Quei libri aperti sulla sdraio Che cosa hanno letto i «vip»

A colloquio con gli scrittori che non rinunciano alle abitudini A colloquio con gli scrittori che non rinunciano alle abitudini Quei libri aperti sulla sdraio Che cosa hanno letto i «vip» Commedie di Molière per Moravia, una biografìa per Chiara, Soldati lavora a un romanzo Le letture dei poeti: autori russi per la Spaziarti, le prefazioni di James per Bertolucci Al mare — Alberto Moravia è categorico — faccio la stessa vita di Roma. Mi alzo alle 6.30, lavoro tutto il mattino, e poi durante il pomeriggio leggo-. Da Capalbio a Cortina, gli scrittori più noti non rinunciano alle vacanze in luoghi non certo isolati e segreti, ma neanche alle loro abitudini cittadine, e sembrano tutti accanirsi a contraddire quella celebre affermazione di T. S. Eliot secondo il quale la spiaggia l'unico posto al mondo dove ci si possa abbandonare alla noia senza complessi di colpa. Cosi nel paesino fra i pini della Maremma e la sabbia del Chiarone. punto d'incontro quasi «obbligato» della Roma intellettuale, il nostro più noto romanziere trascorre gli ultimi giorni di vacanza fra una cauta mondanità e tante letture. Si è portato un piccola biblioteca. -Io leggo molto — ammette — tutto quel die mi capita. Adesso, forse, lo faccio con maggior libertà, mi dedico solo a ciò che mi sembra buono-. I lunghi giorni d'estate nella località balneare diventata improvvisamente di moda due anni fa. e dove Moravia ha una casa, sono cosi scanditi dalle antiche parole d'un classico cinese: .// tappeto da preghiera di carne-, di Li Hui. Ma questo -libro erotico, di grande interesse e complessità- non è stato l'unico compagno delle ore di Capalbio. fra la piccola corte di amici. Moravia ha portato con sé due romanzi di uno scrittore indiano, due commedie di Alberto Moravia: «Leggo rutto ciò che è buono». Mario Soldati lavora al suo nuovo romanzo di non aver fatto passeggiate se non intorno all'albergo, insomma di non essersi mosso mai. -Sono ancora convalescente, e vado li. da 8 anni, per stare tranquillo. L'Hotel è «7! po' discosto dall'abitato, al riparo dalla vita convulsa di Cortina. Per me è sinonimo di tranquillità. Questa volta ho fatto un solo viaggio, fino ad Auronzo, per render visita al Presidente Cossiga. Lo conosco da tanto, è un tnio lettore. Tutte le volte die Zamberlettì torna a Varese mi porta i suoi saluti. E visto che eravamo a pochi chilometri, mi è sembrato giusto andare io a salutarlo, questa volta-. Piero Chiara si è portato in montagna un solo libro: «Core... di Dario Cucchi. E' la monumentale biografia della marchesa Casati, grande personaggio mondano della Milano primo-novecentesca. -Mi interessa perché all'epoca in cui ho scritto la mia biografia di D'Annunzio avevo dedicato una paginetta a questo straordinaria fiyura liberty. Ma tutto il mondo milanese del primo '900 mi incuriosisce-. Una lettura poco impegnativa? «Si. Io di solito in villeggiatura lavoro-. Questa volta no... -Ma ho ripreso appena tornato a casa- Dalle piccole capitali mondano-intellettuali ai borghi nascosti, la vacanza dello scrittore non cambia. Anche il poeta Attilio Bertolucci, nella quiete del suo paese natale sull'Appennino, a Casarola, passa il tempo camminando e scrivendo, seduto su qualche tronco di castagno. -Aspetto Piero Gellì (il manager dalla Garzanti, n.d.r.) per consegnargli il secondo volume della - Camera da letto-. E' la trilogia poetica cui Bertolucci sta lavorando da tempo; il primo volume, appunto «La camera da letto» aveva avuto un grande successo. Ora è pronto «L'Egoista», scritto quasi tutto nell'antica casa di famiglia immersa nel verde. Il poeta ricorda le sue chiacchierate di tanti anni fa con Carlo Emilio Gadda, che aveva sempre problemi di villeggiatura. -Per lui io. che disponevo di questa grande casa, ero il Napoleone delle vacanzesorride Bertolucci. Ma la sua vita cambia quando arriva a Casarola? -Non molto. 10 scrivo spesso per strada. Come a Roma, dove mi piace scrivere nei bar-. Bertolucci però sta anche leggendo (ma per lavoro) la raccolta di prefazioni che Henry James, il grande romanziere americano, scrisse per i propri romanzi nel 1907. all'epoca dell'edizione della sua opera omnia. Poi andrà a Tellaro. in una casetta sul Golfo dei poeti, dove l'aspetta il premio letterario Lerici (è presidente della giuria) e forse 11 grande poeta inglese Tomlinson. suo traduttore, che dovrebbe intervenire al convegno internazionale dedicato a P. B. Shelley con cui culminerà appunto il premio. Ma a Tellaro un altro illustre romanziere trascorre da sempre vacanze segrete e laboriose. Per Mario Soldati infatti -non c'è differenza fra vacanza e non vacanza-. Sta scrivendo un romanzo, il cui titolo sarà «Il giudizio universale ossia la Trasteverina». -La mia vacanza è il lavoro- proclama allegramente. Tutti i grandi ospiti che in centocinquanta anni si sono avvicendati in quel Golfo, da Byron a Shelley a D. H. Lawrence, hanno del resto sempre fatto cosi. Molière (il Misantropo e l'Avaro), qualche libro di DideI rot. e «La stanza dello scirocco» un libro appena pubblicato di Domenico Campana. -Di tutti, Molière è quello che mi colpisce moltissimo ogni volta che lo rileggo-. Da Capalbio a Cortina, dove ieri pioveva: Piero Chiara ha evitato il brutto tempo e se n'è appena tornato a casa, mentre la poetessa Maria Luisa Spaziani. al riparo in casa d'amici, se ne sta beatamente -immersa nella poesia russa-. • Sto preparando 13 trasmissioni per la Rai in cui interpreto grandi poetesse del passato, e adesso sono alle prese con la Cvaetaeva e la Akmatova-. Ma le vacanze della Spaziani sono laboriosissime: c'è una traduzione da finire («Il gallo cedrone... un libro di racconti di Michel Tournier) e una serie di -feroci epigrammi- da limare prima che siano consegnati all'editore Scheiwiller. Hanno già un titolo: «Le poesie della mano sinistra». -Me lo aveva suggerito Montale — spiega la poetessa — quando, insieme, abbiamo cominciato a scriverli. Lui i suoi li ha poi pubblicati, io li sto completando ora-. E assicura che sono -molto pungenti-. Non riguardano Cortina, un piccolo paradiso: -Io amo molto le seggiovie, le passegghiate, la grazia particolare di questi montanari. Quando sorridono, s'inchinano, salutano, hanno qualcosa di femminile, un'eleganza tutta settecentesca». Ma la grazia di Cortina ha toccato anche un altro habitué: Piero Chiara, appena finito il suo soggiorno all'Hotel Miramonti, racconta Anche Cossiga preferisce le vacanze senza consorte