La banca torna ai soci di Giampiero Paviolo

La banca torna ai soci La Cassa rurale di Caluso fuori dalla bufera La banca torna ai soci L'assemblea straordinaria dei 532 azionisti ha eletto il nuovo consiglio di amministrazione - Da 18 mesi l'istituto era stato affidato a un commissario designato dal ministro Goria in seguito a un deficit di gestione di 25 miliardi La Cassa rurale e artigiana di Caluso volta pagina: dopo 18 mesi di commissariamento, l'istituto di credito, di proprietà dei 532 soci, ha da ieri un nuovo consiglio di amministrazione. Lo ha eletto l'assemblea straordinaria convocata dal commissario Silvano Ferri. Era stato lui, da un anno e mezzo a questa parte, a sostituire il consiglio, su nomina del ministro del Tesoro Ooria. Una parentesi importante, soprattutto per dare una nuova immagine (o meglio, come dicono a Caluso, per re¬ stituire la vecchia) a una banca che deve fare i conti con un deficit di gestione di 25 miliardi, accumulati durante le gestioni dell'allora presidente Giorgio Balvetti, dimessosi due anni fa. Un disavanzo che gli stessi ispettori della Banca d'Italia definirono a suo tempo «spaventoso, creatosi in larga parte per i fidi concessi a gruppi imprenditoriali sull'orlo del collasso*. Per buona misura alcune di queste aziende agivano fuori dei confini che lo statuto assegnava all'operatività della Cassa rurale. Soltanto ieri comunque il commissario Ferri ha precisato l'esatto ammontare del «buco», davvero consistente se si tiene conto che all'epoca della crisi la Cassa poteva contare su un portafogli annuo di 40 miliardi. Lo stesso Ferri ha precisato che il Fondo di garanzia delle Casse rurali italiane è massicciamente intervenuto, con un prestito di 15 miliardi al tasso dello 0.50 annuo. Entro cinque anni, però, l'istituto calusiese dovrà restituirli. Nessuna anticipazione su chi ottenne i colossali fidi: il commissario non ha fatto nomi, trincerandosi dietro il segreto bancario. Un commento invece sul periodo passato a Caluso: «Sono stati diciatti mesi impegnativi. E' vero però che godevo del vantaggio di poter prendere decisioni molto rapide, riassumendo tutte le prerogative del consiglio d'amministrazione. Il problema più arduo? Restituire l'immagine vera della Cassa, al di là di notizie allarmistiche diffusasi spesso a torto-. E i clienti? -Alcuni li abbiamo persi, altri sono tornati. La massa di denaro raccolta ammonta a 40 miliardi, non molto distante da quella amministrata in passato-. Anche per il nuovo consiglio la strada, con quei 15 miliardi da restituire, sarà tuttaj in salita. La sua composizione: Pasquale Catino, Giuseppe Facciano, Giuseppe Formia, Mario Frola, Aurelio Magaton, Luciano Ponzetti e Ferdinando Viglieno Cossalino; revisori dei conti: Settimio Desideri, Sergio Brizio, Pierpaolo Leone, Pietro Scapino e Giuseppe Actis Alesina. La lista vincente ha goduto di una maggioranza ampia ma tutt'altro che plebiscitaria. Soltanto in seconda convocazione l'assemblea dei soci ha raggiunto il numero legale, e il più votato è stato Magaton, con 94 preferenze su 150. E' proprio lui, stando ai bene informati, il più accreditato alla carica di presidente. Giampiero Paviolo

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