Suicidi prevaricazioni e nonnismo Per Accame la caserma è «off-limit»

A colloquio con l'ex parlamentare sul diffuso malessere nelle forze armate A colloquio con l'ex parlamentare sul diffuso malessere nelle forze armate Suicidi, prevaricazioni e nonnismo Per Accame la caserma è «off-limit» «Le leggi che proteggon ROMA — In manette 11 generale Ambrogio Viviani, ex capo dei servizi segreti. «Avviso» di reato al generale Franco Bosio, comandante della caserma «Pierobon» di Padova per ingiurie a subalterni. Che accade nell'ambiente italiano delle greche? Casi isolati, oppure un segnale di malessere che arriva al più alti gradi dell'esercito? Ne parliamo con Falco Accame, capitano di vascello, ex parlamentare. presidente dell'Associazione nazionale assistenza vittime fra gli arruolati nelle forze armate e delle famiglie dei caduti. Un osservatorio privilegiato su un Inquietante panorama di abusi, misteri, e addirittura violenze (non solo verbali) che emergono nelle forze armate. — Accame, cominciamo dai generali. • Si può partire da Franco Bosio che. secondo una denuncia, avrebbe rivolto ai soldati insulti pesantissimi. Un simile comportamento — sempre che l'accusa venga provata — può stupire soltanto chi non ha dimestichezza con le caserme italiane. Chi non sa che il soldato è considerato solo un numero di matricola. In realtà, Bosio ha detto all'altoparlante quello che lui ed altri ufficiali dicono abitualmente al bassoparlante, cioè ai subalterni. La frase 'linguaggio da caserma', non è un'invenzione, fatte le debite eccezioni, ne abbiamo prove a centinaia. Mentre tutelano ogni cittadino, la Costituzione e le leggi sono parole morte nelle caserme, e ciò accade soprattutto perché non esiste alcuna forma di controllo che faccia almeno da deterrente. L'off-limit che si legge cll'ingresso d'installazioni militari non è soltanto una normale proibizione di accesso, è anche una forma di rigetto mentale. C'è qualcosa d'invalicabile, nell'ambiente delle stellette, ed è l'accettazione di un minimo di correttezza nei rapporti, di buon senso: — E l'arresto del generale Ambrogio Viviani? -Per esprimere un giudizio bisognerebbe conoscere gli atti. Ma qualcosa si può dire. Viviani nasconde dietro motivi di sicurezza dello Stato gravissime vicende che invece bisognerebbe chiarire. Kappler che scappa, un aereo che esplode (quattro morti) nel cielo di Venezia, intrecci con la P2. Ma il Paese può essere lasciato all'oscuro? Possibile che gli alti comandi militari, e servizi segreti connessi, rimangano fortezze inespugnabili, uno Stato nello Stato? Per quanto riguarda Viviani c'è un punto che lascia sbigottiti: il generale ha affermato in un'intervista che elementi dei servizi segreti accettarono gioielli da funzionari libici, non potendo rifiutarli, "per non offendere Gheddafi". Quell'intervista risale a maggio e solo ora si cerca di accertare le responsabilità. Delle due, luna: o quella storia dei regali non è vera, e allora Viviani avrebbe dovuto iniziare un'azione penale, o i cadeaux vennero davvero accettati, e allora ministero della Difesa e magistratura avrebbero dovuto muoversi subito. Invece, finché è stato possibile, si è ricorsi al tradizionale insabbiamento-. — Si dice che in Italia 1 generali siano molti. • Non molti, troppi. Sa come Una studentess ono i cittadini non valgono entro quelle mura» • «Gli •Dalle segnalazioni che riceviamo, direi che è valida la seconda ipotesi. Che accade, normalmente? Un servizio di caserma viene demandato per delega e. partendo dal colonnello, si arriva alla sottocultura del caporale, quello che esegue l'ordine. Gli ufficiali ad una certa ora se ne vanno, le caserme rimangono incontrollate e i violenti possono facilmente prevalere. E che ne sappiamo dall'esterno? Nemmeno i parlamentari possono visitare le caserme, parlo di visite improvvise e non di quelle ordinate per le cerimonie ufficiali. L'esercito è intoccabile. Si processano politici e magistrati, si critica persino il Papa. Ma se uno si prova solo a contraddire un generale finisce dritto davanti ai giudici-. — Il ministro Spadolini ha assicurato il suo impegno per eliminare il nonnismo. Siamo dicono gli americani? "All rhief no indians" f'Molti capi niente indiani";. Abbiamo in Italia un'enorme struttura di vertice, una gigantesca testa su un corpo mosso da esili gambette. Si può calcolare che i nostri generali siano duemilaseicento (uno su quattro è di troppo), tanti quanti sono più. o meno i carri armati. La Corte dei Conti ha denunciato del resto, recentemente, l'inflazione di generali e colonnelli. Ma non è questione di numero. Molti fanno il loro dovere, sono utili. Qualcuno — come si è visto — nasconde invece misteri e inganni, qualche altro insulta i soldati. Questo in una società civile è inaccettabile». — Torniamo alla vita nelle caserme. Suicidi, prevaricazioni, nonnismo. I soldati di leva di oggi sono emotivamente più fragili? O si sono inasprite le prevaricazioni? Faceva parte del commando che te li insulti alla truppa non sono un caso isolato» - «Il so è destinato a migliorare, almeno fino a quando gli ufficiali continueranno a godere della più assoluta impunità'. sottolinea Accame. Più grave il caso di Lorenzo Osmari, 21 anni, militare alla caserma «Montelungo» di Bergamo. I «nonni, lo picchiarono selvaggiamente. Fu operato alla caviglia (tre malleoli fratturati). Ha riportato un'invalidità del 30 per cento. Ora è in convalescenza. Ha denunciato l'aggressione e c'è in corso un'inchiesta a Torino. Ma contro chi? I •nonni picchiatori» — come sempre — non hanno visto né udito niente. Clima idilliaco, insomma, alla «Montelungo». come nella caserma di La Spezia dove un marinaio fu violentato e buttato da una finestra nel cortile. Unico indizio, un ventenne morto. sulla buona strada? «Ci auguriamo tutti che la promessa venga mantenuta. Ma intanto quel tipo di violenza degli anziani contro le reclute, purtroppo continua. Si veda quel che è accaduto alla caserma dei granatieri "Albanese Ruffo" di via Tiburtina a Roma e al soldato Lorenzo Osmari. Tutto questo accade ai soldati "normali", ma per il signor Casiraghi, principe di Monaco, si è adottato un metro ben diverso, addirittura l'esonero dal servizio causa impotenza per un giovane cìte poi ha avuto due figlio. Caserma «Albanese Ruffo». Il padre di un militare denuncia le umiliazioni subite dal figlio: cento flessioni per ottenere una lettera da casa, prigione di rigore per una piccola mancanza punibile con un rimprovero. «E questo stato di cose non Guido Coppini ntò un «colpo» da sette miliardi soldato è un numero» Spadolini visita l'ospedale militare di Baggio MILANO — Il ministro della Difesa sen. Giovanni Spa dolini, continuando la serie di visite a enti e reparti delle forze armate, ha visitato 1' ospedale militare di Baggio, intrattenendosi con i militari ricoverati ai quali ha rivolto parole di augurio. Rispondendo alle domande dei giornalisti circa le impressioni tratte dalla sua visita, Spadolini ha risposto: -Migliore e peggiore di quello che pensavo. Migliore per i servizi forniti e per l'opera di bonifica della struttura già compiuta. Peggiore per la difficoltà di adattare questa struttura ad una moderna concezione della sanità. Mi sono chiesto se l'in sieme degli interventi necessa ri per ristrutturare Baggio alla fine non verrà a costare di più che rifare completamente nuova la struttura'. -Ho voluto vedere personalmente — ha proseguito — i problemi di Baggio sia dal punto di vista delle insuffi cienze strutturali sia da quello delle insufficienze di personale. Ho notato con piacere che il lavoro di miglioramento è già stato avviato... Certamente la sanità militare non si sottrae alla crisi più generale che interessa la struttura sanitaria nazionale'. 'Esiste — ha aggiunto — una paurosa carenza di organici. Su un organico previsto di mille ufficiali medici effettivi, ne abbiamo circa il 50 per cento. Mancano anche infermieri e personale civile. Io posso operare con dei concorsi, ma occorre dare fiducia ai medici militari die pur tra mille difficoltà lavorano in prima linea'. Spadolini ha poi parlato della necessità di incrementare i rapporti tra sanità civile e militare, rapporti già avviati tra università e ospedali militari. E anche della esigenza di intensificare le presenze di psicologi e psichiatri al momento della selezione di | leva.