Saronni terzo la giornata è davvero tutta italiana

Saronni terzo, la giornata è davvero tutta italiana Saronni terzo, la giornata è davvero tutta italiana DAL NOSTRO INVIATO COLORADO SPRINGS — Moreno Argentin, nato il 17 dicembre 1960 a San Dona di Piave, in quel Veneto che è tanto nostro grande sport, è diventato Ieri in America, a Colorado Springs, il decimo Italiano campione del mondo di ciclismo, dopo Binda Guerra Coppi Baldini Adorni Basso Glmondl Moser Saronni. Molto semplicemente, ha disputato una corsa meravigliosa, perfetta, vanificando tutti i tatticismi altrui e forse anche nostri. E' partito al momento giustissimo, ha usato la giusta dose di forze nei momenti adatti, senza mai andare in rosso. Ha ragionato faticando, ha goduto di una squadra bravina, dietro, a comandare rallentamenti al plotone, quando c'era epilessia reattiva, ma deve ringraziare soprattutto se stesso. Argentin ha capitalizzato, ieri, gli errori dei suol precedenti campionati del mondo (fu terzo un anno fa), riuscendo a non sbagliare niente. E aveva cominciato a fare le cose giuste specificatamente per 11 Mundial il 3 agosto, quando aveva preso 11 via qui negli Usa alla Coors Classic, noiosissima ma utilissima corsa a tappe di preparazione alla fatica, più che alla quota: l'altro italiano che l'ha fatta, Saronni, è giunto ieri terzo... Vincitore quest'anno della Liegi-Bastopne-Liegi (seconda volta consecutiva), Argentin per frattura aveva dovuto rinunciare al Giro, accumulando, più che energie, giuste rabbie, sante voglie di fare. E' riuscito a stare fuori dal campiello della no- stra Nazionale nei giorni scorsi, e ieri ha dominato, oltre che il mondo, se stesso, il proprio carattere bizzoso, i propri umori sovente selvaggi. E ora ecco il racconto di una impresa grande, che «nutre» bene 11 ciclismo italiano. La storia della corsa è quella di un gruppo di 139 ciclisti, per 20 nazioni, chiamati al via nel freddo (10 gradi, innaturali qui a settembre, e assurdi, «sfrontati» pensando al caldo del giorno prima). Partenza alle 9. le 17 italiane, e subito la curiosità, per la velocità «decisa» dai capoccioni: importante la media per far finire la corsa ancora il 6 o già nel nostro 7 settembre. Primo giro ai 40.480, subito ritirati per stanchezza due indiani. Stieda canadese e Matt tedesco escono nel terzo giro, passano con 51" sul gruppo indifferente. Al quarto giro hanno l'40", Amadori in evidenza davanti ai dormienti. Stesso vantaggio al quinto giro, al sesto Matt con 44" su Stieda che precede di poco il gruppone. Di nuovo tutti insieme al settimo giro. Al nono giro scatto del francese Charly Berard, paggio di Hinault, e al passaggio del nono sotto le tribune del traguardo suo vantaggio di l'40" sul grosso tirato da Baronchelli. L'unica «notizia» importante fornita sinora dalla corsa è la determinazione di Hinault. Berard con 2'37" al decimo passaggio, quelli di Hinault a condurre cioè rallentare il plotone. Al giro successivo Berard ha 2'42". Si dispuia dentro il plotone una corsa probabilmente spietata, per linee interne, con piccoli scatti, esibizioni di potenza isometrica, in spazi cioè brevissimi, trattative con parole che consumano fiato come e più delle pedalate. Durante il dodicesimo giro la corsa si incattivisce nobilmente. In testa, a tirare, Hinault, LeMond, Lejarreta, Bauer. Fignon, olandesi vari. Al dodicesimo passaggio è in testa Argentin! Berard è stato ripreso, su «decisione» di Hinault. al passaggio davanti ai box, duecento metri prima del traguardo. E subito l'italiano è partito. Mancano 77 chilometri alla fine, Argentin ha subito 15" di vantaggio. Lo raggiungono Fignon e Mottet francesi, Kiefel statunitense, Emonds belga. Prieto spagnolo, Golz tedesco, Da Silva portoghese. De Rooy olandese, Brykt svedese e Muller svizzero. Undici ciclisti di dieci nazioni, fuga come suol dirsi interessantissima, con dieci squadre, le più forti, impedite almeno moralmente a Inseguire, visto che hanno nel gruppo di testa un uomo. Problemi serissimi per 11 francese Hinault: i francesi Fignon e Mottet sono compagni di marca, e per tutto l'anno nemicissimi suoi. Argentin ha con sé un semigregario, si chiama Brykt, sta nella Sammontana Bianchi. Dopo 5 chilometri di fuga gli undici hanno l'30". dopo 10 hanno 2'10": e mancano 67 chilometri alla fine. Al passaggio del giro Mottet passa con 8" di distacco per foratura (rientro immediato), il gruppo con 2'01". Hinault davanti, torvo. Mancano quattro giri. Nella prima discesa cadono, toccati da chissà chi. Saronni e Visentini, Saronni riparte dopo mezzo minuto e rientra, Visentini rimane a terra, si tocca la spalla destra, il polso destro rotto prima del Giro, si ritira. Al passaggio del 14° giro l'43" per Argentin e gli altri. Ancora due giri, una trentina di chilometri, il gruppo di Moser e di Hinault a 46". fisiologicamente, senza cedimenti davanti o frenesie dietro. Poi il distacco ricresce. l'04". Davanti scattano Mottet. Golz e Brykt. Argentin li insegue, li prende, si porta via sulla salita Mottet e Golz, mancano 20 km, Fignon e Da Silva raccolgono Brykt e inseguono a 16" i tre di testa. All'ultimo passaggio gruppo a l'40", In mezzo per un poco i resti degli undici. Tre contro tre, 24" di spazio. Mancano 6 km, cede Golz, il gruppo ingoia Da Silva che era rimastro solo ad inseguire. Argentin con Mottet che non tira un metro e recupera su uno scatto dell'italiano. Ultimo chilometro, Mottet tiene disperatissimamente la ruota di Argentin. non c'è volata, c'è progressione di Moreno che tagliando il traguardo manda baci al mondo. Saronni subito dopo batte tutto il gruppo, è bronzo. Gian Paolo Ormezzano Ordine d'arrivo: 1. Moreno Argentin (It) km. 261.800 in 6 ore 32'38" alla media di kmh.40.006 ; 2. Charles Mottet (Fr) s.t.; 3. Giuseppe Saronni (It) a 9"; 4. Fernandez (Spa); 5. Kelly (Irl): 6. Gutierrez (Spa): 7. LeMond (Usa): 8. Worre (Dan): 9. Peeters (Bel): 10. Echave (Spa): 11. Cabestany (Spa): 12. Bianco (Spa): 13. Verhdeven (Ola): 14. Bontempi (It): 15. Criquielion (Bel). Moreno Argentin con una prova superba ha vinto alla grande il titolo mondiale dei professionisti

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