tutto in versione da parata? Pensa che non capiscano anche loro, che pure sono persone molto semplici, che la vita militare è poi qualcosa di diverso da quello che viene mostrato un giorno a settimana?: Alcuni di loro hanno la famiglia a Roma. 8ono i privilegiati, che tornano a casa a cena e passano le ore Ubere con gli amici di sempre. «Certo, i miei potrebbero venire — riconosce uno di questi fortunati —. Ma una giornata di sole come quella di ieri perché dovevano consumarla II dentro? Mi vedono sempre. Sanno se sto bene o no. Non sono mica preoccupati per le notizie che circolano di questi tempi sulla vita in caserma». Che le mamme non si siano precipitate a controllare se il cibo che gli viene dato è buono o no, a nessuno dei ragazzi pare una mancanza di amore o di attenzione nei loro confronti. Sono allegri. Si mostrano grintosi Hanno anzi fretta di raggiungere quei punti della città dove è possibile fare nuove conoscenze, aggiornarsi sul look del momento e mettere una bella distanza fra il regno del possibile che gli pare di intravedere e il mondo militare con quell'intreccio di regole e disciplina che gli sembra a volte proprio un altro pianeta. Un signore che si avvicina, un vecchio abitante di Borgo, racconta che fino all'immediato dopoguerra le caserme di viale Giulio Cesare e viale delle Milizie avevano — o cercavano almeno — un loro contatto con il quartiere. Dice: -Tutti i pomeriggi usciva la banda militare e faceva il giro delle strade. Era una festa per i ragazzini, un appuntamento cui tutto Borgo era affezionato. Quella comunicazione aveva un suo fascino e una sua giustificazione. Oggi ci vogliono ben altri strumenti per poter parlare di caserme aperte!-.

Persone citate: Giovanni Spadolini, Spadolini

Luoghi citati: Firenze, Italia, Lecce, Napoli, Roma, Sicilia