La Germania brucia i tempi per varare la riforma fiscale di Alfredo Venturi

La Germania bru€Ìa i tempi per varare ia ri ferma fiscale La Germania bru€Ìa i tempi per varare ia ri ferma fiscale Annunciato soltanto tre settimane fa, dopo anni di polemiche, il progetto è ormai pronto - Meno tasse ai redditi medi; ma le novità maggiori sono per le società BONN — I collaboratori tecnici di Gerhard Stoltenberg, ministro federale delle Finanze, sono occupatissimi: stanno elaborando i dettagli della riforma fiscale che il ministro ha annunciato tre settimane fa. I particolari, disse allora Stoltenberg, 11 forniremo fra qualche mese, dopo le elezioni del 25 gennaio. La riforma sarà infatti uno dei primi temi Importanti all'ordine del giorno della nuova legislatura: se approvata entrerà in vigore nell'88. Naturalmente l'esecuzione del piano, cosi come Stoltenberg lo ha tratteggiato, sarà possibile solo in caso di conferma elettorale dell'attuale maggioranza: e del resto è questa l'ipotesi vincente nel sondaggi. Se per 1 dettagli bisognerà aspettare, le linee generali del piano le ha illustrate lo stesso Stoltenberg. In termini macroeconomici, si tratta di un alleggerimento della pressione fiscale di circa venti miliardi di marchi, quasi 14 mila miliardi di lire. La riforma riguarda sia l'imposta personale sul reddito, sia le imposte a carico delle società. Per i redditi personali, si metterà a punto un nuovo sistema d'imposizione, che 1 tecnici definiscono llnearprogressiva: destinato a dare ossigeno soprattutto ai contribuenti collocati nella fascia dei valori medi. Per le società, sarà riformata l'imposta sul reddito, alleggerita l'imposta sul patrimonio. Inoltre viene eliminata la tassa sulle operazioni di Borsa, attualmente dell'I per mille sulle azioni e del 2 per mille sui titoli a reddito fisso. Soltanto quest'ultima riforma, dice Stoltenberg, implica una perdita di 600 milioni di marchi (oltre 400 miliardi) per il bilancio federale: largamente compensata da una migliore competitività , de4,inercate.finaflziaxip,tedesco. Migliore competitività, .grazie, àgU.sgra.yi,fliscftJCìùiche per le imprese: méntre l'alleggerimento del bilanci familiari sui redditi medi favorirà la prosecuzione dell'at¬ tuale tendenza allo sviluppo della domanda interna. A correggere questi effetti moltiplicatori, non poi cosi graditi in un Paese come la Germania ossessionato dal fantasma dell'inflazione, sta il sistema di finanziamento della riforma. Consisterà soprattutto in un taglio robusto nelle sovvenzioni pubbliche. Basterà? Se non basterà, dice Stoltenberg, ritoccheremo l'Iva. Del resto la misura prima o poi è destinata a imporsi: non é forse, l'Iva tedesca, fra le più basse, non si è forse in attesa, da tanto tempo, di un'armonizzazione su scala comunitaria? Della riforma fiscale tede¬ sca si parla da anni, nella Repubblica federale e all'estero. Alle pressioni interne, per un fisco meno punitivo per i redditi medi (oggi colpiti da aliquote che arrivano fino al 60 per cento), si affiancano le pressioni esterne. L'Ocse, per esempio, e tutti 1 Paesi, Stati Uniti in testa, che auspicano un ruolo più attivo dell'economia tedesca nel traino della congiuntura Internazionale. L'approssimarsi della scadérne elettorale ha finalmente sbloccato la tenace resistenza di Stoltenberg: alle sollecitazioni degli alleati liberali, e della stessa ala sinistra della Cdu-Csu, 11 ministro ha sempre contrapposto la priorità di contenere il debito pubblico. Con la riforma promessa a cinque mesi dalle elezioni, il governo Kohl strappa dalle mani dell'opposizione uno dei principali argomenti polemici. A gettare ombra sulle splendide prestazioni dell'economia tedesca (inflazione sottozero, crescita del 3 per cento, marco fortissimo), e fornire materia polemica agli avversari politici, resta la disoccupazione: oltre due milioni. Ma questo, in tutto l'Occidente, è ormai un dato strutturale che trascende le congiunture: e non c'è piano che possa mutarlo di molto. Alfredo Venturi

Persone citate: Gerhard Stoltenberg, Kohl, Stoltenberg

Luoghi citati: Germania, Stati Uniti