Volevano uccidere Pertini di Roberto Martinelli

Volevano uccidere Pertini Scalfaro, rispondendo al pr, rivela un episodio del gennaio '82 Volevano uccidere Pertini Due libici senza copertura diplomatica furono individuati dai servizi segreti ed espulsi - Il Presidente, informato, ridusse al minimo gli appuntamenti fuori Quirinale - Chiesto un dibattito alla Camera ROMA — Nel gennaio 1982 i movimenti del presidente della Repubblica Sandro Pertini furono «oggetto di interesse e di controllo da parte di alcuni stranieri, due dei quali, di nazionalità libica, furono individuati ed espulsi dal territorio nazionale: Lo ha precisato il ministro dell'Interno Scalfaro, in una risposta scritta ad una interrogazione radicale. La circostanza era nota e fu lo stesso Pertini a rivelarla durante la cerimonia di un premio giornalistico nell'in' verno scorso. Disse ad un set timanale: -Erano due, venuti a Roma con intensioni certo non pacifiche nei miei confronti. Fortunatamente i bravi poliziotti italiani scopriròno tutto e rispedirono in Libia i due malintenzionati». Le informazioni fornite da Scalfaro, pur essendo legate ad una vicenda passata, han no suscitato scalpore, forse perché riproposte all'attenzione di un'opinione pubblica oggi più attenta ai rapporti Italia-Libia. Il segreto di Stato, o più esattamente il riserbo necessario, che tutela l'attività dei servizi di sicurezza, non ha consentito al ministro di fornire dettagli maggiori, Le sue informazioni sono state arricchite però da una fonte ufficiosa ma attendici le. Si è appreso infatti che tra la fine del 1981 e i primi del 1982 i nostri 007 raccolsero «generiche» notizie sulla possibilità di attentati a personalità politiche in Italia • in altri Paesi. I servizi trasmisero l'informativa all'allora presidente del Consiglio Giovanni Spadolini, il quale informò il Capo dello Stato. Furono prese particolari misure di sicurezza e Pertini sospese tutte le uscite pubbliche non imposte da impegni ufficiali. Evitò di andare la mattina al bar a prendere il suo caffé, diradò 1 pranzi nel ristoranti! Ciò fino a quando, tra i tanti stranièri, allora controllati, furono individuati e identificati i due cittadini libici segnalati dai servizi di sicurezza. Entrambi vennero espulsi perché non in regola con le norme che disciplinano il soggiorno in Italia. Un pretesto formale, che consenti alle nostre autorità di rispettare le garanzie costituzionali che tutelano lo straniero. I due non appartenevano ad ambienti diplomatici né godevano di speciali immunità. Non si sa quali furono gli elementi di sospetto che indussero le autorità di polizia ad avvalersi di una legge ohe in quel periodo non veniva quasi mai applicata per" allontanare dal territorio nazionale i due personaggi. La fonte ufficiosa, che ha integrato la rispo sta del ministro, ha precisato che non risulta che vi sia mal stata una minaccia concreta alla sicurezza di Pertini. I radicali avevano preso spunto dalle rivelazioni fatte personalmente da Pertini per chiedere al presidente del Consiglio se rispondevano a verità quelle ed altre voci di possibili attentati. I radicali si rammaricavano del fatto che il Parlamento non fosse stato informato di nulla e si celt•tsvz chiedevano come mal non erano state prese decisioni a livello diplomatico. Scalfaro ha risposto martedì sera per conto di Craxi. ••Nella circostanza — ha detto — fu intensificata al massimo l'attività informativa e vennero adottate tutte le iniziative idonee a. prevenire l'e¬ secuzione di atti criminosi: I radicali non si sono dichiarati soddisfatti e hanno sollecitato il ministro a dire se si trattò del -tentativo di un gruppo isolato o se invece era ispirato da uno Stato sovrano». Il presidente del gruppo, Rutelli, ha chiesto un immediato dibattito straordinario delle commissioni Interni ed Esteri della Camera. A chi ieri sera gli ricordava l'episodio, Spadolini ha detto: 'Concordo perfettamente con la risposta data da Scalfaro alla interrogazione dei radicali dai quali non prenderò mai lezioni di antiterrorismo». La risposta del ministro dell'Interno ha fissato nel tempo la segnalazione ricevuta dai nostri 007: gennaio 1982. I capi di servizi segreti erano stati appena sostituiti e con loro erano stati allontanati tutti gli uomini della P2, almeno quelli risultati iscritti nelle liste di Lido Gelli. A Santovito, al vertice del Sismi era subentrato il generale Ninetto Lugaresi e cosi pure altri avvicendamenti erano avvenuti al Sisde e in altri delicati organismi. L'operazione fu condotta a livello politico senza l'intervento della magistratura nessun rapporto fu infatti trasmesso all'autorità giudi' ziaria né a livello di denuncia e neppure di semplice informazione. Due le ipotesi: la prima è che i Ubici allontanati non avessero commesso alcun reato e che i sospetti sul loro conto non avessero preso consistenza. In caso diverso, infatti, il capo del servizio avrebbe dovuto fornire all'autorità giudiziaria le prove dei fatti configuratali! come reato. Lo impone la nuova legge che regola 1 servizi segreti con una sola eccezione: che il potere politico apponga il segreto di Stato. La risposta di Scalfaro conferma d'altra parte che nessun tentativo di attentato al presidente della Repubblica sia stato attuato. Ma una ri' sposta definitiva potrà venire soltanto dalla autorità politica alla quale compete la tutela del segreto. Resta da spiegare se i libici espulsi facevano parte di un gruppo di stranieri più numeroso e che sorte sia eventualmente riservata agli altri personaggi «coinvolti» nella vicenda. Scalfaro parla genericamente di più stranieri, ma non precìsa altro. Non indica la loro nazionalità, né il numero, né spiega se essi furono mai identificati. Un riserbo imposto dalla genericità dell'informazione ricevuta o dall'esigenza di tutelare una fonte preziosa? Roberto Martinelli Sandro Pertini, quand'era Presidente della Repubblica (Tel.)

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