Torna la tensione in Alto Adige di Giuliano Marchesini
Torna la tensione in Alto Adige Dopo l'attentato a Bolzano per l'anniversario dell'accordo De Gasperi-Gruber Torna la tensione in Alto Adige Il capo degli estremisti sudtirolesi accusa addirittura gli italiani - Si vuole bloccare il «pacchetto)) dell'autonomia DAL NOSTRO INVIATO BOLZANO — Bolzano rievoca con inquietudine l'accordo che Alcide De Gasperi e i) ministro degli Esteri austriaco Karl Gruber sottoscrissero il 5 settembre del '46 per una giusta soluzione del problema del Sud Tirolo. A distanza di quarantanni, quella bomba che l'altra notte ha devastato un'auto nel centro della città ha «avvertito» di quanto si sia ancora lontani dalla pacifica convivenza che si auspicava per l'Alto Adige. Non dovrebbe esserci bisogno di indagare molto sulla matrice dell'attentato che ha scosso una zona di Bolzano al cadere di quell'anniversario che una parte di sudtirolesi detesta: gli estremisti altoatesini di lingua tedesca, di solito, non perdono l'occasione per far ripiombare l'Alto Adige nell'ansia, mandando avanti un gioco violento che mira soprattutto a colpire il «pacchetto» per l'autonomia della Provincia di Bolzano. Su quell'ordigno che ha interrotto il sonno di molti bolzanini era impresso un nome: Klotz. Georg Klotz, soprannominato .il martellatore della Val Passiria-, fu uno dei protagonisti dei drammatici Anni Sessanta in Sud Tirolo. Con quell'esplosione, dunque, s'è voluto «rendere omaggio» alle ombre di un passato pesantissimo per l'Alto Adige: richiamo alle «notti dei fuochi», ai tralicci divelti dal tritolo, agli agguati. Un tentativo di ricreare il clima del periodo più tormentato della storia altoatesina del dopoguerra oppure soltanto un fragoroso gesto dimostrativo di odio verso quanto costruirono quarantanni fa Alcide De Gasperi e il ministro degli Esteri di Vienna? Nessuna rivendicazione, fi¬ nora. E in Alto Adige resta una certa paura, come se ogni ricorrenza di vicende politiche altoatesine dovesse essere contrassegnata da uno scoppio, da uno sconquasso. Che ne pensa Hans Stieler, presidente del Heimatbund, quella «Lega patriottica» che rappresenta l'ala intransigente della popolazione sudtirolese? -L'attentato dell'altra notte — dice — è senz'altro da mettere in relazione con l'anniversario dell'accordo De Gasperi-Gruber.. Poi ha un'interpretazione del tutto personale: «Non credo che quel lavoro sia stato fatto da sudtirolesi-. E da chi allora? .Qui si sta facendo un gioco molto sporco: ci sono altri cui non piace una certa calma in Alto Adige, elementi che vogliono spargere allarme. Ma credete davvero che un sudtirolese imprima una scritta come quella su un ordigno? Via, sarebbe una cosa ridicola. Cosa c'entra Georg Klotz, che è morto da dieci anni? Neanche la sua memoria ha più niente a che fare con la politica del Sud Tirolo di oggi.. Chi avrebbe fatto saltare quell'auto, insomma? Hans Stieler risponde deciso: «/o dico che può essere opera di italiani. Si badi bene: questo è soltanto un mio sospetto-. Intanto, il presidente del Heimatbund tende a scagliare la palla dalla parte opposta, parlando di presunti provocatori di lingua italiana. E comunque vuol prendere le distanze da qualsiasi forma di violenza: «A noi le bombe non interessano. Abbiamo la possibilità democratica di chiedere l'autodeterminazione per il Sud Tirolo. Perciò è inutile mettere mano a qualcosa che non porta a niente. Condanniamo dunque le azioni terroristiche, però non siamo disposti a rinunciare al nostro diritto di dire se vogliamo rimanere con questo Stato oppure no-. Ma nonostante le dichiarazioni del Heimatbund, l'estremismo sudtirolese continua ad insidiare l'Alto Adige, mentre si aspetta che si giunga alla chiusura della vertenza altoatesina. L'ultimo periodo, in provincia di Bolzano, è stato alquanto tribolato. Si è cominciato con la clamorosa rivolta degli Schùtzen, i «tiratori scelti», al congresso di aprile della Volkspartei, durante il quale il presidente del partito di raccolto sudtirolese Silvius Magnago è stato investito dall'ondata di contestazioni per la sua politica moderata. Poco dopo, due ordigni fatti esplodere uno dopo l'altro a Postai, nel Meranese: uno ha devastato l'ufficio postale, l'altro ha , sconvolto i locali della stazione ferroviaria. Giuliano Marchesini
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