La Festa pci assolve Tango

La Festa pel assolve Tango A Milano il dibattito sulla satira a metà tra scherzo e politica La Festa pel assolve Tango «Se i comunisti non hanno una linea sul nucleare, perché dovrebbero averla sulle vignette?» DAL NOSTRO INVIATO MILANO — La redazione di Tango espone alla festa dell' Unità la propria linea politica, «governo balneare a guida comunista e in autunno potete riprendervelo* e il comitato centrale della satira, raccolto sotto un tendone alla festa dell' Unità, l'approva per acclamazione. I redattori del foglio umoristico inserito ogni lunedi nell'organo del pei arrivano in forze. C'è Staino, il padre fondatore e autore di «Bobo», il ciccione comunista scettico, c'è Michele Serra che ha forgiato falsi articoli di Montanelli e Ronchey, c'è 11 disegnatore Perini. Il loro supplemento frutta al quotidiano di partito cinquantamila copie in più alla settimana. La gente si accalca attorno a tavolini carichi di caffè e bibite, e si fanno largo la direttrice di Linus Fulvia Serra, lo scrittore Oreste Del Buono che chiacchiera col signor Antonello Obino, che è il modello vivente del perso¬ naggio vetero comunista .Molotov, nel fumetto di Staino. Ma di vecchi stalinisti alla «Molotov» in sala c'è solo lui. Il pubblico sta tutto dalla parte di Staino e rivela disagi reali. «Grazie per avere fatto parlare del pei quando nessuno parla di noi*, «Grazie perché adesso non ci vergogniamo più di andare con l'Unità in tosco e i giovani ci leggono*, «Grazie perché i dirigenti non sanno galvanizzarci e Tango ci riesce». Doveva essere uno scherzo, ci sono tante risate e invece esce una serata «politica». Comincia il poeta Edoardo Sanguineti, autore di raffinate pagine sul rapporto tra Marx e la satira, predicando la differenza tra «satira pensierosa e allegra* e andando controcorrente: oggi il linguaggio satirico rischia di essere più conformista di quello politico, nel quale invece è visibile qualche piccolo elemento di novità. Attenti al pericolo di mordere se stessi pppnpsIttuzlstrlNhmtCLpnSdllD per pura disperazione, dice il poeta. Adesso tocca al barbuto e pensieroso Staino. Il successo non lo rende arrogante e al pubblico che aspetta il discorso di un umorista offre Invece la sagacia del militante che ha passato tante serate a far riunioni. Abilmente unifica «la satira e l'informazione, che sono la stessa cosa, la satira informa sui fatti stravolgendoli* e cosi si mette al riparo da critiche future: chi mai oserà attaccare l'informazione, cioè la satira? «Non ce l'avevamo mica con Natta raffigurandolo nudo* ha detto Staino, «ce l'avevamo con Forattini. E il risultato è stato che s'è arrabbiato Craxi, ma va bene lo stesso*. La tenda vibra sotto gli applausi, che diventano ovazione per l'intervento di Michele Serra: «Ma perché mai il pei dovrebbe avere una linea politica sulla satira se non ce l'ha nemmeno sul nucleare?*. Qui è arrivato Massimo D'Alema, accolto dal pubblico come «Minimo», il soprannome che senza troppa fantasia Tango gli ha affibbiato. «Sono Minimo, si* ha detto D'Alema, ma poi ha concesso poco alle battute. Per lui 11 celebre Tango dedicato al pei nasconde un pericolo: che cioè 1 politici vengano visti alla Forattini «come un ceto unico* perdendo per strada le «straordinarie maschere popolari che sono Cipputi, Bobo e Molotov*. Il più coraggioso t stato Claudio Petruccioli. L'ex direttore dell'Unita, che ha lasciato 11 giornale dopo la clamorosa pubblicazione di falsi documenti che accusavano la de di connivenza con la camorra: ha detto di avere offerto per primo a Staino la possibilità di far Tango ricevendone però un rifiuto. «E me ne dispiace* ha concluso Petruccioli «perché se ci fosse stato Tango potevo sempre far finta che i documenti falsi fossero testi destinati a Staino, finiti per errore tipografico in prima pagina*. g. r.

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