Enigmatiche strade della Moravia quali sono i posti di Kundera?

ESTATE PER VIAGGIATORI CHIC ESTATE PER VIAGGIATORI CHIC Enigmatiche strade della Moravia quali sono i posti di Kundera? ga ricorda al viaggiatore quanto i paesaggi di Kundera siano tormentati da un desiderio di fuga silenziosa dalle grandi città: lo spazio solare e malinconico del campi evoca sia la Tereza della 'Leggerezza dell'essere-, tentata dalla poesia dei cimiteri, sia la Lucie de «Lo scherzo*, che vive con Ludvlk la sintonia della solitudine. Soltanto Praga non può più essere quella sporca del carbone del suoi riscaldamenti, decadente e mitteleuropea, come la frequentarono Kundera, Forman, Kohout, Trnka, Seifert... Chi volesse ritrovare l'atmosfera, gli ambienti, le luci di tanti momenti della cultura cèca deve scegliere tra due tentazioni: puntare verso la bianca erotica Marjanske Lazne (Marien Bad) del «Valzer degli addii», o tornare Indietro, nel Settentrione della Moravia, a Osti-ava, a cercare gli alberi coperti dalla «neve nera» delle miniere? Il chiaro contrapposto allo scuro simboleggia lo stato d'animo in cui il visitatore viene a trovarsi in Cecoslovacchia, quando s'impunti a voler percorrere i libirinti segreti, da Kafka a Kundera, da Holan a Hrabal, nascosti sotto l'apparente dolcezza di tanti paesaggi. Cristina Bongiorno KUNDERA è nato a Praga o a Brno? La cosa è di scarsa importanza pratica ma ha un suo significato. In questo piccolo Paese al centro dell'Europa che è la Cecoslovacchia tutta la storia — spesso anche la sorte personale — appare incerta. La Moravia, la più antica delle regioni della Repubblica poolare di cui fa parte con Boemia e Slovacchia, soffre di un'inesorabile crisi d'Identità. Al punto che il suo più grande scrittore contemporaneo, appunto Kundera, le ha giocato lo scherzo di modificare il proprio principale dato anagrafico, perché essere nati a Praga, anziché a Brno. assicura in Occidente una facile identificazione etnica. In questo gioco c'è molto più di una semplice civetteria letteraria. Kundera, nato a Brno il 1° aprile del 1920, non mal ha descritto la sua pur bella città d'origine; in cambio ha ambientato i suoi migliori romanzi nella regione. Il paesaggio moravo è verde di foreste e, in estate, esibisce le sue distese di frumento e segala ancora pallide, con macchie d'erbe selvatiche che denunciano quanto sia approssimativa la coltivazione di queste valli (amministrate da cooperative la cui conduzione contrasta con la tradizione). A Brno è d'obbligo co¬ decorati con prezzemolo e cetriolini salati. Per chi non guida l'auto (qui il controllo della polizia stradale è severissimo) la conclusione ideale è l'ottima vodka di Brno, che supera decisamente quella russa e persino quella polacca. Per il soggiorno, il Cedole risolve molti dei nostri problemi logistici; la targa di questa agenzia nazionale dell'ospitalità è ben visibile in ogni cittadina. Se anziché quello degli alberghi dalla prestigiosa «cucina internazionale» si scorre l'elenco dei privati autorizzati ad affittare camere, si può incontrare un'amicizia generosa. Gli anziani parlano il tedesco, i giovani immancabilmente l'inglese. Se sei fortunato, trovi anche chi mastica un po' di italiano. La campagna attraversata dall'autostrada per Pra¬ no finito con accogliere intellettuali e tecnici epurati, costretti a calarsi nella condizione contadina. E' il modo In cui il potere centrale h& colmato i vuoti dell'emigrazione del giovani dalla campagna alle città. Ciò spiega perché, passando per questi luoghi, da Brno ad Adamov, Blansbo, Tisnov, SIoup, Plumlov, Prosteyov, si prova un inspiegabile senso di straniamente: il doppio vuoto finisce con l'esaltare architettura e paesaggio. Ci si può spingere fino ad Olomouc, celebre centro storico, con vaste coltivazioni floreali e cittadella ben attrezzata turisticamente. Accanto all'antico castello della dinastia Premislyde, una tradizionale «hostinec» offre birra deliziosa, ma soprattutto il tipico piatto nazionale: involtini e knedliky munque una visita allo Spielberg, perché qui non solo Pellico e Maroncelli sperimentarono il «carcere duro», ma l'intera cultura locale ebbe modo di esprimere una disponibilità al «servizio», umanizzato al massimo, sulla quale Kundera e Hrabal ironizzano malinconicamente. Non c'è villaggio, qui, che non conservi con gelosia abituale il palazzo antico (ora, magari, sede di qualche ufficio statale), la fontana barocca nella grande piazza, la torre di guardia e il monastero semivuoto. Ognuno, comunque, con una sua particolare, inconfondibile identità. Come racconta «L'insostenibile leggerezza dell'essere: la Moravia agricola e l'intero entroterra, ad ogni svolta avvenuta all'interno del «socialismo reale», han¬ tra i monasteri ortodossi serbi

Luoghi citati: Adamov, Cecoslovacchia, Europa, Olomouc, Praga, Slovacchia