Settembre porterà a Torino dieci unità sanitarie locali

Entro il 27 del mese prossimo i nuovi comitati di gestione Entro il 27 del mese prossimo i nuovi comitati di gestione Settembre porterà a Torino dieci unità sanitarie locali Il vigile che ha fatto fuoco, l'ordinanza sui piccioni: che ne dice la gente? «Non si spara eosì sui ragazzini» «I €OÌombi? Perché affamarti?» Tre presidenze alla de, probabili: Cartel (pri), Settembre porterà dieci nuove Unità sanitarie locali Entro il 27 settembre, a termini di legge, dovranno essere eletti dal consiglio comunale i comitati di gestione. Il pentapartito si è lasciato, prima delle ferie, con una mezza intesa sulla ripartizione delle zone e una traccia sulla distribuzione delle presidenze: 3 alla de. 3 al psi, 1 al pri, 1 al psdi e 1 al pli, per l'assegnazione della decima bisognerà tener conto di quali usi e quante vicepresidenze toccheranno a ciascuno dei S partiti, semprechè la maggioranza non voglia riconoscere un incarico al pei, come maggior partito d'opposizone. La marcia verso il decentramento dell'Usi 1-23, attualmente retta da un unico comitato di gestione, presieduto dal de Giovanni Salerno (il quale uscirà di scena, non senza critiche), è ancora lunga, ma il traguardo non è lontano nel tempo. E' un percorso che si vuole fare con prudenza: per non dar vita a nuovi «carrozzoni». Il primo problema è sorto al momento di scegliere l'articolazione della gestione sanitaria in 10 usi. I repubblicani si sono battuti perché fossero 5-6, «se i partiti concorderanno con noi — osserva il segretario cittadino del pri. Salvatore Paonni — si potrà modificare la legge: Tutti d'accordo sulla necessità del decentramento. H sindaco Cardetti, presentando il programma di giunta nel gennaio scorso, disse: -L'esperienza dell'Usi 1-23 ha fatto emergere in questi anni macchinosità e difficoltà insuperabili se non in un diverso assetto». Perché 5-6 usi funzionerebbero meglio di 10? -Città come Roma e Milano tendono a concentrare, non ad aumentare — osserva Paonni —; Il decentramento deve essere funzionale alle strutture che ■ abbiamo sul territorio. Diversa'mente sarà una frammentazione dispendiosa, che non produrrà maggior efficienza. Per questo chiederemo che si accorpino quei settori (riguardanti ad esempio il personale, i rapporti con il privato) comuni a tutte le usU. Il vicesegretario provinciale del psi, Roberto Nebiolo, è, invece, ottimista: -Il decentramento effettivo sarà sulle 7 usi dove sono presenti ospedali, le altre 3 si convenzioneranno, non inventeremo ao- 3 al psi, 1 al pri, 1 al psdi Martini, Collu, Nardullo Salerno. presidente uscente parar! ad hoc. Il tutto sarà coordinato dalla conferenza dei presidenti, tenuto conto del necessario collegamento con l'assessorato alla sanità (retto da Giuseppe Bracco) e con il consiglio comunale. Da questo passaggio il cittadino Intesa fra il sin di e 1 al pli - La decima in ballottaggio. Fra i nomi e Santise (de); Femia, Mercurio e Nebiolo (psi) ricaverà vantaggi per un servizio più efficiente, più alla portata di mano. Ci sarà maggior equilibrio tra poli ospedalieri, crescerà la specializzazione laddove c'è già (Cto, Sant'Anna, Molinette, Regina Margherita): Vediamo come è stata ipotizzata la divisione del territorio: usi 1 per i quartieri Centro e Crocetta (con gli ospedali Oftalmico, San Giovanni vecchio, Mauriziano e compito di coordinamento per tutte e 10 le usi): usi 2 per San Salvarlo e CavorettoBorgo Po (Molinette e San Lazzaro); usi 3 per Nizza-Lingotto (Cto, S. Anna, Regina Margherita); usi 4 per Mirafiori sud (Valletta); usi 5 per S.Rita e Mirafiori nord (ospedale militare); usi 6 per 8. Paolo. Cenisia e Pozzo Strada. (Martini); usi 7 per S. Donato-Parella (Maria Vittoria, Amedeo di Savoia e Birago); usi 8 per Vallette-Madonna di Campagna-Vittoria; usi 9 per Lanzo-Falchera-BarcaBarriera Milano (Nam); usi 10 per Aurora-VanchigliaMadonna del Pilone (Maria Adelaide, Gradenigo, Cottolonego). Le assegnazioni delle presidenze: pressoché certe quelle delle usi 5,7 e 9 per il psi; dell'usi 2 per la de, dell'usi 3 per dacato benzinai e l'assessore regionale Riccardo Sartoris In un bar, quattro persone su dieci danno un giudizio incerto, due difendono il vigile, quattro hanno avuto pesanti parole di condanna il psdi. n pri chiede l'usi 1, ma è in ballottaggio con il pli, cui potrebbero andare, in caso di rinuncia, l'usi 4 o 8; resterebbero cosi alla de la 6 e la 10. Il pentapartito risolverà gli interrogativi al suo interno ai primi di settembre. «I membri dei nuovi comitati di gestione (7 membri ciascuno, di cui un presidente e un vicepresidente) dovranno essere scelti tenendo seriamente in conto le condizioni — esperienza di amministrazione e di direzione — esplicitamente indicate dalla nuova legge» disse Cardetti, sempre nel gennaio scorso. mSaremo rigorosi nel valutare il curriculum del candidato' annuncia il segretario cittadino del pri, Paonni. • Vogliamo consiglieri competenti e con disponibilità a impegnarsi seriamente» aggiunge, criticando l'esperienza dell'attuale presidenza -troppo a part-time». In alcuni partiti circolano già nomi di -papabili» per le presidenze: Luigi Cattel (del comitato di gestione uscente) per il pri; l'ex-consigliere comunale Martini, i consiglieri comunali Collu, Nardullo, il sindacalista Santise per la de; i socialisti Femia, Mercurio e Nebiolo. Luciano Borghesan Quattro su dieci si arrabattano in valutazioni problematiche. Quasi sofferte. -Il vigile? Ehm...certo, ha fatto male a sparare...Però anche il ragazzino: scappare in quel modo...» Gli altri invece non hanno dubbi: 4 danno torto marcio alla guardia e due sono dalla sua parte. E' polemica. Polemica arrabbiata in corso Giulio Cesare. Anche le famiglie sono attraversate da inquietudini. -Se fosse capitato a quel disperato di tuo figlio?» Risposta imbarazzante: «Afa che discorso! Mio figlio, come dici tu, sarà un disperato ma è anche rispettoso perché io — a mio figlio — ho insegnato l'educazione..» L'argomento è di quelli che toccano da vicino. Franco Adroit, 33 anni di cui tre passati in divisa, vigile urbano al primo scatto di anzianità, ha inseguito Antonio Mancosu. 14 anni, la terza media da ripetere, casa in corso Brescia e una sorella più piccola. Davanti il giovane con il motorino di un amico e senza il casco, dietro gli uomini in divisa sulla Ritmo di servizio del Comando. La frenata della macchina e il colpo di pistola: il proiettile ha sfiorato i capelli del ragazzino e per tre millimetri non ha ucciso. Tutto in una manciata di secondi: tutto fra via Camino e corso Giulio Cesare, uno spicchio di Barriera di Milano, quartiere di periferia, dove convivono contraddizioni e pericoli diffusi. Negli anni del dopoguerra era la casa della vecchia mala. Adesso che la delinquenza è più aggressiva e forse più diffusa la gente chiede protezione ma anche garanzie. Si può avere tutto insieme? I favorevoli al vigile sembrerebbero dei legalitari ad oltranza. Carlo Biadi produce un sillogismo aristotelico per dire: -E' necessario che le istituzioni siano presenti. Le istituzioni vanno rispettate. Se non le si rispetta devono farsi rispettare da sé». Giuseppe Borretti, sulla stessa corsia logica: -Va da sé che non si può chiedere protezione da un lato e incoraggiare disobbedienza dall'altro. All'alt ci si ferma altrimenti si passa dalla parte del torto. Punto e basta». L'armata anti-civich è un esercito di mamme. Le dichiarazioni sembrerebbero persino contraddittorie ma sono la voce del cuore. Adele Miola: -Non si spara così ai ragazzini». Carla Brazzi: -Tirare fuori la rivoltella per quel "ricciolino"...e allora per Luciano Liggio cosa ci vuole? Il carrarmato?» Santina Spoleto: «7 delinquentoni li lasciano stare, hanno paura e scappano. Però con i piccoli diventano tutti dei cuor di leone e allora sì che viene fuori il coraggio». Ermanna Longhi che — chissà perchè — tutti chiamano Ciò: -Sono quelli gli uomini cui è affidata la nostra sicurezza? Ma se fanno così c'è da aver paura: proprio di loro che dovrebbero guardarci da chi ci vuole male..». Ancora un episodio di inci Passeggiando al Valentino, tanti pare«Se non diamo loro da mangiare e Si sono smorzati i toni delle polemiche sull'ordinanza con cui il sindaco ha proibito a tutti i cittadini di nutrire i piccioni della città. La decisione del tribunale amministrativo regionale di sospendere, su richiesta dell'Ente nazionale per la protezione degli animali, l'efficacia dell'ordinanza, ha riportato la discussione su un piano più civile. Ieri pomeriggio, al Valentino, abbiamo provato a sentire i pareri di alcune delle persone che affollavano i giardini. -I piccioni — dice Giuseppe Mirabile — hanno invaso la città. Sono contrario ad ucciderli, ma bisognerebbe cercare di radunarli in un luogo in cui non dessero fastidio... «Sporcano i balconi — interviene la moglie — ma cosa si può fare? Abbatterli non è possibile». «Occhio non vede, cuore non duole — interviene un 'amica dei signori Mirabile che si chiama Maria e non vuole che si pubblichi il suo cognome — bisognerebbe ucciderli senza dirlo. Sarebbe una forma di pulizia per la città». Bruno Stella, che ha 19 anni ed è al Valentino con la fidanzata, dice: «Il piccione è un animale abbastanza caratteristico in città e. siccome non può trovare cibo a sufficienza per nutrirsi è giusto che gli diano da mangiare gli uomini». Livio Tangorre, 42 anni, ha le idee molto chiare sul tema: «Gli animali non danno nessuno fastidio — dice viltà, intollerabile abitudi ri: «Sono gli uòmini che sporcano» si ammalano, che cosa succede?» — siamo noi che sporchiamo. Gli uomini di Torino producono molti più rifiuti degli animali. Sono stato il primo a dare da mangiare ai piccioni quando il sindaco ha posto il divieto... «Io sono d'accordo con il divieto del sindaco — dice Patrizia Cavallero — ma in che modo e possibile impedire concretamente che i torinesi diano da mangiare ai piccioni? Vietarlo semplicemente non è sufficiente. Inoltre non ci sono solo i piccioni che sporcano o che possono essere portatori di malattie. Ci sono anche i cani e i gatti... «Se si da da mangiare ai piccioni — dice Antonio Antonucci — c'è il problema della proliferazione. Se non si dà loro da mangiare e si ammalano cosa succede? I piccioni sono nati con la città e con i suoi monumenti. Non si può venire a dire, adesso, che sono la causa della distruzione delle opere architettoniche. Perche non si parla della distruzione esercitata dalle sostanze chimiche contenute nell'aria e che corrodono i monumenti?». Il tribunale amministrativo, accogliendo in pieno le argomentazioni esposte dal professor Claudio Dal Piaz. che rappresenta l'Enpa, ha decretato una tregua in attesa di pronunciarsi definitivamente sul problema. E' certo che. con questo caldo, non sarebbe stata auspicabile un'epidemia provocata da'la denutrizione dei piccioni. ne delle vacanze estive

Luoghi citati: Milano, Nam, Nizza, Roma, Torino