Professionisti evasori ?Intervengano gli Ordini

Le consuete reazioni dopo la pubblicazione dei dati delle denunce dei redditi 1984 Le consuete reazioni dopo la pubblicazione dei dati delle denunce dei redditi 1984 Professionisti evasori? Intervengano gli Ordini Già a marzo si er La pubblicazione, da parte del ministero per le Finanze, dei dati relativi alle dichiarazioni dei redditi presentate nel 1984 ha provocato le oramai consuete reazioni. Il dato statistico è un dato medio per categorìa: chi ha dichiarato di più protesta, ma — proprio perché si tratta di una media — esiste anche chi ha dichiarato meno. Questa volta i commenti sono forse stati più duri: sia nel gridare allo scandalo, sia, da parte dei professionisti, nel respingere la patente di contribuenti evasori. Ciò può stupire in quanto praticamente tutto è stato già detto nel marzo scorso quando sono stati pubblicati i dati relativi all'Iva delle stesse categorìe sempre per il a gridato allo scandalo 1983: già allora per professionisti e commercianti al minuto — con poche eccezioni — si era sottolineato che molte dichiarazioni Iva rivelavano, di per sé. redditi inferiori alla possibilità di sopravvivenza. Piuttosto, il mettere a raffronto i dati Iva e quelli Irpef può dare qualche risultato. Vediamo, per esempio, concretamente il caso dei geometri; la media delle loro dichiarazioni Iva per il 1983 si aggira intorno al 12 milioni di lire; questa somma rappresenta l'incasso lordo dichiarato medio e si poteva presumere che il reddito netto dichiarato fosse di circa di 6 milioni di lire (pari a lire 500 mila al mese); invece, gli ultimi dati lo fanno ammontare a 7 milioni 700 mila lire, pari per le dichiarazioni a circa 640 mila lire mensili. Premettiamo che. ai fini di una presunta evasione, non ha molta importanza la diversità di reddito annuo da lire 6 milioni a lire 7 milioni e 400 mila, ma può Invece interessare il fatto che mediamente le spese della categoria sono state inferiori al 50 per cento dell'incasso e cioè alla media norrnale'per molte professioni liberali. Potrebbe trattarsi di un indizio per avvalorare quanto dichiarato dal presidente dei geometri, secondo il quale sono stati considerati «geometri» anche molti che vivono al margine della professione e che a quest'ultima dedicano poco tempo ed in particolare non hanno spese svolgendo la loro attività nel¬ Iva al di sotto dei limiti la casa di abitazione. Forse non sarebbe difficile, per rendere i dati più omogenei e meno criticabili, suddividere ulteriormente le varie categorie di professionisti in relazione all'esistenza di uno studio aperto al pubblico e al numero dei collaboratori e dipendenti. D'altro lato gli ordini ed i collegi professionali, non meno delle unioni dei commercianti, devono intervenire dall'interno per rendere in un primo tempo almeno credibili le dichiarazioni dei loro componenti. I comportamenti fiscali dei notai e dei farmacisti sembrano essere eccezioni, ma devono divenire la regola. Una composizione più corretta delle singole categorie (ricordiamo che i no¬ ti di sopravvivenza tai non sono più considerati evasori solo da quando si sono staccati fiscalmente dalle altre professioni legali) può riservare sorprese. Quando poi saranno disponibili i dati relativi al primeanno del regime forfettario, si potranno trarre le conclusioni su un trattamento fiscale che molti oggi si pentono di avere scelto. Ai nostri fini dobbiamo osservare che la riforma del forfait ha attribuito spese deducibili anche a coloro che non le avevano, basandosi su una serie di presunzioni che, come tutte le presunzioni possono (sia pure con risultati positivi per il fisco) favorire o danneggiare, ma solo poche volte rendere giustizia. Gianfranco Gallo-Orsi

Persone citate: Gianfranco Gallo-orsi