Questo Milan dei trionfi mancati di Luigi Firpo

Questo Milan dei trionfi mancati Ma il presidente Berlusconi non può permettersi di collezionare sconfitte Questo Milan dei trionfi mancati Nel corso delle partite amichevoli di rodaggio pre-campionato, il Milan è sceso in campo sei volte, realizzando 19 reti a 0. Certo, non si è trattato di avversari eccelsi e si sa che in' queste partite si provano le prime sgroppate, senza dannarsi l'anima a inseguire palloni scomodi o ad affrontare contrasti duri. Poi è venuta la Colombus Cup a Genova, contro i rossoblu locali e l'Argentinos Junior:-, e i «diavoli» hanno rimediato due faticosi pareggi lai, concludendo poi ai rigori con una vittoria e una sconfitta. E' seguito il torneo Gamper in Spagna, e contro avversari di rispetto il Milan ha perso senza attenuanti: 1-3 con il Barcellona, 1-2 con il Tottenham. Finalmente è poi cominciato il gioco vero, in quella Coppa Italia che assicura al vincitore un lucroso posto nei confronti europei, e il Milan ha raccolto due magri 1-0 contro squadre di B, ha segnato 3 reti al Barletta, squadra di CI, e l'altra sera ha clamorosamente perduto in casa, davanti al suo pubblico esterrefatto, contro un coriaceo ma non eccelso Parma. E' presto per dire che il Milan non è squadra che possa mantenere in campionato quanto sembrava promettere con tanta baldanza, ma qualche riflessione sulle mosse, i propositi e gli errori del suo padrone forse è possibile tentarla. Al cadere dell'anno scorso la società aveva registrato un passivo di 6 miliardi e rotti, il solo debito degli arretrati Irpef dovuti allo Stato era di 3800 milioni. A questo punto, dopo esitazioni e manfrine, è entrato in scena Silvio Berlusconi, che ha tagliato i nodi aggrovigliati delle ditte a catena messe in piedi dalla vecchia gestione, ha liquidato le pendenze, ha ottenuto una fidejussione di 18 imbardi per profonderne in pochi mesi qualcosa come 23 in una campagna acquisti che ha sconvolto il mercato. Come si sia potuto valutare 5200 milioni il distratto portiere Giovanni Galli, che in Messico e in Italia para soltanto a sprazzi, resta un mistero impenetrabile. Quanto a Roberto Donadoni, che sembra essere la pupilla degli occhi del patron, forse perché anche lui è costato un occhio, per ora ha caracollato a vuoto, tanto che un cronista lo ha definito «inesistente». Possibile che Berlusconi, uomo cui fiuto e intraprendenza non sono sin qui mancati, si sia imbarcato in un'impresa sconsiderata, credendo che bastino i soldi, le calate sul prato in elicottero, le parate in calzoncini e scarpe bullonate, a foggiare una vera squadra? Qualcuno può anche credere che il Silvio, ormai con i piedi al caldo, si sia voluto comprare un giocattolo di lusso, dicendosi milanista sfegatato da sempre. Questo spiegherebbe le intemperanze passionali, la saccenteria del dietologo che vieta ai giocatori le crostate di frutta, la minaccia di tagliare i premi di partita, gli accenni a Liedholm, vecchio saggio che potrebbe anche sgombrare la panchina per far posto a qualcun altro. Ma non è così. Crédo che Berlusconi pensi agli affari anche quando dorme, o forse non dorme mai'. Quello che gli tocca il cuore è lo striscione dei tifosi che grida al cielo: «Silvio, Milano ti ama» : un amore che vuole essere ripagato spendendo a piene mani e vincendo tutto e subito. □ suo diktat all'allenatore perché «verticalizzi» il gioco e vada dritto in gol, non è una pretesa stupida (anche se Hateley è un'ombra rispetto al vecchio Nordahl), ma una necessità imperiosa. Un Milan vincente è un affare, può ripagare le spese, portare fiumi di pubblicità, rompere il monopolio Rai sulle partite di campionato, continuare a far girare la ruota sempre più smisurata dell'impero Fininvest. Si tratta di una piramide enorme, ma che in certi momenti sembra poggiare sulla punta. Più cresce e più deve continuare a crescere: un Milan che perde col Parma non desta entusiami, non accende le fantasie, piace solo ai tifosi dell'Inter. Uno di questi ha detto che il Silvio televisivo stavolta ha fatto finalmente un passo falso. Se sarà uno scivolone, non ce lo faranno vedere su Canale 5. Luigi Firpo

Persone citate: Berlusconi, Giovanni Galli, Liedholm, Nordahl, Roberto Donadoni, Silvio Berlusconi

Luoghi citati: Genova, Italia, Messico, Milano, Parma, Spagna