Tutti detectives, alla tv

Tutti dettecttives# alla tv Tutti dettecttives# alla tv Nella fiacca generale, da ricordare il tenace proseguimento della rubrìca «Speciale Tgl», la retrospettiva delle opere liriche Rai Anni 50 - Perché non tentare anche il teatro giallo? Di quest'estate tv che sta volgendo al termine che cosa potrà restare di più nel ricordo? Nella fatale fiacca generale, alcune cose: ad esempio il tenace proseguimento della rubrica Speciale TG 1, la retrospettiva delle opere liriche della Rai Anni SO (con un paio di liete sorprese), le stravaganze spettacolari di Colosseum, lo sbeffeggiahte varietà Hamburger Serenade ecc.ecc., ma soprattutto la grande piena di film e telefilm dentro cui è apparso dominante il filone poliziesco. H poliziesco d'estate era antica tradizione che molti anni fa, prima e dopo la guerra, era scrupolosamente rispettata sia nei cinema sia nei teatri, anche se le motivazioni non erano chiarissime. Perché d'estate? Forse il poliziesco era considerato un classico dell'evasione, forse veniva stabilito un benefico rapporto tra il caldo affliggente e il brivido che una storia di suspense poteva far scoccare lungo il filo della schiena dello spettatore. Sta di fatto che allora gli appassionati rincorrevano i film gialli nelle sale aperte (quasi tutte, a differenza di adesso), mentre sui palcoscenici di teatri che in qualche città non chiudevano i battenti se non nella settimana di ferragosto, attori specializzati nel ruolo dell'ispettore loico e infallibile come Romano Calò, Marcello Giorda, Giulio Donadio, Lamberto Picasso re- citavano drammi polizieschi quali Broadway di Dunning e Abbott, Appuntamento con la morte di Agatha Christle, o, per restare in un ambito autarchico, La casa stregata e Mani in alto! di Giannini. Poi l'usanza si è persa completamente in teatro dove il genere non esiste più; e si è persa anche in cinema dove d'esige-prevale il fantastico-', mostruosc-horror. Bisogna dire che è la tv — in tutte le emittenti — a raccogliere e a mantenere la tradizione attraverso film e telefilm. Questi ultimi per la verità, salvo rare eccezioni (vedi il tenente Colombo, in perenne riciclaggio), costituiscono una fascia di serie B, solo a volte accettabile per effetti di clamoroso dinamismo. Ma la delizia per i cultori del poliziesco, particolarmente quest'anno, è stata l'incessante rassegna — programmata come su Raitre o non, con pezzi sciolti — di pellicole da cineclub. Le serate di luglio e agosto si sono spesso riempite di de- tectives tutti con il revolver in mano e il cappello in testa, e con la faccia di Humphrey Bogart (insuperabile) o del sonnacchioso e dinoccolato Robert Mitchum o del piccolo Alan Ladd scortato dalla piccolissima partner Veronica Lake; si sono riempite di intrighi tenebrosi, affascinanti e complicati, non sempre, ben ttecifrabili; di agenzie itìvestlgative spartanamente disadorne (un tavolo, un telefono, due sedie), di scale buie, di lussuosi appartamenti con enigmatici maggiordomi, di boss col baffetto in frac o in abito rigatino e scarpe bicolori, di inverosimili automobili nere Lincoln o Packard, di night con orchestrine jazz fabbricati in studio. Se la tv — in questo caso la Rai — volesse la prossima estate varare anche un teatro poliziesco (i testi validi da ripescare sono tanti, e alcuni ottimamente adattabili al video), il recupero della tradizione «poliziesco d'estate» sarebbe completo e perfetto. Ugo Bozzolai.

Luoghi citati: Lincoln