Ecco i «segreti» della Williams

Ecco i «segreti» della Williams Analizziamo la vettura-regina dell'attuale campionato con Mansell e Piquet Ecco i «segreti» della Williams Cosa dice Head il suo creatore DAL NOSTRO INVIATO MONZA — John Samara è stato In questi ultimi mesi il tecnico di cui si è più parlato in Formula 1. Ma non c'è solo Barnard. Fra i progettisti di grandje successo anche: '^tttclt'.«eà^,a'jta«egnere capo della WHliatós:? due titoli mondiali piloti con Jones e Rosbérg, due campionati marche, 29 vittorie dal 1979. E la possibilità quest'anno di portare al successo Mansell o Piquet. Head, come Barnard, non è tipo di molte parole. Tozzo, duro, sempre serio, dopo l'incidente di Frank Williams si è impegnato in un doppio ruolo, quello di progettista ed anche quello di manager. Strappargli un'intervista è difficile, anche perché non ha molto tempo da perdere. Il titolo mondiale è già nelle vostre mani? «Non sono in grado di leggere il futuro — risponde —. I fatti sono questi: ci sono quattro piloti in lizza, due sono della Williams. Quindi abbiamo almeno il 50% delle possibilità-. Piquet o Mansell? «Non ne ho idea. Forse quello che avrà più fortuna*. Entrambi i piloti a volte si lamentano del trattamento ricevuto, parlano di favoritismi a favore del compagno di squadra-avversario... «E' normale. Chi sta dietro pensa sempre di essere stato tradito. Posso dire che hanno un trattamento paritetico, anche da parte dell'Honda.. La visita di Mansell a Maranello ha provocato qualche problema? «Sapevo che parlava con molte squadre. Quindi personalmente non mi ha dato fastidio. Era libero di agire, visto che non aveva ancora firmato il contratto con noi*. Comunque lo avete convinto a restare. Come avete fatto? «Gli abbiamo detto che avrebbe avuto una vettura pessima. Che poteva dire addio al titolo mondiale...*. Tutti dicono che lavorare con l'Honda è difficile. Come sono i vostri rapporti? «Piena collaborazione tecnica. Lavoreremo insieme altri tre anni. Adesso loro sono anche con la Lotus dal 1987. Forse ci sarà qualche piccolo cambiamen to, ma siamo convinti di poter lavorare bene con i giapponese. A noi comunque non hanno imposto un pilota...*. Lei è amico di Barnard Cosa pensa del suo passaggio alla Ferrari? «La scuderia modenese ha di sicuro un potenziale enorme, grandi risorse tecniche ed economiche, è forte per la componentistica che ha a disposizione. Il motore sembra già molto buono ora. Con John ad aiutare la Ferrari dovremo tenerla d'occhio». Quanto tempo passa in galleria del vento per disegnare le vetture? -Non c'è un periodo fisso. Si lavora sempre, anche adesso in questi giorni Un certo particolare può condizionare gli altri. Un procèsso continuo. Oggi è impossibile agire senza galleria e computer*. troviamo [' >■'»"-"- \' Nella sua filosofia non c'è il discorso delle pole position come ad esempio per Ducarouge. «Abbiamo ottenuto sinora 29 primi posti e 16 pole, ma non cerchiamo solo di [partire^davanti a, f}tttL anche \sLkaia.ùn r^umi4àÌPTj$tg 'fytó-Jò 'disegno'Winonóposfo per farle andare forte in corsa. La pole, stringi stringi, non è determinante. E' soprattutto una buona pubblicità sui giornali*. Lei ha la fama di realizzare vetture semplici e robuste... E' vero, non mi piacciono le macchine complicate perché sono poco affidabili. Ogni sofisticazione provoca altri problemi. E poi non mi va di disegnare molto. Meno componenti ci sono, minori sono le possibilità di rotture. E cosi tutte le mie vetture sono uguali. E non credo ad un pilota che mi dice che una monoposto va più forte dell'altra*. Con l'infortunio di Frank Williams, quali sono i suol compiti ora? «Prima ero impegnato all'80% sul piano tecnico ed al 20 sulla gestione della squadra. Adesso è 50 e 50. E' gravoso. Non posso andare avanti cosi per molto tempo. Pensate a quanti viaggi in Giappone ho dovuto fare in questi anni Questo le ha fatto pensare qualche volta di poter lasciare la Williams se ci fossero delle buone offerte? «Sono anche azionista della squadra. Ma non ho intenzione di passare tutta la vita nelle corse*. Ed andare in un'altro team? Ci sono parecchie scuderìe in difficoltà. Ad esempio McLaren, Brabham... «Nessuno mi ha mai fatto offerte. Anzi ne ho avuta una S anni fa, ma non era seria*. Forse Ron Dennis ora, senza Barnard, ha bisogno di un progettista... «Probabilmente. Aspetto una sua telefonata...*, c. eh. La vettura leader dell F.l sembra qest'anno la Williams-Honda. Nel corso del 1986 ha già vinto sette Grandi Premi e conduce la graduatoria riservata ai costruttori con 87 punti contro 1 65 della McLaren. Cerchiamo di scoprirne 1 segreti. UN PO' DI STORIA — Dopo avere abbandonato la Formula 1 nella seconda metà degli Anni 60, la Honda decide di tornare alle corse nel 1983, affidando il suo 6 cilindri turbo di 1500 ce alla scuderia inglese Spirit. Il team, però, si dimostra poco competitivo nei confronti delle squadre di primo piano, per cui i dirigenti nipponici dirottano il loro propulsore sulla scuderia di Frank Williams. Il primo anno di collaborazione è avaro di risultati per il binomio Williams-Honda, che tuttavia riesce a vincere un Gran Premio con Rosberg. Ma già el 1985 la situazione cambia e le vittorie salgono a quattro. Rosberg e Mansell dominano la parte finale dello scorso campionato e il loro propulsore surclassa le prestazioni della concorrenza. Per compiere il decisivo balzo in avanti e puntare al titolo bisogna perù correggere alcuni dettagli nella monoposto e nel propulsore. Ed ecco la nascita della odierna FW 011. L'AERODINAMICA — Pur senza dar vita ad una ^monoposto sogliola» come la Brabham BT 55, Patrik Head, progettista della Williams, ha considerevolmente diminuito l'altezza della macchina. In questo modo ha ottenuto un baricentro più basso, che In termini di prestazioni garantisce un migliore equilibrio dinamico del mezzo. Tutta la vettura è stata studiata per avere una spiccata deportanza, cioè una grande spinta verso il basso. Gli alettoni anteriori e posteriori (indicati con i numeri 1-2 nel disegno) risultano particolarmente estesi ed anche la forma del telalo (3) e delle fiancate (4) favorisce l'aumento dell'aderenza. Per recuperare de¬ portanza sull'asse posteriore e migliorare le prestazioni velocistiche, Head ha disegnato un lungo condotto Venturi (5), rastremando le fiancate (6) secondo l'ormai noto profilo a .Coca Cola». IL TELAIO — Ancora una volta la monoscocca della Williams (7) è stata integralmente realizzata in materiali compositi (fibra di carbonio e kevlar), che garantiscono un'ottima rigidità torsionaie. Per quel che concerne le sospensioni, su ambedue gli assi si è affinato lo schema del doppio triangolo sovrapposto e del tirantino trasversale (8-9). MOTORE — Il vero punto di forza è il motore Honda, frutto dell'esasperata tecnologia giapponese (10). Nessuno, ovviamente, ha mai potuto analizzarlo da vicino, ma si sa che impiega materiali ceramici nelle parti più sollecitate (interno delle camere di scoppio o testa dei pistoni) per meglio resistere alle alte temperature. Nella realizzazione delle bielle, invece, si sarebbe fatto ri corso alla fibra di carbonio, resistente e leggera. Un altro segreto del 6 cilindri risie de nella complessa centralina elettronica, messa a punto dalla stessa Honda, per II controllo di accensione ed iniezione: alte potenze e consumi relativamente contenuti, In tema di autarchia, da notare ancora come la Honda, a differenza degli altri team, monti turbine e compressori giapponesi IHI, al posto dei soliti gruppi di sovralimentazione americani o tedeschi. I DETTAGLI — In una monoposto vincer» te come la Williams FW 011 anche i minimi dettagli debbono essere curati alla perfezio ne. Tra essi ricorderemo il sistema frenante (13) predisposto per l'uso di doppi dischi in fibra di carbonio, la posizione sdoppiata ed a ventaglio di scambiatori di calore e radiatori (14-15) nonché l'ulteriore avanzamento del posto guida (16). PaoIo D'Alessio

Luoghi citati: Giappone, Maranello, Monza