Amnistia al via di Roberto Martinelli

Amnistici di vici Comincia al Senato il lungo iter della legge Amnistici di vici ROMA — L'amnistia promessa tanti mesi fa agli italiani dal vertice politico, comincia oggi la sua navigazione tra le incerte rotte degli equilibri parlamentari. L'appuntamento istituzionale è per il pomeriggio» alle 18 al Senato in commissione Giustizia: il testo, preparato dal ministero della Giustizia, sarà discusso, esaminato, osservato, studiato, sezionato e fornirà ai trenta senatori ampi spunti di dibattito. Ma si capirà subito quale sarà la sorte di un provvedimento che, alla vigilia, erano in tanti a non volere e che. alla fine, molti voteranno. Già ieri ci sono state riunioni di partiti, di gruppi, di correnti, di esperti e sono cominciate a correre le voci più incontrollate. C'è uno schieramento che si dice convinto che il provvedimento di clemenza sarà assai più largo di quello preparato dall'ex guardasigilli Martinazzoli. Chi, addiritura, sostiene che il limite dei tre anni sarà portato a quattro e che la «sanatoria» riguarderà un numero di reati assai più numeroso. Il beneficio maggiore, oltre che per gli imputati, sarà per la ansimante macchina giudiziaria che, di colpo, potrebbe vedersi sgravata di alcune centinaia di migliaia di procedimenti pe nati. Insistente anche la voce di un indulto più generoso: Già si parla di benefìci più ampi (il limite dei 3 anni passerebbe a anni «abbuonati» salirebbero da 2 a 3 - «Diffìcile l'approvazione 4) - Per l'indulto gli prima dell'inverno» tre anni di abbuono della pena anziché due. Il che provocherebbe uno sfoltimento della popolazione carceraria di diecimila unità e forse più. E poi ancora la possibilità per il giudice, nel corso dell'istruttoria, di valutare circostanze attenuanti e aggravanti e applicare direttamente il provvedimento di clemenza fuori del processo. Un emendamento in tal senso verrebbe presentato dai partiti della maggioranza. Si tratta però solo di voci che al momento non hanno alcuna consistenza. Giuliano Vassalli, socialista, presidente della commissione Giustizia, non nasconde il suo pessimismo sulla possibilità che il dibattito si chiuda in tempi brevi. «Il terna è complesso per sua natura — dice — e questa volta è più difficile che mai perché sono previste numerose esclusioni, molte più di quelle delle ultime amnistie del 1978 e del 1981 e sulle quali sono prevedibili parecchi interventi-. Poi ci sono le novità ed anche queste offriranno ampi margini di discussione. Due i temi che scottane: l'indulto per i tossicodipendenti e l'amnistia per gli imputati di omicidio colposo che abbiano risarcito le vittime. Soprattutto quest'ultimo è considerato un argomento assai delicato in un momento in cui l'indisciplina autostradale ha provocato vere e proprie stragi. La de presenterebbe un emendamento per escluderlo. Infine, il clima politico e sociale, assai diversò da quello in cui il Parlamento votò i due precedenti provvedimenti di clemenza. L'amnistia del 1978 fu varata in pieno terrorismo, ancora sotto choc del delitto Moro: tre anni dopo, nel 1981, il partito armato non denunciava ancora i segni della resa. Ora che la pacificazione è un fatto acquisito, è probabile che il Parlamento voglia approfittare dell'occasione per lanciare un segnale a chi ha lasciato la lotta armata e. in qualche misura, si è adoperato per sconfiggere l'eversione. Ma le indicazioni che vengono dai partiti sono ancora generiche e contraddittorie. Il relatore della legge, Claudio Vitalone, de, già magistrato e quindi esperto della materia, non fa previsioni. Dice: 'Il calendario dei lavori è molto fitto, ma tutto dipenderà dalla qualità degli emendamenti che saranno presentati». Vitalone, che qualche settimana fa aveva auspicato una sollecita approvazione del provvedimento, è convinto che prima dell'inverno inoltrato il Parlamento non potrà votare la nuova legge e che ciò potreb¬ be provocare altre proteste da parte dei detenuti. Il pei insiste nel dire che non accetterà mai che l'amnistia possa toccare reati contro la pubblica amministrazione. Ugo Pecchioli. presidente del gruppo al Senato, sostiene che la legge deve essere 'equa, saggia e piena di senso di responsabilità'. Chiarisce che non potranno essere inclusi imputati accusati di aver costruito opere pubbliche che hanno provocato nel recente passato veri e propri disastri. Il pei, infine, non voterà l'indulto ai pentiti perché già avvantaggiati da altre leggi. Il presidente del senatori de. Nicola Mancino, ha detto che è intenzione del suo partito 'mantenere fermo l'impianto del disegno di legge presentato dal governo. Se altre forze del pentapartito hanno delle modifiche le presentino e le valuteremo». Oggi, prima della riunione in commissione, il ministro della Giustìzia Rognoni e il suo predecessore Martinazzoli terranno una riunione a Piazza del Gesù per esaminare l'Iter del provvedimento. Fin qui le posizioni ufficiali. C'è la sensazione che esista un qualche margine di manovra per chi vuole un'amnistia più robusta dì quella che il governo ha preparato. Roberto Martinelli

Persone citate: Claudio Vitalone, Giuliano Vassalli, Martinazzoli, Nicola Mancino, Rognoni, Ugo Pecchioli, Vitalone

Luoghi citati: Roma