Le tre sorelle che eccitano il sistema nervoso centrale

Le tre sorelle che eccitano il sistema nervoso centrale Le tre sorelle che eccitano il sistema nervoso centrale l'effetto a livello delle cellule del sistema nervoso. Tra le più moderne e note ipotesi sul meccanismo d'azione del caffè, una potrebbe spiegare l'azione euforizzante: il caffè conterrebbe, oltre alla caffeina, una sostanza dell'azione simile a quella degli oppiacei, in grado di stimolare i ricettori degli oppiacei localizzati nel cervello. Questa sostanza contenuta nel caffè, sia naturale che decaffeinato, è un potente nuetralizzante dell'azione del naloxone, il quale neutralizza a sua volta l'effetto di molti oppiacei. Si sostiene dunque che una sola tazza di caffé contenga l'equivalente di un terzo di una fiala di naloxone. Questa notizia farà certamente piacere ai bevitori di caffè decaffeinato, anche se lo renderà meno innocente di quanto fosse ritenuto (e reclamizzato). Tra le altre azioni meglio conosciute della caffeina c'è quella di inibire l'effetto di una sostanza che si trova pure nel cervello, l'adenosina, che ha una forte azione PERCHE' si beve i' caffè? Il caffè contiene una sostanza, la caffeina (circa 100 mg/tazza) che è uno degli stimolanti meglio conosciuti del sistema nervoso centrale. La caffeina rende più allegri e, alzando il nostro umore, accelera il polso e aumenta la funzioni cerebrali, rendendoci più attenti e svegli. E' soprattutto il senso di benessere dal quale diventiamo rapidamente dipendenti che ci induce a continuare a bere il caffè (o il the). I maggiori consumatori di caffè sono i finlandesi, con un primato mondiale di quasi 13 chilogrammi a testa per anno, seguiti da vicino dagli altri Stati nordici. L'Italia si piazza bene, ma non è certo in testa alla classifica. Negli Stati Uniti 5 chilogrammi a testa per anno) il consumo del caffè è diminuito progressivamente dal 1960 in poi. parallelamente a un aumento delle bibite gassate, alcune delle quali (Coca Cola, Pepsicola) contenenti caffeina (40 mg/lattina). Facendo i dovuti calcoli, un consumo medio di 200 milligrammi di caffeina al giorno (che può provenire anche dal the e dal cioccolato) può provocare qualche disturbo (batticuore, acidità di stomaco, perdita di sonno), ma non è certo fatale. La dose minima che abbia mai causato un decesso nell'uomo è 57 milligrammi ogni chilo di peso corporeo, somministrata per endovena (circa 4 grammi). La dose che ucciderebbe il 50 per cento dei consumatori è piuttosto alta, dell'ordine di 200 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo. Per questo un effetto mortale immediato non è certo un pericolo reale per chi beve caffè (anche molte tazze al giorno). La dose minima per ottenere un'azione stimolante è di circa 80-250 mg (cioè una tazza o due di caffè). Una dose di 600 mg al giorno (5-6 tazze al giorno) è considerata un livello dannoso per chiunque. Attenti dunque al superdosaggio. Poiché si tratta della droga più comune (con l'alcol), molti ricercatori ne hanno studiato Gli animali in pericolo sono sentiti come un problema, le specie

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