Per l' intellettuale la vacanza non vale

Per Pintellettuale la vacanza non vale Per Pintellettuale la vacanza non vale ORA che sono finite, piacerebbe sapere se dalle vacanze si sono davvero così pertinacemente astenuti tutti quegli scrittori ed intellettuali che sull'ultimo Tuttolibri prima delle ferie agostane ci hanno assicurato che, per carità, loro in vacanza non ci sarebbero andati mai, meglio un colpo di pistola, la galera, l'infarto, piuttosto che mettere piede a Courmayeur o a Forte dei Marmi. Tranne Patrizia Carrano, che almeno ammetteva qualche cavalcata in Bretaena, f'tpìer^'.Kito praticamente un plebiscito: rutti un «Lei non sa chi sono io, le paio forse il tipo io da andare in vacanza?» e poi, subito dopo: «Ma com'è possibile che esistano ancora dei bruti che ci vanno?». L'aspetto più consolante delle suddette opinioni sulle vacanze, infatti, appariva alla fine proprio questo: il genuino sentimento democratico, l'umana consapevolezza di cos'è la vita della gente comune, di cui esse erano così palesemente impregnate. Lidia Ravera ci confidava accorata che le "fanno pena le persone oppresse dal dovere essere» (della vacanza, naturalmente; quanto a lei: "ho ispirato la mia vita all'eliminazione della vacanza»: ma non ci sono cause migliori?). Perentorio invece Piero Camporesi: "L'estate è diventata la più volgare e la più inutile di tutte le stagioni. Andare da qualche parte non serve a niente»; mentre Franco Fcrrarotti ci abbagliava con la rivelazione che «il feticismo delle vacanze è il sintomo più significativo dell'alienazione dell'uomo moderno». E allora? A che partito avremmo dovu¬ La Storia della Morante divide ancora i crìtici Il film di Comencini al Festival di Venezia discutiamo il romanzo (pagi Luciano Gallino to tenerci noi, italiani medi, sempliciotti che concepivamo "la vacanza come una pausa di diversità rispetto a un lavoro ordinario vissuto come condanna* (sempre l'implacabile Fcrrarotti)? La soluzione più facile ce l'ha offerta Vittorio Sgarbi: "Consiglio a tutti di non muoversi da dove stanno* (già, ma lui abita in campagna lungo il Po, e si rinfresca con lo sci d'acqua). Più o meno sulla stessa linea Piero Camporesi, il quale, premesso che la gente "erapiù felice quando non si muoveva di casa, ma si godeva l'estate con l'cisquat-tl imo tenuto in fresco nel pozzo* (se lo dice lui), si concedeva, se proprio fossimo invasati dalla fregola di muoverci, di "partire in novembre (si, avete letto bene, in novembre) durante il lungo ponte dei morti per qualche civile paese dell'Italia centrale* («e dove va, dove va di bello in vacanza ragionicr Rossi?», «Mah, la mia signora si è messa in testa di passare i morti a Pontremoli»). Decisivo, e come suggerimento di massima pertinentissimo, quello di Fcrrarotti: "Bisogna trovare nel lavoro momenti festivi, conviviali, di sorpresa, di divertimento: tali da rendere la vacanza superflua* («Questo pomeriggio fermata dell'Alfa Romeo alle ore 15 e poi grande pic-nic in fabbrica» «wow! sorpresa! sorpresa!»). E così, metalmeccanici, casalinghe di Voghera e maestri elementari di Livorno, d'ora in poi sanno quel che devono fare. E alla povera Maria Antonietta, universalmente deprecara per la storia delle brioches, sarà offerta la tessera ad honorem di Democrazia proletaria. Ernesto Galli della Loggia All'interno (pagina 5) Rubbia: se un computer vincesse il Campiello Incontro con lo scienziato che presiede la giuria letteraria (pagina 4) Un Musil inedito contro gli autori senza qualità Così era Giacometti, scultore di fantasmi (pagina 4) A Londra la prima biografia dell'artista svizzero (pagina 3)

Luoghi citati: Courmayeur, Forte Dei Marmi, Italia, Livorno, Londra, Pontremoli, Venezia, Voghera