Libano, agguato ai francesi di Enrico Singer

Libanof agguato ai francesi Tre Caschi blu uccisi, uno ferito da una bomba telecomandata Libanof agguato ai francesi Vicino al quartìer generale Unifil di Naqura - Le vittime facevano jogging - £' il quarto attacco in un mese Mitterrand e Chirac: l'Onu deve affrontare il problema problema - Chiesta la riunione del Consiglio di sicurezza PARIGI — Dal Ubano è arrivato un nuovo choc per 1 francesi. Dopo le minacce di morte contro i sette ostaggi ancora prigionieri della «Jihad islamica», un attentato: una mina telecomandata che ha ucciso Ieri mattina alle 7.15 tre soldati del contingente di 1400 uòmini che Parigi ha fornito eiTUnlfil, i •Caschi blu» delle Nazioni Unite incaricati di vigliare sulla fragile tregua tra l'esercito israeliano, il simulacro di quello libanese e le potenti milizie sciite, druse e cristiane. A Parigi l'emozione è forte: il presidente Mitterrand e il premier Chirac hanno confermato che la Francia manterrà 1 suoi impegni politici e la sua presenza nel Libano meridionale, ma hanno chiesto un riesame dei compiti della forza dell'Onu, diventata ormai impotente e bersaglio di continui attacchi. E in serata è stato annunciato che Parigi ha chiesto la riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu, che potrebbe svolgersi già oggi (il Segretario generale De Cuéllar ha interrotto le vacanze). Quello di ieri (11 quarto in un mese contro 1 militari francesi) è avvenuto attorno al villaggio di Jouaya, dove è acquartierato il 17" reggimento del Genio paracadutisti, a poca distanza dal comando generale dell'Unifil di Naqura. Quattro soldati, disarmati, che stavano facendo jogging lungo una strada vicino al campo sono stati dilaniati dallo scoppio dell'ordigno. Due sono morti sul colpo, un terzo dopo una disperata operazione nell'ospedale della base. Il quarto è rimasto ferito alle gambe. La bomba (almeno venti chili di esplosivo) era comandata a distanza: un vero agguato che, secondo le prime informazioni, sarebbe opera degli hezbollahi, quegli stessi Integralisti sditi che tengono in ostaggio sette cittadini francesi e che fecero strage tra 1 marina americani e i paracadutisti francesi a Beirut al tempo della Forza multinazionale di pace di cui faceva parte anche l'Italia. L'attentato e la vicenda degli ostaggi, quindi, si intrecciano: un'unica strategia per colpire il Paese occidentale oggi più direttamente Impegnato in Libano. Dei 5800 soldati dell' Unifil (ci sono anche degli elicotteristi italiani, che ieri sono intervenuti per trasportare 11 ferito in ospedale), 1400 sono francesi. Un reggimento di fanteria-US" RCP — e un battaglione di specialisti del Genio: un corpo di spedizione che ha già avuto venti morti e che molti, in Francia, vorrebbero ritirare cosi come fu ritirato, nella primavera scorsa, 11 contingente di osservatori (1 «Caschi bianchi») che Parigi aveva inviato a Beirut per controllare la linea di demarcazione ',ra i settori cristiano e musulmano della città. La polemica è sull'utilità della presenza dei •Caschi blu» nel Libano meridionale. Il suo valore di forza di Interposizione è appena simbolico, e In realtà le diverse basi sono praticamente accerchiate dalle opposte milizie libanesi e quasi ignorate dall'esercito Israeliano. I dubbi sulla missione della forza dell'Onu, a Parigi, sono sentiti anche al vertice. Ieri, subito dopo l'attentato, sia Mitterrand sia Chirac in dichiarazioni separate, hanno escluso un abbandono unilaterale dell' Uni fi ì da parte della Francia, ma hanno chiesto che le Nazioni Unite ne ridiscutano compiti, strutture e garanzie. Mitterrand ha parlato della necessità di una Unifil •più forte e meglio organizsata*, Chirac ha annunciato un ricorso francese al Consiglio di sicurezza dell'Onu perché affronti «al più presto* il problema. Non sono ancora delle minacce di ritiro, ma sono 1 segnali di una preoccupazione crescente. •Lo Fronda — ha detto Mitterrand — ha già avuto un centinaio di militari morti in Libano, ha anche dei civili in ostaggio. Questo non ha cambiato e non cambierà i suoi impegni, ma ci obbliga anche a proteggere la vita dei nostri soldati e dei nostri cittadini*. Enrico Singer

Persone citate: Chirac, De Cuéllar, Mitterrand