Nuove accuse sul Sismi per la strage di Bologna di Ermete Grifoni

Nuove u€€use sul Sismi per la strage di Bologna Al processo Peci si parla ancora di legami tra servizi e Br Nuove u€€use sul Sismi per la strage di Bologna Il pentito Ruzzarti: «Un agente in contatto con Senzani conosceva una persona che sapeva tutto» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ANCONA — Al processo Peci si è di nuovo parlato dei presunti rapporti tra il capo brigatista Senzani e 11 Sismi. Alla deposizione dell'ex vicequestore Molinari si è aggiunta ieri quella di Roberto Buzzatti, il pentito del «Fronte delle carceri» che ha fornito un largo contributo all'istruttoria. In aula si è parlato nuovamente del «contatti» tra Giovanni Senzani e il servizio segreto deviato e dei misteriosi incontri con un agente che sosteneva di conoscere un uomo bene informato sul retroscena della strage di Bologna, tanto che le Br volevano progettare di rapire questa persona per farsi raccontare tutto. Roberto Buzzatti, che continua a celarsi sotto un paio di grandi occhiali scuri e di baffi posticci e come condizione pone prima di entrare in aula l'allontanamento di tutti i fotografi, ha detto che lunedi 8 giugno 1981. due giorni prima del sequestro Peci, parti da Roma in treno insieme con Di Rocco e Senzani per raggiungere San Benedetto del Tronto. Ad Ancona Di Rocco prosegui con una «127», come era nei piani; lui e Senzani rimasero sul marciapiedi della stazione ferroviaria in attesa della coincidenza per San Benedetto. «i4 un certo punto — narra Buzzatti — Semani mi disse di aspettarlo e si allontanò. Passarono 20 minuti e io, che avevo la borsa delle armi, per non rimanere impalato sul marciapiedi, cominciai a gironzolare. Fuori della stazione, vicino al parcheggio, vidi Semani che parlava con un tale appoggiato a un'auto. Era un tipo robusto, sui 45-50 anni, vestito di grigio, capelli corti brizzolati, baffetti, carnagione scura, occhiali con montatura metallica. Poco dopo, sul treno per San Benedetto, chiesi a Semani chi fosse e lui mi disse che si trattava di una persona legata al Kgb ma impicciata anche con i servizi segreti italiani*. Presidente: 'Come, impicciata?-. Buzzatti precisa: «Si disse proprio cosi. Usò questo termine-. E prosegue narrando che Massimo Oidoni, il dissociato che non collabora però con la giustizia e che oggi è tornato in aula per assistere alla deposizione di Buzzatti, il giovedì precedente gli aveva raccomandato di dire a Senzani che aveva telefonato Santini, dandogli appuntamento alla stazione di Ancona per il lunedi successivo. A questo punto Buzzatti dice che quando riferì l'episodio al giudice Priore durante l'istruttoria del processo Moro-ter, gli vennero mostrati alcuni identikit del generale Musumeci ma non vi riconobbe il misterioso Santini. E prosegue: 'Semani durante il viaggio mi spiegò che il contatto con Santini era strumentale perché se ne poteva trarre qualche vantaggio a livello di informazioni. Il "Santini" gli aveva dato alcune notizie su brigatisti sorvegliati dalla polizia e anche su una persona che sapeva tutto sulla strage di Bologna. Tanto che Semani a un certo punto, serio e determinato, mi disse: "Che ne dici se sequestrassimo questa persona e gli facessimo raccontare tutto?".. Sollecitato con domande precise, Buzzatti narra altri particolari di quel colloquio in treno con il suo ex capo Br. Santini forniva notizie anche su alcuni funzionari della Nato, supposti agenti della Cia, che lavoravano nel campo dell'antiguerriglia internazionale e gli aveva anche accennato a un «centro studi» finanziato dalla Cia con questo scopo. Scesi dal treno a San Benedetto del Tronto Senzani gli ingiunse di non far parola dell'incontro con l'agente segreto. Ma Buzzatti ebbe altre due volte l'occasione di riparlarne con lo stesso Senzani. Un giorno, dopo 11 sequestro Peci, gli chiese a bruciapelo: 'Che fine ha fatto Santini?-. E Senzani gli rispose: «L'ho rivisto. Ma quelli danno dieci e pretendono cento». Dal che il pentito desusse che Senza¬ ni non era riuscito a strumentalizzare i servizi come forse si era proposto. La seconda volta fu al tempo del sequestro Dozier, quando Senzani se ne usci con questa battuta riferita all'operazione del generale americano: .L'amico Santini è andato a battere cassa da un'altra parte.. Si torna a parlare dell'Incontro con il sedicente Santini. Presidente: «Che impressioni riportò da quanto detto da Semani?'. Buzzatti: 'Rimasi molto perplesso. Ebbi l'impressione che mi avesse raccontato molte mezze verità e molte mezze bugie. Mi parve strano un contatto soprattutto con il Kgb perché Semani aveva sempre orientato l'organizzazione su posizioni fortemente antirusse definendo il sistema politico dell'Est europeo "social-imperialista"'. E' il momento del confronto con Oidoni. Non dura più di due minuti. Oidoni dice di non aver procurato alcun contatto con Santini e che la circostanza riferita da Buzzatti non è vera. 'Per il resto — dice secco Oidoni — mi avvalgo della facoltà di non rispondere'. Sulla pedana rimane di nuovo solo Buzzatti. Prima di essere congedato fa altre due precisazioni: non gli sembrò strano il contatto coi servizi perché — dice — per i rivoluzionari tali rapporti non sono incompatibili. Del resto, aggiunge forse accennando al sequestro Cirillo, non gli piacevano neppure i rapporti con la camorra. Il processo è stato aggiornato a lunedi prossimo. Ermete Grifoni Giovanni Senzani

Luoghi citati: Ancona, Bologna, Roma, San Benedetto Del Tronto