Con l'obbligo delle cinture di sicurezza a migliaia i morti in meno sulla strada

Con l'obbligo delle cinture di sicurezza a migliaia i morti in meno sulla strada Con l'obbligo delle cinture di sicurezza a migliaia i morti in meno sulla strada All'ospedale di Chivasso le tante vìttime dell'autostrada • Un medico: «Nel campo della prevenzione siamo ancora all'età della pietra» - A Moncalieri un centro di sperimentazione all'avanguardia - Gli esempi stranieri non imitati in Italia Dopo le ferie, ogni fine stagione, si fa il bilancio delle vittime degli incidenti stradali. Anche in queste settimane i giornali non sono mancati al consueto retorico appuntamento: -Nell'ultimo mese — è stato annunciato — sono morte sulle strade 880 persone-. Ebbene questo dato dei morti è ambiguo e mistificante. In Italia, infatti, in media, ogni giorno, e non soltanto nel corso delle ferie, a causa degli incidenti stradali, muoiono 28 persone: ogni mese i morti sono dunque 840, pari a 10 mila morti ogni anno e 220 mila feriti. Spaventose le cifre, ma ancor di più l'inerzia di chi avrebbe in mano gli strumenti atti ad arginare questa carneficina: le statistiefie dimostrano che da dieci anni a questa parte nella Penisola il numero delle vittime è inalterato. -In Italia abbiamo una rete stradale ed autostradale tra le più belle del mondo, ma nel campo della prevenzione sia ~umpu ut-ita prevejiaiune sia- mo ancora all'età della pietra-: il parere è dì Carlo Alessandro Russo Frattasi che lavora come medico nella divisione traumatologica dell'ospedale che lui stesso definisce -autostradale- di Chivasso. per la vicinanza con la « Torino-Milano- e la -Torino-Aosta-. Russo Frattasi è membro dell'«.4merican Associafion for Automotive Medicine-. Ha scritto un libro dal titolo « Un gesto per non morire-: in copertina l'immagine di due mani che chiudono una cintura di sicurezza. Anche Ketty Tabakov è un esperto in materia: lavora infatti da sette anni nell'ufficio pubbliche relazioni della -TRW Sabelt-, una azienda leader in Italia per la produzione di cinture di sicurezza e che ha un moderno centro sperimentazione a Moncalieri. -Dati alla mano possiamo affermare — dice Ketty Tabakov — che l'obbligatorietà delle cinture e dei poggiatesta eviterebbe il cinquanta per cento delle vittime i cento aeue vilume-. Una prova di laboratorio con le cinture di sicurezza chili, seduto sul sedile posteriore, si proietta contro i passeggeri del sedile anteriore con una forza d'urto dì 1000 chili. Secondo il tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung l'uso delle cinture posteriori dimezzerebbe decessi e lesioni cagionate ai passeggeri dei posti anteriori. Anche il rispetto dei limiti di velocità consentirebbe di salvare un gran numero di vite umane. Ma indurre l'automobilista medio a rispettare questa norma di sicurezza comporterebbe una campagna di educazione civica dì proporzioni gigantesche. Mentre emanare un decreto legge sull'obbligo dell'uso delle cinture di sicurezza, che gli automobilisti non avrebbero difficoltà a rispettare, sarebbe oltremodo semplice e salverebbe da subito, come dimostrano le statistiche dei Paesi dove l'obbligo è stato Ancora: una risoluzione del 1984 del Parlamento Europeo prescrive l'obbligo dell'uso delle cinture sui posti anteriori e posteriori. In Italia tutto quello che si è fatto è rendere obbligatorio il montaggio delle cinture sulle vetture di nuova omologazione. La legge sull'obbligo del loro uso, dei deputati Pacchetti (ph), Sanguineti (psi). Lucchesi (de). Caria (psdi) e Medri (pri). era stata approvata alla Camera a maggio, ma non prima che fosse depennato l'articolo sulle cinture nei sedili posteriori. Comunque la caduta del Governo ne ha bloccato l'iter. In Svezia sull'argomento è stata lanciata una campagna per sensibilizzare il pubblico con lo slogan -Niente elefanti sui sedili posteriori-. Le ricerche dimostrano, Infatti, che in caso di impatto a 50 chilometri orari un bimbo di 20 MENSILE DI INFORMAZIONE CULTURA - SPORT distribuito in Italia da RUSCONI DISTRIBUZIONE cerca finalmente introdotto, decine di vite umane: nel caso più pessimistico da duemila a tremila ogni anno. Nonostante ciò la legge, come è avvenuto per i caschi, segue il suo lento iter come se si trattasse di un problema di second'ordine. Il sindaco di Torino non ha accolto una proposta di Stampa Sera a favore di un'ordinanza, in attesa della legge nazionale, sull'obbligo delle cinture di sicurezza nel territorio urbano pur dichiarandosi d'accordo sul fatto che l'approvazione della legge nazionale è indispensabile (a Torino muoiono in media 80 persone ogni anno in incìdenti stradali). Eppure la strada dell'ordinanza — secondo il parere di Gianfranco Gallo Orsi — sarebbe praticabile oltre che dal sindaco, anche dal prefetto e dal presidente della Regione. A chi propone ordinanze o decreti legge si obbietta che nella questione -manca l'aspetto di urgenza-. Un esempio di urgenza ammessa? L'ultimo decreto legge in ordine di tempo, approvato dal Governo, il 28 luglio scorso, riguarda uno stanziamento proprio per la prevenzione stradale. Una -torta- urgente dì centinaia di miliardi che soltanto se saranno ben spesi daranno, nel tempo, risultati positivi. Il decreto sulle cinture e i poggiatesta invece farebbe risparmiare, già nel primo anno, 1000 miliardi di costi sociali connessi agli incidenti stradali. Ma questi miliardi risparmiati forse hanno il difetto di essere soldi... da non spendere. per Vercelli, Asti, Alessandria, Biella, Novara, Cuneo

Persone citate: Carlo Alessandro Russo, Gianfranco Gallo Orsi, Ketty Tabakov, Lucchesi, Medri, Russo Frattasi, Sanguineti, Tabakov