Serena dà la carica alla Juve

Due gol del centravanti spianano la strada ai bianconeri sul campo di Lecce Due gol del centravanti spianano la strada ai bianconeri sul campo di Lecce Serena dà la carica alla Jave Due gol di rapina servizio, è in crescLecce O Juventus 2 dc LECCE: Negretti; Di Chiara S. (73' Colombo», Nobile; Vanoli, Danova, Miceli; Raise (77' Panerò), Barbas, Pasculli, Enzo, Tacchi. JUVENTUS: Tacconi; Favero, Cabrini; Bonini, Brio, Scirea; Mauro, Manfredonia, Serena, Platini, Briaschi (75' Buso). Arbitro: Mattei. Reti: 12' e 35' Serena. Spettatori: paganti 39.377, incasso 629.029.000 lire. dal nostro inviato BRUNO BERNARDI LECCE — Due gol di rapina di Aldo Serena, bomber d'estate, hanno spianato alla Juventus la strada del primo successo in Coppa Italia sul campo dove il 27 aprile scorso aveva conquistato il 22° scudetto. L'esperienza e la concretezza dei campioni, con Platini a mezzo servizio ma sostenuti a centrocampo dall'ottimo lavoro di Manfredonia. Bonini e Mauro e. sulle fasce laterali, dalla spinta di Cabrini, ha avuto la meglio sulla generosità di un Lecce ben preparato da Santin ma troppo prodigo in zona-tiro dove il piccolo Oscar Tacchi ha sprecato ben tre occasioni del centravanti premiano una squadra pratica in cui Platini, ancora a mezzo endo - Belle parate di Tacconi - Per i pugliesi Tacchi fallisce tre facili occasioni davanti al brillante Tacconi. «Jurlano hai ragione, il campionato è un bidone», gridavano in coro i 40 mila spettatori, un pubblico da campionato, mentre lo speaker leggeva all'altoparlante un comunicato del presidente del Lecce che ripeteva -meritiamo la Serie A, siamo retrocessi per motivi che niente hanno a che vedere con il calcio». Una vecchia polemica, resa più che mai attuale dallo scandalo del totonero, del vulcanico Jurlano, che, prima del via, aveva consegnato una medaglia d'oro all'argentino Pedro Pablo Pasculli per il trionfo al Mundial di Messico '86. Un «campeon» declassato in Serie B è davvero un lusso e la Coppa Italia gli offre la possibilità di misurarsi con gli squadroni, come la Juventus di Platini, prima di finire nel purgatorio dei cadetti. Ieri sera c'era Brio a contrastargli il passo e a rendergli la vita difficile, mentre con il clima caldo umido, che una leggera brezza rendeva appena sopportabile, il Lecce produceva un ritmo frenetico. La Juventus, con Briaschi al posto dell'infortunato Laudrup, e con il recuperato Scirea libero (ma in campo solo un tempo per i postumi della pubalgia e poi sostituito da Soldà), replicava di rimessa, con Platini ora in rampa di lancio, ora a ridosso delle punte. Lo si è visto raramente entrare nel vivo del gioco. Non è ancora il miglior Platini, ma sembra in crescendo sul piano, atletico, ed ha aggiunto altri 45' al suo rodaggio prima di cedere il posto, secondo copione, a Vignola. Era calcio vero e il Lecce metteva alla frusta la difesa bianconera. Prima con Pasculli e poi con Tacchi che. su punizione di Barbas, falliva una buona palla-gol colpendo l'esterno della rete con un tiro sbilenco da pochi passi (4'). Sul piano agonistico non si scherzava e Mattei doveva spesso intervenire. Ignorava, comunque, un mezzo fallo in area di Raise su Manfredonia che animava le controffensive della Juventus con proficui inserimenti, andando anche a concludere come al 10': Negretti era piazzato sul bolide da fuori area. Il portiere capitolava al 12'. Per un fallo di Danova su Briaschi. la Juventus fruiva di una punizione laterale: batteva Mauro e Brio, di testa, dirottava contro la traversa; sul rimpallo Serena, da autentico opportunista, insaccava con un sinistro fulmineo. Il Lecce reagiva rabbiosamente. Al quarto d'ora Mattei ammoniva Vanoli per un fallo su Manfredonia e tre minuti dopo veniva contestato dalla folla al grido di «venduto, venduto» per non aver concesso un rigore al Lecce per un fallo di Brio su Pasculli. Il direttore di gara, però, aveva già fischiato un precedente intervento falloso di Cabrini, fuori area, sull'argentino che non si era fermato, costringendo Brio ad atterrarlo. Sorniona e spietata, la Juventus sfiorava il raddoppio con Cabrini (28') che schiacciava in porta di testa una punizione di Mauro: Negretti s'impaperava, sembrava superato ma poi rimediava abbrancando il pallone sulla linea. Al 35' Negretti «dormiva» e veniva castigato per la seconda volta da Serena. Su punizione-bomba di Cabrini, deviata dalla barriera, il portiere parava ma non tratteneva e Serena lo bruciava di sinistro, rubandogli il pallone e ribattendolo in rete. Bravissimo U cannoniere juventino già in splendide condizioni. Il Lecce non si arrendeva ma il «gap» tecnico e di classe era netto in favore di una Juventus che sa quello che vuole e come ottenerlo dopo appena un mese di preparazione. Pasculli (che aveva travolto un fotografo, colpendolo involontariamente al capo e costringendolo a finire in barella al pronto soccorso), provava da venticinque metri ad infilare Tacconi ma il bolide lambiva la traversa (42'). Con Vignola e Soldà al posto di Platini e Scirea, i due illustri senatori, la Juventus tutta italiana si ripresentava nella ripresa e subiva l'aggressività del Lecce. Tacconi (46') si esibiva in una bella respinta di pugno su violento sinistro di Vanoli e poi era graziato (52') da Tacchi che, su errato disimpegno di Brio a Soldà, sparava alle stelle quasi a tu per tu con il portiere. Sterile il dominio territoriale del Lecce che impegnava ancora Tacconi (77') su punizione di Barbas dopo che la Juventus aveva inserito Buso per Briaschi (75'). E all'81, il solito Tacchi, dopo aver vinto un rimpallo su Tacconi, uscito fin sul limite dell'area, con la porta spalancata falliva la più grossa delle ] tre opportunità capitategli. l #

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