Sabato di sangue in sinagoga
Sabato di sangue in sinagoga Sabato di sangue in sinagoga (Segue dalla 1* pagina) Sulla paternità dell'azione permangono però notevoli dubbi. Oltre a «Guerra santa islamica», due altri gruppi che agiscono nella nebulosa del terrorismo mediorientale si sono assunti la responsabilità dell'attacco contro la sinagoga. Sono la cosiddetta «Resistenza islamica», dietro la quale si cela rHezbollah. il «Partito di Dio» degli integralisti sciiti filolraniani, ed un gruppo finora sconosciuto, l'« Organizzazione per la vendetta palestinese». La prima, in un messaggio letto per telefono ad un'agenzia di stampa occidentale a Beirut, afferma che «l'operazione condotta contro il nido di eretici a Istanbul è riuscita con la liquidazione della maggior parte dei presenti», mentre la seconda si è fatta viva a Nicosia, sempre tramite un interlocutore anonimo, per sostenere che la sparatoria di Istanbul sarebbe opera sua e per preannunciare «altri attacchi del genere». La duplice, allucinante prova di forza, nel Pakistan ed in Turchia, potrebbe quindi essere la risposta oltraggiosa delle fazioni estremiste arabe alia disponibilità prospettata dal leader dell'Olp, Yasser Arafat, nel corso del vertice dei Paesi non allineati a Harare, ad accettare la risoluzione 242. Immediate, e durissime, sono state le reazioni da parte delle autorità governative turche. Il primo ministro Turgut Orzai ha convocato una riunione straordinaria del gabinetto dichiarando ai giornalisti, prima dell'inizio della seduta, che «questo episodio dovrebbe indurre tutte le nazioni ad unirsi contro il terrorismo. Si tratta di un avvenimento estremamente doloroso. Non è ammissibile che una simile azione sia stata compiuta contro persone riunite per pregare nella casa di Dio». L'impressione è dunque enorme. Se ne è fatto portavoce pure l'incaricato d'affari dell'ambasciata israeliana nella capitale. Secondo Yehuda Milito, «questo attacco vile ed oltraggioso, condotto contro gli ebrei che recitavano nella sinagoga le preghiere rituali del sabato, alla vigilia delle festività del Nuovo Anno ebraico, rivela la natura delle persone e delle organizzazioni con le quali il mondo libero è costretto a confrontarsi. Ciò dimostra anche che l'unico modo per combattere il terrorismo internazionale sta nella fermezza e nella determinazione». e. st.
Persone citate: Turgut Orzai, Yasser Arafat, Yehuda Milito
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