« Socialisti rovina del calcio » di Alberto Rapisarda

« Socialisti/ rovino del caldo » Festa dell'amicizia: dibattito su una grande macchina di consenso « Socialisti/ rovino del caldo » Lo ha detto il senatore Evangelisti: «Un tempo tutti i presidenti erano de...» DAL NOSTRO INVIATO CERVIA — -Siamo alla resa dei conti: tra scandali, corruzioni, truffe e fallimenti. Dobbiamo ricercare il consenso del pubblico-. -Siamo al punto di rottura. C'è un fenomeno di rigetto da parte della gente-. Dal lungo tavolo fitto di dirigenti, disposto sul palco del cinema Astra, partono raffiche di denunce, di appelli accorati ai cittadini, di buoni propositi. La Festa dell'amicizia, alla sua terza giornata,- parla di «questione morale». Ma non quella che coinvolge partiti, governi e istituzioni. Si dibatte di calcio, -il nostro sport più caro e più amato-, spiega Franco Evangelisti introducendo 11 dibattito. Il calcio, un'industria «con un fatturato di mille miliardi l'anno, tra diretto e indotto-, come aggiungerà il presidente dell'Ascoli Calcio, Costantino Rozzi. Un'industria malata e in piena crisi. Un grande spettacolo, ma anche una grande macchina per la racI colta del consenso. Calcio e politica non sono poi tanto separati. E i fatti di questi giorni sembrano mostrare destini incrociati con strane coincidenze. Il democristiano senatore Franco Evangelisti ha chiamato a raccolta compagni di partito ed esterni per discutere sul tema: «Dal mondiale dell'86 al mondiale del '90». Finiranno col parlare solamente delle vicende dell'oggi: quelle di una «società separata», con una sua giustizia e sue singolari regole economiche, che è arrivata alla resa dei conti, travolta da debiti e scandali. Al punto che è dovuto Intervenire un «giustiziere» al di sopra delle parti per tentare di salvare il salvabile. Un commissario straordinario, una sorta di presidente da governo di emergenza del calcio, che è poi Franco Carraro, socialista. Lui è seduto al centro del tavolo e accanto gli stanno alcuni degl'lnquisiti. li presidente della Roma, il senatore democristiano Dino Viola, squalificato per tre anni dalle partite Internazionali con l'accusa d'aver tentato di corrompere l'arbitro dell'incontro Roma-Dundee. Italo Allodi, direttore genera- le del Napoli Calcio, Infine prosciolto dopo essere stato inquisito per lo scandalo del calcloscommesse. E poi l'on. Tonino Matarrese, presidente della Federazione Italiana calcio, e Costantino Rozzi, dell'Ascoli, entrambi de. Calcio e politica sono unificati nelle stesse persone allineate a quel tavolo. Un calcio a prevalente guida de? -Non più — risponde sconsolato 11 senatore Evangelisti —. Dagli Anni Cinquanta e per una ventina di anni ce ne impadronimmo facendo del calcio uno degli strumenti della nostra egemonia. Tutti i presidenti di squadre erano democristiani-, ricorda con nostalgia. E poi? -Poi sono arrivati anche i socialisti: Sordillo, Campanari, Gussoni. E, da quando è in mano loro, da circa otto anni in qua, il calcio è in crisiEppure è stato chiamato proprio un socialista come Carraro per tentar di salvare 11 salvabile. Il passaggio di mano alla guida del calcio come l'alternanza fra de e psi alla guida del governo nazionale? Carraro come Craxi? -C'è solo una coincidenza — ammette Evangelisti — Craxi ha promesso che se ne andrà ad aprile. E Franco Carraro dice oggi che anche lui lascerà la guida della federazione calcio tra aprile e maggio-. E' vero che 11 commissario straordinario Càrraro 's'è''riè' andrà, ma solo dopo avere avviato una -rifórma istituzionale- del calcio italiano in modo che «si possa passare ad un nuovo statuto, nuove regole e nuove elezioni-. Carraro spiega: «Una riforma che va fatta avvalendosi di esterni che portino una visione asettica ed estranea-. E, sembra voler dire, pulita e disinteressata. Insomma il calcio pare voglia autoriformarsl. Potranno farlo anche 1 partiti subissati di accuse di eccessiva invasione delle istituzioni? -I politici non potranno mai su- bire una crisi economica sulla loro pelle. Il calcio si — è la risposta di Costantino Rozzi — la differenza sta tutta qui-. L'impresa calcio è fallimentare, denuncia Rozzi polemico, perché è costretta a pagare ai giocatori stipendi eccessivi. Anche le piccole società debbono farlo se vogliono rimanere in serie A. I calciatori chiedono e le società non sono state ancora capaci di rispondere no contrapponendo loro una sorta di -Confindustria» del calcio. Il senatore Viola propone che ci sia un diritto di prelazione all'Ingaggio dei giocatori da parte delle squadre proprietarie, e che le offerte siano pubbliche. Faticosamente 11 mondo del calcio cerca di darsi regole economiche certe, dopo anni dì finanza allegra. «Afa si. Diciamolo. Se oggi uno vuole organizzare un bel fallimento fa il presidente di una squadra di calcio-, denuncia Evangelisti. Alberto Rapisarda

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