Salvato dall'auto corazzata di Gianni Bisio
Salvato dall'auto corazzata Salvato dall'auto corazzata Il generale Pinochet è salito sulla vettura della scorta ingannando il «commando» E' stata un'imboscata da manuale della guerriglia, un'azione che quasi ricorda i precisi insegnamenti tattici del libretto di Ernesto Che Guevara e dei molti opuscoli più o meno clandestini da esso derivati, quella che hanno teso i 10-12 militanti del Fronte patriottico Manuel Rodriguez al dittatore cileno e alla sua scorta. Se il generale Augusto Pinochet si è salvato, lo deve in buona parte alla blindatura della sua Chevrolet (corazzata nel modo più pesante) ma soprattutto all'abilità dell'autista, che è riuscito a sganciarsi fortunosamente dal punto stabilito dai guerriglieri per rimboscata, dove il volume di fuoco e i tre livelli di attacco (esplosivo sulla strada, granate e raffiche di armi automatiche) avrebbero potuto comunque mettere in crisi le contromisure prese dai servizi di sicurezza, blindatura compresa. Questa nulla può contro una carica anticarro, posata sulla strada o lanciata. E' probabile, anche se nessuno lo dice in termini ufficiali, che un ulteriore elemento che ha contribuito a salvare l'auto di Pinochet dall'attacco dei guerriglieri, sia stata la scelta di fargli prendere posto su una vettura della scorta, spostando le guardie del corpo su quella presidenziale e ingannando quindi gli attaccanti, che — ignari — hanno concentrato il fuoco su un obiettivo secondario consentendo al dittatore di allontanarsi. Nelle telefoto giunte dal Cile si notano le tracce di una serie di colpi d'arma da fuoco sul lunotto posteriore della Chevrolet del dittatore. E' molto difficile che si tratti di fori passanti, perché un personaggio a rischio come Pinochet si è certamente dotato di un'auto con corazza pesante contro la quale le normali munizioni da guerra poco possono: sia 17.62 o i più piccoli, ma più penetranti. 5.53 (sparati dalla MIC Usa) o 5.56 (nuovo calibro per i Kalashnikov A KM sovietici) si fermerebbero sia contro la blindatura, sia contro i vetri corazzati, se questi fossero del tipo più pesante. La ferita alla mano del dittatore potrebbe essere stata provocata proprio da schegge di vetro staccatesi all'interno dai finestrini, -colpiti ma non perforati. ! Il successo dell'attacco contro le auto della scorta (6 morti di cui due carbonizzati, numerosi feriti) è dovuto probabilmente all'impiego di granate, forse anticarro tipo bazooka o Rpg7. e alla preparazione dell'agguato probabilmente con l'uso di esplosivo sistemato sulla strada, nei pressi di un ponte (quindi con ampia visuale). La trappola, comandata a distanza perché la deflagrazione avvenisse al passaggio del corteo presidenziale, aveva il duplice scopo di bloccarlo (infatti un'auto si è rovesciata, incendiandosi) e di disorientare gli uomini dei servizi di sicurezza. I precedenti del Fronte patriottico Manuel Rodriguez accreditano l'ipotesi di un'organizzazione tecnicamente preparata alla guerriglia e ai colpi alla «commando-: fra gli obiettivi del gruppo c'è stata anche la sede della giunta 'militare a Santiago, nell'84. ■• Per quanto riguarda le armi usate, in mancanza di indicazioni precise, non si può non pensare al solito arsenale della guerriglia, un campionario di fucili automatici (AK 47, AKM, M16, Sten, Sterling) che passano con disinvoltura da una mano all'altra (spesso anche da una fazione a quella opposta) seguendo le scie della violenza nei punti più caldi del mondo. Gianni Bisio
Persone citate: Augusto Pinochet, Ernesto Che Guevara, Manuel Rodriguez, Pinochet
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