Piccoli scatena la rissa di Alberto Rapisarda

Piccoli scatena la rissa Alla Festa de di Cervia riemergono improvvisi i contrasti Piccoli scatena la rissa «Dovevo essere il relatore» - Evangelisti: «No, non è così» - Commenti ironici alla frase di Galloni: «Un partito nuovo, libero dalle tessere» - Arriva Spadolini, Martelli invece non si fa vedere DAL NOSTRO INVIATO CERVIA — Giovanni Spadolini è arrivato. Claudio Martelli non si è fatto vedere. Ricercato come attrazione principale del dibattito sull'avvenire dell'Europa, atteso come messaggero delle intenzioni di Craxi, il vicesegretario socialista ha evitato il confronto. «Tifi ha telefonato dicendo che non ha trovato un aereo privato per venire — spiega Franco Evangelisti ai democristiani delusi, raccolti a convegno —. G(f ho detto: chi non ti ha mandato? Craxi? E lui: verrò venerdì a pranzo per correttezza e amicizia. Grazie per la correttezza, gli ho risposto*. Nessun accenno all'offerta di amicizia. I democristiani non ci credono ai socialisti amici. Li osservano sempre più sconcertati e timorosi. E a metà Festa si scopre che 11 sospetto dello scudocrociato si estende anche ai laici, un tempo considerati innocui alleati. A sera è stato Flaminio Piccoli a dar voce a questi timori che ribollono nel profondo dell'inconscio collettivo de. Tema del dibattito è: la de partito di opinione, di organizzazione, nuovo. Evangelisti riunisce i convenuti sotto le volte del «magazzino del sale». Si scopre che c'è troppo pubblico e s'impone il trasferimento nel più capiente cinema Astra. La base democristiana vuole sapere dai dirigenti di Roma convenuti numerosi quale futuro ha lo scudocrociato. C'è anche il segretario De Mita, seduto in prima fila in platea con una margherita di plastica all'occhiello della giacca. Evangelisti aveva promesso che questa festa doveva essere la logica prosecuzione del congresso. «Il dibattito di oggi deve cominciare a tirare le somme; era la premessa. Il primo oratore è Flaminio Piccoli, ex presidente del partito, ed è subito bagarre. «Ambienti al di sopra di ogni sospetto contrappongono i partiti al Paese. E' in corso un attacco sconsiderato. Si parla di regime, di oligarchia, di soprusi dei partiti? Coloro che ci attaccano in modo metodico puntano al cambiamento del sistema per una scelta dove prevalgano i padroni del vapore. E' tempo di dare risposte chiare a questo attacco iniquo*, esorta Piccoli con una foga che coglie di sorpresa sia gli altri invitati, sia Evangelisti che lo guarda preoccupato. «Si è troppo giocato con la politica spettacolo — prosegue Piccoli —. E nascono nuove ragioni di contrasto. Quello sul nucleare è stato ripresentato dai socialisti col freddo cinismo col quale si può passare da una politica all'altra». Piccoli dà voce ai sentimenti di fondo della base senza più preoccupazioni diplomatiche. Non ne ha neanche verso Ciriaco De Mita che accusa senza citarlo di «misconoscere il ruolo del giornale del partito* inviando i suoi articoli proprio ai giornali di quei gruppi che, secondo Piccoli, tramano contro la de e la democrazia. «Queste influenze laiciste — dice — sono più pericolose per la democrazia italiana di quelle marxtste-lentntste-. Dovrebbe cominciare il dibattito, ma la discussione prende la piega di un happe¬ ning. Evangelisti, visibilmente contrariato con Piccoli, gli dice che ha parlato troppo a lungo: «Questa è una Festa, bisogna stare al programma». Ribatte Piccoli acido: «Debbo dire che quando sono arrivato mi hanno chiesto di fare la relazione generale perché mancava il relatore-. Evangelisti: «So io come vanno le cose. Non è cosi». Piccoli: «Do ora la parola all'on. Galloni, che è diventato all'improvviso, e non so con quale efficacia, il relatore-. La platea assiste interdetta allo scambio di bordate tra i capi allineati sul palco. Galloni parla di un partito nuovo «che è di militanti, libero dai pacchetti delle tessere-. Il pubblico applaude ed Evangelisti lo rimbecca. «Applaudite, applaudite. Afa di cosa fate parte se non di pacchetti e di tessere?-. Le ferite del congresso non sembrano per nulla rimarginate per questo partito che deve ancora scegliersi i dirigenti per combattere la battaglia di primavera, quando dovrà confrontarsi con i socialisti per il cambio di presidenza del governo. C'è chi azzarda ricette per il futuro, come il fanfaniano Mauro Bubbico: «Dobbiamo sfondare a sinistra — dice —. Il nuovo partito deve avere questa missione. Si capisce che a sinistra ci sono prima di tutti i laici e i socialisti e poi i comunisti. Perché questa de che è venuta a tenere la sua festa nel cuore di un territorio "rosso", sembra temere più gli alleati che gli oppositori ufficiali, più i repubblicani e i socialisti che i comunisti-. A sera i democristiani si aspettavano chiarimenti sui rapporti tra de e psi da Rino Formica, messo a confronto con Martinazzoli. Formica ha attaccato a fondo il partito alleato, accusandolo di non aver saputo essere un partito riformista, ma ha lasciato un messaggio aperto: •Amicizia e tolleranza nella lotta politica sono elementi essenziali ma non sufficienti. Occore che le grandi forze ideali inseguano le loro utopie-. Neanche da Andreotti son venuti lumi per gli incerti. Il ministro degli Esteri aveva assistito a Cesena, la sera prima del dibattito, alle corse dei cavalli per quattro ore e mezzo. Ha premiato il vincitore della corsa centrale e ha puntato e vinto tre volte. Pare che abbia riscosso un milione 400 mila lire. «Non c'è dubbio — ha detto Andreotti soddisfatto lasciando l'ippodromo — : questo ^.proprio lo spettacoto più bello del mondo-. Alberto Rapisarda DE,MITA, AL DIBATTITO SULL'EUROPA Cervia (Ravenna). Il segretario democristiano Ciriaco De Mita mentre assiste al dibattito «L'Europa può unirsi?», che si è svolto nell'ambito della 10' Festa nazionale dell'Amicizia (Tclcfoto Ansa)

Luoghi citati: Cervia, Cesena, Europa, Ravenna, Roma