Usa: due satelliti-killer

Usa: due satelliti-killer Il lancio segna la ripresa dei test per lo Scudo spaziale Usa: due satelliti-killer Lanciati con un razzo Delta - La missione segreta sino all'ultimo - Il Pentagono: l'esperimento rispetta i trattati - Continua con l'Urss il «piccolo dialogo» (ma s'allunga l'ombra del caso Danilofi) DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Gli esperimenli delle guerre stellari, interrotti all'inizio dello scorso maggio, in seguito a una catena di incidenti incominciati con la tragedia dello Shuttle, sono ripresi ieri con il lancio di un razzo Delta che portava due satelliti-killer. Alle 11.09 ore locali, le 17. 09 italiane, il Delta, che l'ultima volta era stato distrutto poco dopo la partenza perché incontrolabile. si è levato nel cielo con il suo carico supersegreto, immettendolo senza intoppi in orbita. Subito dopo, il Pentagono ha annunciato che -un test sui dati telemetrici- era in corso, «nei rispetto dei trattati di disarmo esistenti, compreso quello contro i sistemi antimissilisticU. Il compito dei due satellitikiller, che più tardi di sono separati su orbite diverse, era individuare e seguire oggetti prestabiliti nello spazio grazie agli speciali sensori di cui sono dotati, trasmettere le informazioni relative a terra, compiere manovre che simulassero una battaglia spaziale, e ritrovarsi e distruggersi a vicenda. Armi di questo genere, ma più rudimentali, sono state collaudate dai sovietici alcuni anni fa, l'ultima volta nell'83. Per gli Stati Uniti, era invece la prima volta. Si attende ora una conferenza stampa del Pentagono, ma non è escluso che essa venga cancellata, qualora gli esperimenti fallissero. Il lancio è stato eseguito dalla Nasa. Il portavoce Hugh Harris ha convocato i giornalisti a soli 4 minuti dal via: in diretta alla tv si è visto il Delta, ormai ad altissima quota, accendere i motori del secondo stadio. Nel caso di un conflitto atomico, i satelliti intercetterebbero i missili nemici. Un altro lancio di un missile analogo è previsto nelle prossime settimane. Sinora, l'America aveva collaudato una sola altra arma delle guerre stellari, un raggio laser dalla Terra all'orbita. Il test ha avuto luogo mentre al Dipartimento di Stato, a Washington, le delegazioni americana e sovietica, guidata l'una da Nitze. l'altra da Karpov, si riunivano per i preparativi finali del nuovo round negoziale sul disarmo a Ginevra, che incomincerà il 18 prossimo. La scelta del momenti non è stata accidentale: con l'esperimento, Reagan ha inteso ribadire la sua determinazione a installare lo Scudo spaziale. Contemporaneamente, il Presidente ha però fatto un'apertura all'Urss: Nitze ha proposto una riduzione degli arsenali missilistici inferiore al previsto, per un periodo transitorio, per venire incontro alle istanze sovietiche. All'ingresso al Dipartimento di Stato, Karpov ha ribadito la volontà «di giungere a un accordo-, ma non ha fatto previsioni. I colloqui continuano oggi, mentre a Berna, in Svizzera, vengono aggiornati alle prossime settimane quelli sulle armi chimiche, e a Ginevra quelli sugli esperimenti nucleari. Nitze non ha fatto dichiarazioni: al termi- ne dell'incontro precedente non aveva però nascosto che gli ostacoli da superare restano gravi. La sensazione destata dai portavoce del Dipartimento di Stato è che le superpotenze siano giunti a un momento «costruttivo ma non risolutivo», che cerchino cioè una convergenza che ancora sfugge. Toccherebbe a Shultz e Shevardnadze trovarla nelle loro consultazioni, il 19 settembre prossimo. L'intensa attività diplomatica della Cas.a Bianca e del Cremlino, in funzione del vertice tra Reagan e Gorbaciov di fine anno, oltre che del disarmo, è sorretta dagli europei. Alla conferenza di Stoccolma sulla sicurezza in Europa, Paesi neutrali come l'Austria e la Svizzera hanno tentato ieri di facilitare un accordo sulla verifica delle manovre militari offrendo aerei ed equipaggi per il controllo. Gli Stati Uniti si sono impegnati a comunicare agli alleati l'esito delle varie trattative in corso entro la metà del mese. Sul negoziato ha comunque gettato un'ombra non solo il test dello Scudo spaziale, ma anche la vicenda di Danilofi, il giornalista americano arrestato a Mosca. Parlando all'università di Harvard, Shultz ha affermato che la detenzione di Daniloff •mostra il lato nero di una società pronta a ricorrere alla cattura di ostaggi come strumento politico... Daniloff non sarà oggetto di baratto — ha concluso Shultz — la leadership sovietica deve lasciarlo libero'. A Mosca, i 29 giornalisti americani accreditati hanno scritto a Gorbaciov perchè intervenga: i mass media sono decisi a premere sulla Casa Bianca affinché, in caso contrario, boicotti vertice e colloqui sul disarmo. e. c.