La tecnologia sub solleverà il «Titanic»?

La tecnologia sub solleverà il «Titanic»? La tecnologia sub solleverà il «Titanic»? LA scoperta nel settembre dell'85, e la ripresa televisiva conclusasi mercoledì scorso del relitto del Titanic, adagiato da 73 anni sul fondo dell'oceano, hanno riacceso la curiosità intorno ai tesori sommersi, veri o presunti. La tecnologia degli interventi subacquei oggi è talmente avanzata che in molti casi il recupero è limitato soltanto da fattori economici. ' Ci sono casi, però, in cui il bottino giustifica lo sforzo. I sommozzatori della «Treasure Salvors Inc.- hanno pescato, nel tratto di mare Vicino a Key West in Florida, i tesori che erano a borao della «Nuestrà Senòrà Be Atocha. affondata1 nel i J622. Gli israeliani'recentemente hanno annunciato il ritrovamento di tre navi di Varie epoche storiche delle quali una appartenente al 'periodo ellenistico e un'altra del quattordicesimo secolo avanti Cristo. Un anno ■fa un gruppo di archeologi 'dell'Università di Oxford ha portato in superficie la chiglia di una nave etrusca probabilmente affondata nel 610 a.C. su una secca dell'isola del Giglio. , I tesori trovati sono diversi nei tre casi, ma sono co•munque estremamente interessanti. La «Nuestra Seftora de Atocha» era salpata dall'A•vana. diretta a Madrid, carica dei tesori del Nuovo ■Mondo: oro in catene, mo-nete e altri gioielli, argento 'e smeraldi. Delle navi trovate dagli israeliani quella ;del 14° secolo a.C. ha regalalo una spada cananea con l'impugnatura di legno ancora intatta, quella del periodo ellenistico conteneva giare, oggetti di bronzo e " OLTE operazioni bancarie e commer" ciali. prima condotte di persona, per telefono o per corrispondenza scritta, sono oggi effettuate mediante i nuovi sistemi di comunicazione elettronica. Ben noto per esempio è il servizio «Bancomat», che consiste nell'installazione di una vasta rete di sportelli automatici, per mezzo dei quali il cliente, disponendo di un apposito tesserino e di ùn numero segreto per l'identificazione personale, può eseguire un certo numero di operazioni, destinalo a ampliarsi in futuro. Analoga è la funzione dei terminali collocati presso ialcuni grandi magazzini, the consentono il pagamento tramite carta di credito, con trasferimento automalico di fondi dal conto del .cliente a quello del venditore. L'inevitabile ampliamento dei sistemi mediante collegamenti con apparecchiature telefoniche, terminali e calcolatori personali, ha •incrementato il numero dei 'potenziali ladri di informazioni. Le «parole d'ordine» e i numeri telefonici segreti siresso si sono dimostrati inadeguati a prevenire i Jurti di informazioni da "«arte di persone capaci, tal- : ^.Iptttw f\naei*% CfkiHmQnn RICERCA SUBACQUEA: Esplorazioni tra i relitti in fondo all'oceano, dei tecnologi, Stefano Pavan e Ciino Papuli / INFORMATICA: I^e tecniche degli : CJgBjMg> VgUC3U& sClliiUaUa scassinatori di computer, di Giampietro Allasia, titolare della cattedra di Calcoli numerici all'Università di Torino / GEOFISICA: Come si è formato il Monte Bianco, del geologo Corrado Cigolini / ZOOLOGIA: La società degli eterocefali, dell'etologa I. Lattes Coifmann / MEDICINA: I tre sessi, di Ezio Giacobini, dell'Università del Sud Illinois braccialetti, mentre la terza nave aveva a bordo molte monete di rame siriane. Il bottino più interessante, come testimonianza del passato, è senz'altro quello della nave etrusca: un calibro di legno, quattro flauti doppi, punte di frecce, vasi greci ancora integri, lampade, lingotti di rame e di ferro, e anche l'elmo del comandante in stile corinzio Stranamente poca vegetazione marina sullo scafo e marina afo Dulie ultimi' esplora/inni effettuate con il batiscafo «Aiuti» dal gruppo di ricerca sottomarina della W'ood Itole Oceanographic In,iituiion desjli Stati I ititi. guidato dal geologo marino Robert Italiani, risulta che lo scafo del «Titanic» mentre affondava, alla profondità di circa 300 metri a causa della pressione avrebbe subito una deforma/ione esplosiva, seguila dal distacco del settore di poppa. Infatti la parte poppiera si trova sul fondo distante circa 200 metri dal resto della nave e ruotata di 180 gradi rispetto alla parte maggiore dello scafo. I.e due parti del «Titanic». quando 75 anni orsono avvenne il naufragio, sarebbero giunte già separate sui fondale a 3750 metri dove oggi si trovano. Il settore prodiero risulta sprofondato nella sabbia del Tondo per 15 metri con un gran fiore inciso sul davanti e due serpenti sui lati. Le storie dei ritrovamenti sono travagliate da battaglie legali e rischi mortali: all'Isola del Giglio è deceduto per collasso cardiaco il sub Wynter Tustian, nei Caraibi il cercatore di tesori Mei Fisher ha perduto in mare il figlio, un amico e la moglie. Il fatto è che trovare tesori sommersi è estremamente difficile e faticoso. Se la tecnica ha fornito strumenti determinanti per Molti cifrari segre de difficile l'individuazione. Questa è la ragione per la quale ancora si riescono a fare ritrovamenti interessanti anche a profondità non elevate, come è il caso dell'isola del Giglio, ma è inoltre una protezione naturale importantissima in quanto rallenta l'azione ossidante ed anche quella biologica che provocherebbero vari animali unicellulari in¬ Ciminiera intatta casualmente urtata dal batiscafo "Argo'' mentre il legno si conserva già meglio come dimostra ad esempio il ritrovamento nel 1982 della Mary Rose La maggioranza dei ritrovamenti sono quindi, oltre a terrecotte, ceramiche, marmo, osso e corno, generalmente in buono stato di conservazione, i metalli e le pietre. Più i metalli sono nobili meglio di conservano. Il ferro si ossida con facilità Pennone di prua intatto ma manca il guidone le ricerche sul fondo dei mari, non per questo è riuscita a diminuire lo stress di un lavoro che comporta non solo fatica, ma anche l'ansia frenetica di arrivare per primi. Sonar e apparecchi sofisticati consentono ormai di perlustrare palmo a palmo centinaia di chilometri quadrati. L'Istituto francese di ricerca e sfruttamento del La nave è leggermente inclinata sulla sinistra Albero fortemente inclinato Ancore sistemate al toro poster- mare che ha scoperto il Titanic, ha utilizzato un «sonar acustico rimorchiato» che può scandagliare sino a 6000 metri di profondità rivelando oggetti anche sepolti dalla sabbia. Mei Fisher ha utilizzato, oltre al sonar, giganteschi tubi che spazzavano via gli strati di fango per permettere ai sommozzatori di setacciare la sabbia con rivelatori di metalli e rastrelli. I relitti infatti sono di solito sommersi da una spessa coltre di sabbia che ne ren- e rapidamente va distrutto: argento e oro giungono in perfette condizioni. Monete e lingotti superano tranquillamente anche mille anni di immersione. L'anfora di età tardo imperiale ritrovata da un pescatore in Toscana, una decina di anni fa, era d'argento, mentre sono d'ora le monete della Mary Rose e del galeone Atocha. Anche il piombo, lo r.tagno e il peltro resistono abbastanza bene: ceppi d'ancora e vasellame di questi materiali sono sta¬ crostandosi alle opere sommerse. Paolo Parrini, in uno studio per la società Larac, osserva che l'acqua marina con il suo carattere basico (pH ira 7,4 e 8,2) e la presenza di vari gas, fra cui l'ossigeno, ha un buon potere ossidante. Gli effetti dell'aggressione variano secondo la temperatura, il grado di salinità e il tempo di immersione, ma in genere è eccezionale ritrovare oggetti di materiale organico come tessuti, pelle e carta. reti finora non si sono dimostrati sicuri: soltanto il Sistema V ti ad esempio trovati nella nave olandese Witte Leuw affondata nei pressi di Sant'Elena nel 1613. Dopo l'oro, il materiale che meglio si conserva è l'ottone, tuttora impiegato nella fabbricazione di accessori per le navi. Anche il bronzo spesso si mantiene bene, infatti avvelena la fauna marina che lo attaccherebbe sciogliendo lentamente il rame che costituisce questa lega e subisce solo delle corrosioni chimiche da parte dell'acqua. Famosi bronzi ritrovati in mare sono, oltre ai famosi guerrieri di Riace, la statua di Poseidone .di Istiea ora al Museo di Atene, la testa del filòsofo di Porticello che si trova a Reggio Calabria e l'atleta di Lisippo che fa bella mostra di sé nel Paul Getty Museum in California. Dell'atleta di Lisippo si è parlato qualche tempo fa nel convegno di Fano su «I tesori sommersi in Adriatico». Nei primi anni Sessanta un pescatore lo trovò in quel tratto di mare proprio di fronte a Fano noto come «la fossa del diavolo» perché in quella zona sparivano o si rompevano le reti da pesca a strascico. Un antiquario umbro lo vide tutto pieno di incrostazioni in un sottoscala e lo comprò per poche migliaia di lire rivendendolo poi in Svizzera, da dove volò poi in California. Di qui la decisione di scandagliare accuratamente la «fossa del diavolo»: sembra che in quella zona sia affondata una nave carica di tesori d'arte che venivano portati da Ravenna a Costantinopoli. Stefano Pavan Vernam ha resistito a tutti gli attacchi