Due relazioni al governo tedesco «Si può fare a meno dell'atomo»

Due relazioni al governo tedesco «Si può fare a meno dell'atomo» Ricerca commiss'-nata dall'esecutivo (favorevole al nucleare) Due relazioni al governo tedesco «Si può fare a meno dell'atomo» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Un graduale abbandono del nucleare è compatibile con l'economia tedesca. E' quanto affermano gli studiosi dell'Istituto di ricerche economiche della RenatilaVestfalia. Secondo un'altra organizzazione, l'Oeko-Institut di Friburgo, è addirittura possibile la rinuncia immediata alle centrali atomiche. Ciò che rende singolare la pubblicazione di queste opinioni è il fatto che sono il risultato di ricerche commissionate dal governo. Che è favorevole alla prosecuzione dell'attuale programma energetico, in cui l'atomo ha un ruolo centrale. Naturalmente c'è stata subito una irritata reazione del ministero dell'Economia: come è possibile che in sole sei settimane, si chiede una nota ministeriale, i due centri di ricerca abbiano potuto studiare tutte le complesse implicazioni di una strategia energetica totalmente nuova? Le due ricerche erano state commissionate in vista del rapporto sull'energia che Martin Bangemann, ministro dell'Economia, ha promesso per il 1° ottobre. L'energia è uno dei temi centrali della campagna per le elezioni di gennaio. Si fronteggiano la posizione governativa (si alle centrali, col massimo di sicurezza) e quella dell'opposizione socialdemocratica, che al congresso di Norimberga ha varato un piano di abbandono del nucleare ih dieci anni. - ' '1 Il rapporto dell'Istituto di Renania-Ve¬ stfalia, che gravita in area socialdemocratica, riflette precisamente il plano dell'epa. Non si nega che l'operazione presenti del costi, ma si sostiene che l'economia tedesca è in grado di assorbirli. Quanto all'Oeko-Institut, sposa invece la tesi dei verdi: via dal nucleare subito. Anche se, aggiungono i ricercatori di Friburgo, un piano pluriennale è più facile da realizzare. Il ministro dell'Ambiente, Walter Wallmann, ha ribadito ieri l'opzione governativa a favore delle centrali elettronucleari. Wallmann ha varato un programma di verifica della sicurezza: se qualche impianto dovesse risultare inadeguato al più estremi parametri di sicurezza, dice, lo sostituiremo con centrali dalla tecnologìa più aggiornata. I reattori atomici attualmente funzionanti in Germania sono diciannove, producono un terzo dell'energia consumata nel Paese. Se è vero che il principale terreno di scontro fra anti e filo-nucleari è costituito dalla sicurezza e dalle ragioni ecologiche, è anche vero che ha un ruolo essenziale, in questo dibattito, l'analisi delle conseguenze economiche. Secondo il governo l'abbandono dell'atomo farebbe salire 1 prezzi del carbone e del petrolio, con effetti perturbatori anche oltre i confini tedeschi. Sostengono gli antinucleari, confortati ieri dal parere dei due istituti, che la rinuncia al nucleare non creerebbe disoccupazione: perché molti posti di lavoro emergerebbero dalle energie alternative, rivitalizzate da nuove tecnologìe non inquinanti. a. v.

Persone citate: Martin Bangemann, Wallmann, Walter Wallmann

Luoghi citati: Bonn, Germania, Norimberga