Quando il fondo va all'assemblea di Renato Cantoni

Quando il fondo va all'assemblea Il caso dell'astensione Arca per la Montedison Quando il fondo va all'assemblea Alla recentissima assemblea straordinaria della Montedison è stato approvato a larghissima maggioranza il nuovo ingente aumento di capitale: hanno votato contro tre soli soci, per un totale di 50.000 azioni, mentre altri due si sono astenuti, uno portatore di 144.000 voti e un altro per conto dell'Arca, grande gruppo di Fondi comuni costituito da banche popolari, con quasi 14,4 milioni. E' la prima volta che a un'assemblea una società di gestione di Fondi comuni assume pubblicamente un atteggiamento di critica e la cosa non ha mancato di fare grande impressione, anche se agli effetti pratici non è stata certamente questa astensione a creare difficoltà al buon fine della proposta dell'esecutivo del gigante di Foro Bonaparte. Alcuni tecnici si sono domandati se era proprio necessario che l'Arca agisse in quella maniera: per dimostrare il proprio dissenso sarebbe stato sufficiente, o addirittura meglio, che il Fondo eliminasse la sua partecipazione in azioni Montedison. E' stato però obiettato che gli interessati avevano richiesto la più ampia presenza degli azionisti per evitare che non fosse raggiunto il numero indispensabile per considerare valida l'assemblea. Secondo voci di Borsa, è per questa ragione che l'Arca avrebbe depositato le azioni ma avrebbe poi espresso la sua perplessità nell'accettare le proposte del consiglio di amministrazione. Questo episodio, a parte le considerazioni di segno opposto che ne sono seguite, ha reso di piena attualità un problema che in sede teorica aveva già suscitato ampie discussioni: come devono comportarsi i Fondi comuni nelle assemblee societarie? Devono intervenire o no? E nel caso di intervento come debbono agire? Un eventuale voto contrario o l'astensione potrebbero portare nocumento alla società e sollevare discussioni a non finire anche fuori dalla sala dell'assemblea per l'importanza di un atteggiamento assunto da personaggi ritenuti assai esperti in campo societario. Vi è poi un'altra questione di non poco conto: il grande successo dei Fondi comuni ha fatto affluire nei loro portafogli quantità imponenti di azioni delle maggiori società italiane, tanto che essi potrebbero determinare l'esito delle votazioni in assemblea o mettere in imbarazzo i consigli di amministrazione. La domanda che alcuni si pongono è la seguente: potrebbe darsi il caso che parecchi gestori si mettessero d'accordo per fare qualche atto di condanna? Nei Paesi in cui esistono da molto tempo, in generale i Fondi comuni non partecipano alle assemblee oppure, quando lo fanno, votano a favore. In Italia finora è avvenuto lo stesso. Ora, dopo l'assemblea della Montedison, sarebbe opportuno che la questione venisse discussa, per esempio presso l'Assofondi che raggruppa i rappresentanti di tutti i Fondi operanti nel nostro Paese. Probabilmente non e possibile costringere tutti i gestori ad accettare norme rigide di comportamento, ma almeno dovrebbe essere deciso che eventuali opposizioni all'operato e alle iniziative delle singole società di cui detengono azioni siano preventivamente approvai, dal consiglio di amministrazione del Fondo, oppure da un numero più ristretto di consiglieri a tal uopo indicati in una delibera regolarmente messa a verbale. In sintesi, i Fondi comuni normalmente non dovrebbero partecipare alle assemblee: se essi non fossero soddisfatti della conduzione e dei programmi della società le cui azioni sono comprese nel loro portafoglio-titoli avrebbero un altro mezzo per dimostrare il loro malcontento, vale a dire la drastica riduzione o, dove fosse possibile, l'intera eliminazione della partecipazione nella società in questione. In alcuni casi l'effetto sarebbe traumatizzante considerata la pubblicità che è data periodicamente alla composizione del patrimonio gestito dai Fondi. Nel caso in cui i Fondi depositassero le loro azioni in occasione di assemblee ordinarie o straordinarie, essi dovrebbero essere presenti con loro incaricati e non per delega e, in linea di principio, non dovrebbero fare dichiarazioni di voto. Renato Cantoni , La settimana—i in borsa 790 V L M M G V 29/8 1/9 2 3 4 5

Persone citate: Arca, Bonaparte

Luoghi citati: Italia