Cases testimone melanconico di un mondo di frammenti

lutto libri lutto libri Itinerario di un saggista tra Lukàcs, Benjamin, Adorno, Marcuse Cases, testimone melanconico di un mondo in frammenti -Da giovane — dicera Fernand Braudel — insegnavo una storia superficiale di eventi Ho imparato che la storia, il destino sono scritti a livello ben più profondo... scorrono lentamente come la vita antica del Mediterraneo». Questo testo autobiografico del grande storico francese apre il volume» -I tempi della storia» (Dedalo, pp. 416. L. 35.000) nel quale sono stati raccolti, a cura di Luca Meldolesi, diversi suoi contributi — articoli, interventi a convegni, prefazioni, interviste — per esemplificare metodi. contenuti, obiettivi della storiografia delle Annales. C'è in appendice un'accurata bibliografia dell'opera di Braudel. che si ferma però al 71. Un 'applicazione del metodo di Braudel al «caso italiano» si ha nel saggio «Il secondo Rinascimento» /Einaudi, pp. 168. L. 16.000): una civiltà -di lunga durata», che si irradia nel tempo e nello spazio, tra metà '400 e metà '600. tra Occidente e Oriente. Il volume riproduce — per la verità senza che l'editore lo ri cordi — le pagine scritte nel 74 da Braudel per la -Storia d'Italia Einaudi», apparse allora con il titolo -L'Italia fuori d'Italia». Saggistica naudi egli ha contribuito a «formare» la biblioteca degli intellettuali italiani in questi ultimi decenni. Se non è riuscito a realizzare, in grande o in piccolo, l'ideale della totalità non è, probabilmente, per la pochezza dei suoi mezzi e del suo impegno, ma per qualche altra ragione. L'intervista autobiografica, e però tutti gli scrìtti del volume, suggeriscono (senza venir meno alla modestia) che questa ragione è il destino stesso della totalità nell'esperienza dell'uomo contemporaneo. Cases intende la totalità nel senso che ha imparato da Lukàcs. al quale si accostò (mentre, d'altro lato, si iscriveva al partito comunista) al rientro dalla Svizzera dove suo padre, un avvocato ebreo milanese, lo aveva mandato a fare l'università negli anni della guerra e delle persecuzioni razziali. La totalità di cui parla Lukàcs è la totalità dialettica dei fenomeni storici, a cui i singoli aspetti della realtà — dagli eventi politici quotidiani alle opere di artisti e scrittori — devono essere riportati per venir colti nella loro verità, fuori dalla parzialità dell'ideologia. Si sa che Lukàcs pensava che l'intellettuale potesse accedere alla totalità col- UN testimone «secondario» ma non poi tanto, il Cases autore dei saggi, articoli, recensioni, note polemiche e pagine autobiografiche, raccolti ora nel volume pubblicato da Einaudi: il titolo esprime bene Yunderstatement caratteristico dello stile ironico dell'autore, e anche la sincera (del tutto immotivata) modestia con cui guarda alla propria opera: l'opera di un intellettuale che. come dice un passo della bella intervista autobiografica riprodotta nella prima parte del libro, non solo non è riuscito a far coincidere vita e opera nella totalità di un Lebenswerk. secondo il modello dei suoi due grandi idoli. Lukàcs e Thomas Mann: ma clie non è nemmeno riuscito a produrre quella ben più modesta totalità che e un libro organico e unitario, essendosi invece «disperso» in scritti d'occasione, come questi raccolti nel volume. Cases. tuttavia, è slato un testimone tutt'altro che secondario della cultura italiana degli ultimi trentanni e più (l'arco di tempo degli scritti qui raccolti). Non solo come saggista, critico, polemista, ma anche come consulente editoriale della Casa Ei¬ Rinascimenti di Braudel Lukàcs visto da Levine (Copyright N.Y. Review of Books. Or*ra Mundi e per l'Italia La Slampa.I legandosi con il proletariato (la classe espropriata, che non ha interessi da difendere dunque nemmeno paraocchi ideologici) e. per esso, con il partito del autonomi dalla politica ufficiale e legati soltanto alle masse» (come certi movimenti ecologisti e antiatomici tedeschi e italiani). Cases non crede, in fondo, che la totalità sia davvero dissolta: coltiva una pervicace speranza che si possa ritrovarla (anche se. come dice in una passo, «autoridotta»). E anzi proprio la speranza di ricomporre una qualche totalità, libera dalle trappole della sistematicità lukacsiana. sul piano teorico, e da quelle del burocratismo dei partiti comunisti, sul plano politico, ispira l'atteggiamento di Cases — di simpatia, ma anche di distacco — nei confronti delle istanze «irrazionalistiche» che si sono fatte valere nella cultura recente. Irrazionalismo è per lui ogni prospettiva che accetti la problematicità della condizione umana come un dato insuperabile, non risolvibile, dunque, neanche dalla rivoluzione riuscita. Cases vedeva un tale irrazionalismo anche nel suo amico Ernesto De Martino, a cui sono dedicate alcune delle pagine più belle e intense del libro. In attesa di una totalità ricostituita, sia pur ridotta, l'unica totalità possibile sembra essere quella dispersa, frammentaria, esemplificata da questo libro: non priva tuttavia anch'essa di un suo carattere avvolgente e di un suo effetto paradossalmente rassicurante, da cui non si vorrebbe mai uscire... Gianni Vattimo Cesare Cases, «Il testimone secondarlo. Saggi e interventi sulla cultura del Novecento», Einaudi, pp. XVI->73. lire 34.000. IL pianeta Cina è per noi enigmatico non soltanto perché sappiamo poco della sua natura e della sua storia, ma per la difficoltà di comprendere quel che ne sappiamo. Giancarlo Zizola, noto e apprezzato come .vaticanista», nel Dialogo della Grande Muraglia ci informa di molti fatti della Cina del passato e dell'odierna di Deng Xiaoping si pone intelligenti domande e tenta qualche risposta. Il suo è anzitutto il racconto vivace di un giornalista che visita città, templi, monasteri, università, paesaggi legati alla memoria di Confucio e di altri eroi e vicende della Cina, fino a Mao Zedong. Attraverso l'incontro con la Cina di oggi, tutta tesa nel progetto di modernizzazione, emerge per confronto la mitica Cina dei millenni, il *regno di mezzo» che la Grande Muraglia difendeva, materialmente ma prima ancora ideologicamente, separandola dagli altri regni, dai barbari. In che rapporto sta l'antica Cina, totalità chiusa e statica secondo il modello confuciano della continuità, dell'equilibrio e dell'armonia, con la Cina d'oggi tutta protesa nello sforzo di far propri i criteri e le strutture delle moderne società industriali? Come vivono i cinesi l'impatto con realtà così difformi dalla loro tradizione? I giovani con radioline e Coca-Cola che visitano i monumenti insigni del confucianesimo, del buddhismo, del taoismo, o che lavorano per restaurarli in conformità ai programmi degli attuali governanti, chi sono veramente, che cosa pensano veramente? Domande simili sono più nostre che loro: siamo noi a distinguere e contrapporre aspetti diversi che la mentalità cinese considera e vive come complementari, siamo noi a porre antitesi culturali là dove la realtà è sentita fluire, come in natura, nella sua perenne diversità e sostanziale continuità. E quando i cinesi si pongono le nostre domande è perché guardano ormai con i nostri occhi occidentali. Pagine particolarmente intense sono quelle che Zizola dedica alla storia, anche recente, dei rapporti del cristianesimo e della Chiesa con la Cina. Una storia che. con poche eccezioni, è storia di disprezzo e di violenza, e che i cattolici farebbero bene a meditare. perduta nell'esperienza della sinistra in questi ultimi decenni. Gli scritti raccolti in questo libro sono una storia della perdila di questo ideale, teorico e pratico, di totalità: per cui la testimonianza, più che secondaria, appare forse melanconica: tanto più quando, come accade a molti di noi. si tratta di fatti in cui. in tutto o in parte, siamo stati coinvolti. (Ma la vena narrativa di Cases. dispiegata per esempio nel bellissimo frammento che apre il libro. «Cosa fai in giro?», non trascura mai di fornire informazioni di base su ciò di cui parla, per cui il libro può esser letto con piacere e frutto anche da chi si senta estraneo alle vicende raccontate...). La perdita della totalità passa, per esempio, anche attraverso le trasformazioni che subiscono i giudizi di Cases su autori come Adorno, o Benjamin, trasformazioni documentate dalle pagine del libro: o attraverso la sua appassionata partecipazione alle vicende della sinistra negli anni della contestazione (si vedano le pagine su Panzieri. su Marcuse) o negli anni più recenti, segnati dal terrosismo. ma anche dallo sforzo di fare politica attraverso «gruppi proletariato, il partito comunista. Proprio questa via di accesso alla totalità, e di conseguenza l'idea stessa della totalità, è andata