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Craxi varerà commissione d'inchiesta su Ustica Per il Dc9 esploso Craxi varerà commissione d'inchiesta su Ustica ROMA — «L'indiscrezione ha del fondamento-. Con questo breve commento da Palazzo Chigi è arrivata ieri in serata la conferma indiretta dell'intenzione di Craxi di istituire una commissione di inchiesta sulla sciagura aerea di Ustica. A più di sei anni dal quel tragico 27 giugno dell'80, quando il Dc9 cadde in mare con 81 persone a bordo per una improvvisa «decompressione esplosiva-, come stabilì la prima inchiesta dei ministeri della Difesa e dei Trasporti resa nota alla fine di agosto, anche la presidenza del Consiglio sente il bisogno di un supplemento di indagini a fondo per fare ■ piena luce» sull'episodio. Finora né l'inchiesta giudiziaria né quella ministeriale hanno potuto accertare se a far cadere il Dc9 in fase di atterraggio su Palermo sia stato un missile aiia-aria (l'ipotesi più credibile) oppure un ordigno a bordo, per un attentato del resto mai rivendicato da nessun gruppo terroristico. Il giudice penale ha già ricordato a tutti che l'unico modo per ricostruire la verità è quello di recuperare il relitto dell'aereo, ma l'operazione costa diversi miliardi: chi pagherà? La commissione che dovrà rispondere a Palazzo Chigi sarà dotata di mezzi sufficienti? Sono interrogativi ancora senza risposta. La questione della tragedia di Ustica fu ricordata a Craxi da una lettera inviata dal presidente Cossiga ai primi di agosto, appena insediato il nuovo governo. In quel documento il Capo dello Stato ricordava -l'accorato appello di alcuni parlamentari- che si erano rivolti a lui nel sesto anniversario dell'incidente (Scoppola. Bonifacio, Ossicini. Giolitti, Rodotà e Ingrao) sollecitando la verità sul Dc9. «Sono del fermo parere — osservava Cossiga — che il segreto istruttorio che circonda l'inchiesta giudiziaria per l'accertamento delle responsabilità, ancora in corso, non possa e non debba comportare rinvii o ritardi nella ricerca delle cause dell'incidente-.