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Tgl e Istanbul Longhi replica a Della Loggia Tgl e Istanbul Longhi replica a Della Loggia Caro Direttore, Ernesto Galli' della Loggia esprime stupore e indignazione per il modo con cui il TG1 delle 13,30 di sabato ha rilerito sull'attentato alla Sinagoga di Istanbul. Potrei rispondere che le prime notizie apparivano Incerte e contraddittorie e che le agghiaccianti immagini del massacro sono giunte in redazione a ridosso della messa in onda del Telegiornale. Ma per onestà professionale intendo, invece, farmi serenamente carico di una non esatta valutazione compiuta probabilmente sotto l'emozione ancora viva per 1 fatti di Karachi e in circostanze del tutto particolari. L'edizione del TG1 delle ore 20 credo abbia dimostrato che nessuna delle ipotesi di parzialità o peggio aveva fondamento. Resta lo stupore per il fatto che le supposizioni di Galli della Loggia siano state formulate dimenticando il senso di responsabilità, l'equilibrio e la correttezza che hanno sempre caratterizzato la linea informativa del TG1. Vorrei solo aggiungerà che tutti i massacri fanno purtroppo notizia, indipendentemente dalla fede religiosa delle povere vittime innocenti. Albino Longhi (Direttore del TG1) Prenda atto che anche per il direttore del TG1 aver dato la notizia del massacro di Istanbul nel modo in cui l'ha data il TOl dèlie 13.30 di sabato ha corrisposto ad una ■ inesatta valutazione- dei fatti. Ma qual è l'origine di questa «inesatta valutazione-? Perché, in base a guati presupposti, qualcuno ha «valutato- in modo cosi inesatto? La scusa del poco tempo a disposizione è per l'appunto solo una scusa. Ripeto: già da due ore i giornali radio e poi il TG2 delle 13 aprivano con le notizie dalla Turchiela redazione del TG1 non ascolta la radio? Non vede quello che mandano in onda i suoi, colleghi delle altre reti? Dunque si è trattato sicuramente di una valutazione politico-giornalistica. Qualcuno, dopo aver ben soppesato le cose, ha detto: «Ma no, quest'affare della sinagoga noi diamola come seconda notizia-. Di questo qualcuno mi piacerebbe conoscere il nome, la faccia, e, se ha in tasca una tessera di partito, quale. Peccato che invece non lo sapremo mai. (e. g. d. 1.)