Israele cerca i bersagli
Israele iena i bersagli Cautela sui mandanti ma la reazione è sicura Israele iena i bersagli Peres: «La guerra ai terroristi sarà senza misericordia» NOSTRO SERVIZIO GERUSALEMME — La strage di Istanbul è un tentativo di sabotare le prospettive di pace aperte dal prossimo vertice tra Peres e Mubarak. A Gerusalemme, dove la notizia dell'attentato alla sinagoga ha sconvolto la tradizionale pausa del sabato, non ci sono dubbi: non è stata una azione isolata, ma un piano articolato per sabotare per l'ennesima volta, dopo l'accordo di Taba e l'incontro di If rane tra Peres e Assan, i timidi tentativi dei regimi arabi moderati di spezzare il blocco degli estremisti. Ma sulla matrice dell'attentato i responsabili politici israeliani sono molto cauti: il ministro dela Difesa Rabin ha detto che «è prematuro stabilire a quale organizzazione appartengano veramente i vigliacchi autori del criminale attacco». Solo 11 ministro dell'Industria, il «falco» Sharon, ha fatto un generico riferimento ai 'palestinesi*. Nessuno però dubita che anche questa volta Gerusalemme si varrà del diritto alla rappresaglia come per tutti gli attacchi contro gli ebrei nel mondo. E' una volontà che traspare anche dalla dichiarazione del primo ministro Peres che in un comunicato, 'esprimendo dolore e indignazione per il criminale assassinio di ebrei in preghiera*, ha ribadito *che è necessario proseguire senza reticenze la lotta contro il terrorismo internazionale e chiedere a tutti gli Stati del mondo Ubero di unirsi in una guerra sema misericordia contro questo fenomeno criminale*. In Israele ci si chiede quale potrebbe essere il bersaglio della vendetta israeliana e si teme che questa volta non ci si limiterà a un raid nel Sud del Libano in cui hanno la base sia i palestinesi di Arafat che le organizzazioni scii¬ te che hanno rivendicato la strage. Gerusalemme ha sempre accusato la Siria di essere uno dei mandanti senza volto del terrorismo e una eventuale prova del coinvolgimento siriano potrebbe offrire lo spunto per fare scattare il blitz contro Hassad nel Golan, dove da mesi 1 due Paesi ammassano divisioni corazzate e truppe. La nuova sfida terroristica coincide con un momento delicato della politica israeliana: a fine ottobre è previsto il difficile cambio della guardia alla guida della coalizione di governo tra il laborista Peres e Shamir, mentre sul fronte diplomatico l'accordo di Taba e i colloqui con l'Urss hanno aperto nuove prospettive. L'attentato come sempre ha rinsaldato il fronte politico: inviti alla fermezza sono arrivati da tutte le forze dello schieramento politico. S-r.
Persone citate: Arafat, Golan, Mubarak, Peres, Rabin, Shamir
Luoghi citati: Gerusalemme, Israele, Istanbul, Libano, Siria, Urss
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