Harley-Davidson una moto dall'America

Harley-Davidson una moto dall'America Harley-Davidson una moto dall'America ^ Sembra un salotto ma è un fuoristrada CHI non ricorda «Il selvaggio» con Marion Brando, o «Electra Glide» con Robert Blake, o ancora «Easy Rider» con Peter Fonda? Film di successo, senza dubbio, che avevano un comune denominatore: la motocicletta, anzi la Harley-Davidson. la «regina» del Circo multicolore a due ruote. Dopo anni di silenzio, il colosso americano fa nuovamente sentire la sua voce. E' di pochi giorni fa la notizia che la società è tornata a Wall Street con un pacchetto di 92 milioni di dollari che serviranno per un rilancio in grande stile della classica Harley- Dopo anni di decadenza la casa d'oltre A tlantico lancia una nuova linea Davidson, modificata e più confortevole. E presto si assiterà, anche sul mercato italiano, alla sfida Usa-Japan con Honda. Suzuki e compagne da una parte e la Harley-Davidson dall'altra. La grande marca americana era di moda negli Anni Sessanta, ma il suo astro impallidì verso la metà degli Anni Settanta. E i motivi sono lampanti. La gioventù americana (ma anche quella europea e italiana) accusava i tecnici di non aver saputo adeguare la linea della grande moto alle esigenze dei tempi e della moda: «Molto meglio — si disse — un modello giapponese da cross o da trial». :?! E dire che la Harley-Davidson è sempre stata l'emblema delle contraddizioni degli States. Veniva usata dalla polizia stradale che la chiamava Electra Glide. ma anche dai teddy-boy. dagli Hell's Angels. Oggi la Harley-Davidson è ancora il mezzo usato dai poliziotti della California Highway Patrol. 1 famosi «Chip» dei telefilm che sono arrivati anche in Italia. Che cosa non piaceva ai giovani e perché i dirigenti della Harley-Davidson sono convinti di riuscire a conquistare nuovamente il mercato internazionale? La moto americana, come le auto dalle lunghe code, la Cadillac per tutte, era un sogno che verso la fine degli Anni Sessanta divenne realizzabile per parecchie persone. Girare in groppa ad un bolide da 1200 ce era simbolo di benessere e anche di potere. Poi le grandi crisi economiche coinvolsero anche 11 nostro Paese, mentre dal Giappone arrivavano le prime moto, di minor cilindrata, ad un prezzo più abbordabile e sicuramente più funzionali (v'immaginate girare nel caos di Milano. Torino o Roma con una moto grande quasi come un'utilitaria?) e anche alla moda con i grossi molloni delle sospensioni, le marmitte un po' aperte, gli specchietti retrovisori e i colori vivaci. I! tramonto della Harley-Davidson è iniziato proprio così. La crisi del «bastimento» a due ruote ha coinciso con il boom delle moto da cross e da trial e le prime macchine enduro, quasi tutte made in Japan. Due ruote molto leggere senza superfluo, di centauri in gonnella. Adesso il colosso americano dice basta e chiede il bis. Presto si conoscerà la nuova linea, mentre la gloriosa Harley-Davidson la potremo ancora vedere nei garage di qualche collezionista o nei telefilm dei Chip. f. pan. mezzi molto maneggevoli e dalle prestazioni sorprendenti. L'ideale cioè per un giovane che ama anche essere un po' in primo piano. La moto leggera e divertente da guidare è riuscita anche a contagiare le donne, creando un vero e proprio esercito CI sono 45 gradi all'ombra? Nessun problema. La temperatura è a — 20? Nessun problema. E le comodità? Da salotto del Duemila. Non stiamo parlando di una casa isolata fra due pareti termiche, ma di una vettura, anzi dell'ultima generazione dei fuoristrada. Si chiama «Magnum» ed è (finalmente) «made in Italy». Lo produce la Rayton Fissore che ha sede a Cherasco (0172: 488.001). E' un mezzo 4WD, ?cioè a trazione integrale, !che unisce le caratteristi- che della vettura da pista all'eleganza delle auto più alla moda. Ed è un fuoristrada che era atteso dal mercato perché non tutti, sia chiaro, amano la vettura integrale rigida e senza alcun com¬ fort. Cosi, dopo l'invasione del «made in Japan» anche l'Italia ha deciso di incominciare a studiare e a creare un fuoristrada che avesse tutte le caratteristiche tecniche delle tradizionali quattro ruote motrici, ma che in più possedesse in cabina un autentico salotto. Alla Rayton di Cherasco non hanno dubbi: «Il Magnum è stato arricchito anche da una versione Vip, che è un modello estremamente sofisticato, concepito espressamente per il pubblico più esigente. I! motore Alfa Romeo 6 cilindri a V di 2500 ce che lo equipaggia, consente al Magnum Vip prestazioni di assoluto rilievo su strada come in fuoristrada». E' necessario però individuare chi è e come si comporta l'amante del fuoristrada chic per poter capire com'è stata concepita questa nuova vettura. Lo sportivo della trazione integrale si divide in due precise categorie. La prima è rappresentata dai giovani e meno giovani che usano il fuoristrada per fare fuoristrada, cioè per viaggiare incontro all'avventura, guadare fiumi, superare pendenze incredibili, patire sulle strade militari di montagna. La seconda categoria è rappresentata da tutte quelle persone che amano il fuoristrada, ma non affronteranno mai i rischi di un percorso accidentato. Vogliono possedere una trazione integrale, ma la preferiscono lucida e agli sterrati preferiscono le comode autostrade. Verso questa clientela particolare delle 4WD la Rayton Fissore ha spostato la sua attenzione di carrozziere specializzato in fuoriserie. Così è nato il Magnum che nella versione Vip rappresenta davvero il massimo dell'elegenza e del comfort oggi esistente sul mercato internazionale. Il Vip monta un propulso¬ re Alfa Romeo 6 cilindri a V di 2,5 litri, alimentato per mezzo di iniezione elettronica, capace di erogare una potenza di 160 CV Din a 5600 giri al minuto. Questo significa che. oltre a permettere la massima mobilità in ogni condizione di marcia, il Magnum Vip può raggiungere la velocità di 170 chilometri all'ora. L'integrale della Rayton Fissore monta anche nuovi ammortizzatori e freni anteriori con dischi ventilati. La grande novità rispetto alle vetture 4x4 della stessa capacità sta nell'interno. Il Magnum Vip è stato ribattezzato il salotto mobile del Duemila e questa definizione fa sorridere i progettisti. L'interno del Vip è allestito con speciale pelle pregiata per il rivestimento dei sedili, della plancia, del tunnel centrale e dei pannelli delle porte. I sedili sono stati invece elaborati con particolari schiumati per l'avvolgimento totale del passeggero. La moquette in boucle riveste il pavimento e il vano bagagli. Una lussuosa borsa da viaggio in pelle con personalizzazione Magnum Vip viene fornita a richiesta con la vettura. Ma il salotto mobile del Duemila non è ancora al meglio: completano gli allestimenti di serie gli inserti di radica sulla plancia e sui pannelli delle porte, i vetri a comando elettrico su tutte le uscite, la chiusura centralizzata, rimpianto stereofonico con radioregistratore antifurto e antenna elettrica esterna automatizzata, i cristalli atermici, gli specchietti retrovisori esterni a regolazione elettrica, l'impianto di climatizzazione, lo sterzo servoassistito. i differenziali autobloccanti su entrambi gli assi e i cerchi delle ruote in lega leggera. Ecco perché molte persone hanno sostituito l'avventura con il piacere di un viaggio. Fiorenzo Panerò

Luoghi citati: America, California, Cherasco, Giappone, Italia, Milano, Roma, Torino