In fuga da Vienna il signor Qualunque si perde in America

«Lontano», nuovo romanzo di Zoderer «Lontano», nuovo romanzo di Zoderer In fuga da Vienna il signor Qualunque si perde in America ficile convivenza. Sullo sfondo aleggiava lo spettro della solitudine dell'individuo tallonata da ipocrisie e violenze, pregiudizi e stupidità. Ma il breve ritorno di Olga, alla morte del padre, fra i monti, nei luoghi della sua giovinezza rafforza la sua ritrovata identità: non qui nel passato, ma altrove, in città, nell'amore carico di futuro e speranze per l'italiano Silvano, essa si è emancipata sciogliendo i vecchi legami. Le figure di Zoderer sono pervase da un'ossessione: cancellare attorno e dentro di sé le tracce di ciò che sfigura e degrada; ma anche minate da nostalgia verso una libertà introvabile. Ecco perché l'eroe di Lontano spera nel distacco e sogna di creare davanti e dietro di.8$ distanze incolmabili: è la metafora di una verginità perduta, un luogo di Indifferenza e di attesa per lui' estraneo alle orge consumistiche, ai rituali dell'alienazione, innocuo — gli vien di pensare — come un lupo impagliato, cinico assillato, come i vecchi campioni della Beat gene¬ (se. tr.) Battaglie letterarie Le fortune del personaggio di Morier Il «Giornale Storico della Letteratura Italiana- è nato positivista e ha attraversato tra costanti e mutazioni cento anni di vicende civili e letterarie. Il bilancio della scadenza centenaria, fatto in un convegno dell'83. esce ora negli Atti (Loeschei*. 475 pagine. 50.000 lire). Gli esordi, la linea erudita. Renier, Novati. Graf. Vittorio Rossi. Fubini. Piccioni. Momigliano. Calcaterra, gli : tudi specifici, la lingua e i dialetti, la letteratura popolare sono alcuni dei temi trattati dai venti studiosi, tra cui Bobbio, Folena, Marti, Bigi, Bonora. Petrocchi. Paccagnella, Pozzi, Chiesa, Bottasso. Quondam. tg. t.) stenza nel passato) e di percezione attuale, di presente. Anche se nulla può contribuire alla sua autocoscienza: perché il gioco della vita è ormai puntellato da scadente senza ritorno, da un'indifferenza che dissimula appena la maschera dell'angoscia. Zoderer è certo un sottile maestro dell'intarsio, un tabulatore perfezionatosi nelle scuole dell'avanguardia. Ma più che il disegno d'insieme mi pare si debbano fissare i singoli dettagli, le tracce lasciate dal dolore: come l'Immagine della madre e la sua morte, il tema implacabile della malattia, le istantanee di una natura che avvolge e ripara e talune figure minori, qualche coppia on the road maturata in una felicità senza tempo ed assilli, accanto a cui l'autore si sdraia e attende col suo personaggio che 11 vento s'alzi a cancellare i rumori del mondo. ration, dalla falsità della vita. Il suo viaggio attraverso il continente americano non ha certo dimenticato pagine di Max Frisch (si pensi a Homo faber) o il Peter Handke di Breve lettera del lungo addio, anch'essa storia di un inseguimento. L'America scorre come in Paris, Texas di Wenders: abbruttita, squallida, remota, provincia investita da rottami e rifiuti d'ogni genere, trapassata da strade che paiono un invito verso il nulla. Ma tali dettagli ricalcano a loro volta echi letterari: la novità del libro non sta qui. Zoderer ha piuttosto tracciato un itinerario della coscienza che si organizza secondo i ritmi della spontaneità, dell'immediatezza: lontano, recita il titolo, e intende anche da ogni categoria sociale e concettuale che determini e risolva a priori il soggetto. Il personaggio si struttura secondo procedimenti raffinati in un continuo interscambio di memoria (splendidi angoli di Vienna che ricordano la Bachmann. la moglie, l'esi¬ Luigi Forte Joseph Zoderer, «Lontano», trad. di Umberto Gandini, Mondadori, 102 pagine, 16.000 lire. Esordio di Massimo D'Avack

Luoghi citati: America, Texas, Vienna