Settembre, andiamo: sul video è tempo di cambiare programmi di Ugo Buzzolan

Settembre, andiamo: sul video è tempo di cambiare programmi Con Testate, troppi telefilm fiacchi su Raiuno e Raidue Settembre, andiamo: sul video è tempo di cambiare programmi A quando l'inizio della stagione 'S6-'87? Tutte le tv assicurano che è imminente, ma i segni ancora non ci sono, e la giornata della domenica ne è una riprova, ove si tolgano i servizi sportivi e qualche ripresa diretta della Rai. E d'altra parte la stessa Rai issa quali pezzi forti d apertura serale su Raiuno c Raidue ancora la serie L'ora del mistero e ancora la serie Miami Vice. A distanza di tempo, come reggono? Con L'ora del mistero, produrone anglo-americana girata in Inghilterra, siamo nell'area del thriller parapsicologico: un genere molto difficile da trattare, e si ha l'impressione che le cose migliori siano finite in testa e che adesso il ciclo arrancai con gli scarti. Il telefilm dell'altra sera, Un grido lontano, aveva un unico pregio, l'ambientazione lungo le splendide coste della Cornovaglia flagellate dal mare in tempesta. Ma il resto non riusciva a stare in piedi: una coppia di amanti in albergo, lei con il timore della sorpresa del marito, lui che si sdoppia e diventa da giovane arzillo un anziano fantasma barbuto die va in giro a predire un delitto a breve scadenza: il delitto avviene ad opera del marito, ma è Va mante che viene incolpato e condannato all'ergastolo dove morirà di vecchiaia. Roba da chiodi, con il povero David Carradine costretto a presentarsi ogni momento in veste di spettro: alla nona o decima apparizione era strano che gli stessi personaggi del racconto non gli sbuffassero in faccia. Il guaio di queste produzioni è che l'industria obbliga, per rifarsi degli investimenti e guadagnarci, a confezionare non tre o quattro telefilm ma dieci, venti, trenta o più: le idee si sfilacciano, le trovate cascano, e immaginiamoci cosa succede in un campo sottile, ambiguo e delicato come quello parapsicologico dove è estremamente facile rotolare nel ridicolo: come appunto Un grido lontano ha dimostrato. Ma non è che la decantata serie Miami Vice resista meglio. L'esordio era stato accompagnato da un battage pubblicitario incredibile: addirittura il ciclo veniva annunciato come sconvolgente e 'rivoluzionario» nel senso che — secondo gli echi che arrivavano dall'America — aveva del lutto cambiato il modo di realizzare un poliziesco sul video. Gonfiature, naturalmente. Non basta die il poliziotto indossi una canotto rosa e viaggi in macchina sportiva di lusso, non basta immettere nella colonna sonora musica rock per dire che si è fatta la rivoluzione. Adesso, dopo tanti episodi — e quello dell'altra sera apparteneva scrupolosamente alla media — si può affermare con tranquillità che Miami Vice, tolti alcuni particolari esteriori e marginali, non esce dalla linea della produzione televisiva americana, confezionata con un certo abile mestiere ma convenzionalissirna (e quindi falsa) e ripetitiva sino all'esasperazione nelle storie e nei personaggiCosa aspettano Raiuno e Raidue a dare un taglio all'una e all'altra serie? Dal canto suo Canale 5 si è affidato l'altra sera alla replica dello sceneggiato Il Golia attende... Che domenica sera fiacca. Siamo a settembre, è ora di svegliarsi. Ugo Buzzolan

Persone citate: David Carradine, Golia

Luoghi citati: America, Inghilterra