Insulti di Chirac nel Pacifico
I usuili di Chirac nel Pacifico Il primo ministro australiano definito uno stupido dal collega francese I usuili di Chirac nel Pacifico Pacata reazione di Hawke: Parigi risolva la crisi in Nuova Caledonia, per la sicurezza della regione NOSTRO SERVIZIO SYDNEY — Il primo ministro australiano, Bob Hawke, in un comunicato pubblicato domenica scorsa a Canberra, ha ribattuto, senza astio, agli attacchi personali lanciatigli a più riprese da Jacques Chirac durante la sua visita a Noumea. 'Sorpreso» delle dichiarazioni del primo ministro francese, Hawke afferma: »Mi stupisco che, nelle recenti dichiarazioni fatte a Noumea, il primo ministro francese si sia permesso di non rispettare la normale maniera di discorrere tra capi di governo di Paesi che intrattengono relazioni amichevoli. Non ho alcuna intenzione di rispondere con lo stesso tono». Qualche minuto dopo il suo arrivo a Noumea, venerdì mattina, ancora In aeroporto, Chirac si era Intrattenuto con il console generale d'Australia, John Dauth, e gli aveva sussurrato alle orecchie qualche commento non proprio gentile sulla personalità di Hawke. La sera, durante un ricevimento, dichiarava ancora, davanti a Invitati e giornalisti, che il primo ministro d'Australia dimostra 'troppa stupidità» nella sua analisi del problema caledonlano e che lui, Chirac, saluterebbe con piacere un cambio di governo a Canberra. Sabato sera, In una conferenza stampa, Chirac non ha Insistito negli attacchi personali, ma pur riaffermando la necessità di rafforzare la tradizionale amicizia tra Francia e Australia, ha stigmatizzato la politica «caledoniana» dell'Australia: »Io mi chiedo — ha detto testualmente — se qui si vuole creare una situazione che costringa la Francia a lasciare questa regione». Secondo i dirigenti australiani, questa frase, in particolare, dimostra che Chirac ha scelto di non riconoscere ancora la «sincerità» e le 'Sfu¬ mature» della posizione australiana in questa crisi. Pertanto, come aveva scritto Hawke in una lettera allo stesso Chirac il 29 agosto e come ha ripetuto domenica nel suo comunicato, l'Australia ha sempre riconosciuto lo complessità dei problemi ai quali la Francia deve far fronte in Nuova Caledonia», ritenendo la stessa Australia, come sottolinea Hawke, che «le conseguenze della politica francese abbiano un rapporto diretto con l'interesse nazionale legittimo dell'Australia e che questa politica comproniette altresì la sicurezza della regione». Proprio per questo l'avvenire della Nuova Caledonia riguarda l'Australia — il più grande Paese nel Sud Pacifico — e il governo di Bob Hawke non nasconde il fatto di essere favorevole, al pari di altre piccole nazioni del Pacifico, a un'evoluzione relativamente rapida verso l'indipendenza. «La nostra speranza — scrive Hawke nel suo comunicato — è di fare in modo che i problemi che sbarrano la strada dell'indipendenza siano risolti seriamente nell'interesse di tutti gli abitanti di questa società multirazziale». Hawke nega infine che il suo governo conduca una crociata »anglosassone» contro la presenza francese nella regione. E ricorda di aver sempre fatto attenzione a evitare iniziative ostili nei confronti del governo francese per quanto riguarda il problema caledoniano. Se ha sostenuto, a Suva, in agosto, la decisione di inserire la Nuova Caledonia sulla lista dell'Onu dei Paesi da decolonizzare, è perché il governo australiano non aveva scelta: si trattava soltanto di non andare contro le voci della maggior parte dei Paesi vicini dell'Australia. Sylvie Crossmann Copyright «Le Monde» e per l'Italia «La Stampai)
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