«Quando i tedeschi mi misero al muro»

«Quando i tedeschi mi misero al muro» «Quando i tedeschi mi misero al muro» Parla padre Alotto, ro SANT'AMBROGIO — Ferore di iniziative-nel centro a metà strada fra Torino e Susa. Sono gli ultimi giorni di preparativi per le feste del Millenario della Sacra di San Michele, abbinate ai 150 anni di permanenza dei Rosminiani nel santuario-fortezza. La storica abbazia arroccata sulla vetta del Pirchiriano, con il finire dell'estate comincia a stagliare la sua ombra sul paese laggiù nella valle. Ma qui. sulla vetta battuta dal vento, il fascino della misteriosa costruzione continua ad essere richiamo di turisti e studiosi provenienti dalle più lontane regioni del globo. Quest'anno si sono moltiplicati. In luglio e agosto è stato un arrancare continuo sulla stradicciola costeggiata dai faggi e sui 559 gradini che dall'ingresso della «porta di ferro» raggiungono la sommità della cupola. Da domenica prossima a tutto settembre sarà un alternarsi di avvenimenti religiosi e culturali. Si inizia con l'apertura di una mostra antologica di disegni realizzati da Massino D'Azeglio all'ini¬ ri rosminiano da 40 anni al zio del 1830 e altri recenti del rosminiano padre Arioli, autore di interessanti ricostruzioni di parti distrutte da uomini e cataclismi. Nel pomeriggio, organizzata dal «Gruppo amici della Sacra», tavola rotonda sul passato e il futuro dell'abbazia presenti storici e studiosi. Ma il protagonista reale (anche se involontario e ne respinge la definizione) di gran parte dei festeggiamenti, sarà padre Andrea Alotto. E' il rosminiano che ha amici in Lutto il mondo, turisti e pellegrini appi odati tra queste mura nei 40 anni da lui Vissuti neìì'-eremitaggio pubblico- che lo ha affascinato fin da giovane seminarista. Padre Alotto, valsusino. originario di Mocchie. oggi ha 84 anni (-già suonati-, ci tiene a precisare), ma possiede intatti slanci giovanili per tutte le cose belle del creato e per il prossimo. Come conserva una memoria ferrea e un'ottima salute (-Merito di questi luoghi dove ci sono aria e acqua salutari e tanta pace-). E cosi, sull'onda dei ricordi belli e tristi, di amici e la Sacra di San Michele Padre Andrea Alotto di avvenimenti, emerge un episodio. -Nella mia lunga vita ho sempre incontrato la mano della Provvidenza. Ma una volta in modo particolare, mi ha addirittura abbracciato-. Si era nei giorni tristi dell'ultima guerra. Verso la metà di maggio del 1944, sulla salita al Colle Braida due ufficiali tedeschi furono uccisi dai partigiani. Scattò immediata la rappresaglia nazifascista contro gli abitanti del¬ - Festeggiamenti per il m la frazione San Pietro e i rosminiani della Sacra. L'abbazia fu messa sottosopra. Dalla perquisizione saltarono fuori un elmetto, un telo da tenda e due fasce grigioverdi, che i soldati usavano al posto delle calze. Padre Alotto e i suoi confratelli vennero trascinati giù al villaggio e messi al muro, accusati di aver dato ospitalità ai «ribelli». Il plotone di esecuzione era schierato. Un ufficiale si avvicinò a padre Alotto chiedendogli se aveva qualcosa da dire. -Mi rimetto alla volontà di Dio, consapevole di aver fatto il mio dovere di sacerdote e di soldato-, fu la risposta. «Lei ha fatto il soldato?-, domandò l'ufficiale. -Si, come lei ho servito la mia Patria nel 1922-23. Sono stato radiotelegrafista a Piacenza e a Padova. Per questo ho sempre portato con me, come ricordo, quelle fasce. Il telo da tenda e Velemetto sono stati invece raccolti da un confratello nei boschi qui sotto, dove l'S settembre dello scorso anno i soldati della contraerea se ne sono andati abbandonando anche i canno¬ illenario dell'abbazia ni-. Parlò sereno, guardando negli occhi il militare. Quello stette un attimo in silenzio poi sbottò: -Andatevene, tornate su e chiudetevi nei sotterranei. Qui bombarderemo tutto-. Dopo tre ore dai cannoni piazzati nei prati della Verdina a Santambrogio cominciò a scatenarsi il fuoco sulla montagna. Andarono distrutte diverse case. Padre Alotto aveva 42 anni, la metà di quanti ne ha oggi. Ex partigiani che possono testimoniare di essersi rifugiati alla Sacra ne esistono parecchi, ma lui non lo dice. C'è addirittura un documento del Cln dì Sant'Ambrogio, del quale fu ispiratore lo scomparso parroco teologo Emilio Rossero (il popolare «Barba» cappellano dei partigiani) che aveva riunito un gruppo di uomini appartenenti a tutti i ]iariin messi al bando dal fascismo). Il documento rivela un piano messo a punto con padre Alotto per l'eventuale evacuazione di Sant'Ambrogio. Tutti gli abitanti sarebbero stati ospitati alla Sacra. Vita Brusa

Luoghi citati: Padova, Piacenza, Susa, Torino