Rotta sullo Stretto, ma quali porti?

Rotta sullo Stretto, ma quali porti? Rotta sullo Stretto, ma quali porti? ve costruzioni. Obbligatoria una cena di buon'ora al Ristorante Eea (vecchio nome greco dell'isola) con splendida vista sulla rada. Venticinque miglia più a Sud Ventotene accoglie i più fortunati nel suo riparatissimo porticciolo romano. Gli altri staranno nel cosiddetto porto nuovo dove le ancore arano e c'è risacca con venti da Levante. Chi ha tempo ci vada dal 18 al 20 settembre, per la festa della patrona Santa Candida. Procida è una tappa da non mancare. Discreta e appartata rispetto al gran clamore che travolge la più celebre e vicinissima Ischia, Procida è una isola di marinai. Su 20 mila abitanti, 2 mila sono o sono stati imbarcati e moltissimi sono comandanti. E' la tradizione della marineria borbonica che prosegue. Sono questi marinai che hanno voluto conservare l'isola per sé e per i propri ritorni, tenendo il più possibile lontano i turisti. A Procida si può ormeg¬ stato l'unico fattore di crisi per il turismo nautico, sono diminuiti anche i turisti in barca di altre nazionalità, a cominciare dagli italiani. In tutti i porti che ho toccato scendendo da Fiumicino verso il Sud, mi annunciavano una riduzione di naviganti del 60 per cento. A Capri, nel pieno dell'estate, era possibile trovare posto in banchina senza difficoltà. In paese i negozi erano deserti, salvo il sabato e la domenica, quando arrivava il turista pendolare. Una delle ragioni che scoraggiano il navigante ad affrontare le rotte del nostro Sud è il timore di non trovare porti accoglienti. In realtà qualcosa sta cambiando. Ecco una rassegna delle soste vecchie e nuove sperimentate scendendo da Fiumicino a Reggio. Ponza è sempre la stessa con pregi e difetti. In pratica non ha un porto agibile e bisogna stare In rada guardandosi dai venti di NordEst e Est. In cambio il paese conserva la sua aria esotica, non deturpato da nuo¬ giare al porticciolo turistico di Chiaiolella, ma è molto caro. C'è posto gratis anche nel porto nuovo creato accanto a quello dei pescherecci e dei traghetti sul lato di Capo Miseno. Gli intra¬ prendenti fratelli Ghion, che fanno gli ormeggiatori, vi procureranno acqua a modico prezzo. H rifornitore di nafta è in banchina. Da non mancare la granita di limone del Bar Roma, la mi¬ gliore del Medio e Basso Tirreno. Visitate il villaggio dei pescatori a Corricella. una favolosa kasba multicolore. Scendendo verso Capri, dopo aver fatto lo slalom tra fiumi di spazzatura e relitti che infestano il golfo di Napoli, merita una sosta il piccolissimo porto di Massa Lubrense, dietro lo scoglio di Vervece, sulla penisola sorrentina. Entrati con grande cautela da un passaggio stretto come una fessura, si viene ormeggiati su corpo morto e si sale direttamente sulla terrazza di un ottimo ristorantino. Esperienza assai gradevole. Appena doppiata punta Campanella, sul lato Sud della penisola, altra tappa gastronomica obbligata a Nerano. Avvisterete barche all'ancora. Date fondo sul lato destro della baia e una barchetta verrà a prelevarvi per portarvi al ristorante di Maria Grazia, pensilina sul mare. Pranzo memorabile con cucina locale che merita le 40 mila lire del conto. Una comoda tappa successiva, è Acciaroli. poco dopo Punta Licosa, nel Cilento. Ottimo porto di partenza per le Eolie. Hanno banchinato anche il molo esterno, c'è acqua e carburante. Attenzione allo scoglio sommerso proprio sulla rotta per entrare in porto da Sud. che affonda diverse barche l'anno. Nessuno si cura di segnalarlo in modo visibile. Dopo Capo Pahnuro c'è un buon porto a Marina di Camerota dove stanno ampliando le banchine. Cenare da Valentone sulla piazzetta. Passare una notte a Cala Infreschi, ex base per tonnara, con sorgenti di acqua dolce e un fantasioso posto di ristoro in una grotta. Tutto il Cilento merita una sosta per le sue acque pulite e per le belle coste poco costruite. Più giù. a Scalea per esempio, si raggiunge il top della mostruosità visibile dal mare nella speculazione edilizia vacanziera. Saltare il cosiddetto

Persone citate: Cala Infreschi, Campanella, Maria Grazia