Legge Finanziaria è già bagarre sui «tagli» per quattromila miliardi di Emilio Pucci

Mercoledì parte la faticosa maratona del pentapartito per la messa a punto Mercoledì parte la faticosa maratona del pentapartito per la messa a punto Legge Finanziaria, è già bagarre sui «tagli» per quattromila miliardi Dure reazioni di sind ROMA — La legge Finanziaria è ancora tutta da scrivere, ma è già bagarre. Gli ultimi scampoli di vacanze e il lento ritorno all'attività politica sono scanditi dalle violente polemiche sulle anticipazioni della manovra economica per l'87. La tenuta del nuovo governo si giocherà proprio sulla Finanziaria, tanto che Craxi è sceso subito in campo per invitare tutti alla calma e per ribadire che la terapia anti crisi non richiede cure da cavallo. Nessuna stangata, dunque, ma un equilibrato dosaggio fra «/e esigenze di risanamento e le finalità di sviluppo-. Dice, in pratica, Palazzo Chigi: lasciatecelo articolare questo benedetto documento e poi si potrà pure aprire il dibattito. Quest'ultima settimana d'agosto sarà tutta dedicata alla Finanziaria. Mercoledì, prima riunione preparatoria in vista del Consiglio dei Ministri, convocato per giovedì. Partirà cosi la faticosa maratona del governo per la messa a punto della legge che deve essere presentata al acati, imprenditori e oppo Parlamento entro fine settembre. Base di partenza per la stesura della Finanziaria '87 sarà il documento programmatico di bilancio preparato dal ministro del Tesoro Gorìa 10 scorso giugno. In questo documento sono indicate le «grandi cifre» (inflazione, deficit pubblico, crescita del prodotto interno lordo e degli investimenti) ed anche le varie ipotesi di interventi per centrare gli obiettivi prefissati. Proprio il pacchetto delle possibili misure sullo stato sociale e i tagli agli investimenti ha scatenato le dure reazioni dei sindacati, degli imprenditori e dell'opposizione. Questi i passaggi-cardine della manovra. Inflazione — E' il fronte più calmo. Nella lotta contro 11 carovita quest'anno si sono ottenuti significativi successi, grazie soprattutto al duplice calo del dollaro e del prezzo del petrolio. Vantaggi che si faranno sentire anche l'anno venturo. Il «tetto» del 4% all'inflazione per l'87 al momento è ritenuto da tutti sizione, ma anche «malum possibile. Deficit pubblico — La favorevole congiuntura internazionale consentirà a fine '86 un risultato storico: il non sconfinamento del «tetto» fissato al disavanzo. Si prevedevano 110 mila miliardi e 110 mila miliardi saranno. Ora. per l'anno prossimo si punta a restare sotto 11 «muro» dei 100 mila miliardi. C'è dunque da fare una manovra di 10 mila miliardi. Il recupero di questa somma dovrebbe ottenersi con un aumento naturale del gettito ttibutario (quindi niente nuove tasse) per 3500 miliardi: un inasprimento delle tariffe pubbliche (poste e trasporti) e dei tickets sanitari per 2500 miliardi: un taglio delle spese in conto capitale (investimenti) per 4 mila miliardi. Tariffe — Inevitabile il loro ritocco verso l'alto, ma Goria garantisce che si tratta di adeguamenti modesti e in linea con il «tetto» del 4% fissato per l'inflazione. E qui le prime proteste. Stato sociale — Il piano dei tagli alle spese correnti, oltre ori» nella maggioranza pe agli aumenti tariffari e dei tickets, dovrebbe prevedere ulteriori passaggi verso quella mini riforma dello Stato sociale auspicata da Goria. L'assistenza sanitaria e previdenziale sarà, in pratica, totalmente gratuita solo per le famiglie a basso reddito. Per le altre, un graduale ricorso al mercato. Ma i sindacati sono già sul piede di guerra, sospettando una manovra troppo brusca. Tanto più che anche gli aumenti salariali dovranno rispettare il «tetto» all'inflazione. Investimenti — Su questo capitolo sarà scontro aperto, all'interno del governo stesso e fuori. Palazzo Chigi nella nota di sabato scorso ha ribadito che per 1*87 si prevede una crescita del prodotto interno lordo (cioè la ricchezza nazionale) del 3.5% e un aumento di almeno il 7% delle risorse destinate agli investimenti. Ma Goria parla della necessità di un taglio per circa 4 mila miliardi, soprattutto per gli investimenti nel Mezzogiorno, dove «le attuali disponibilità sembrano note¬ per il «rigore» di Gorìa volmente esuberanti rispetto alle effettive possibilità operative-. Al «rigore» di Goria replicano i socialisti e il ministro del Bilancio Romita, i quali sollecitano maggiori investimenti (magari, anche a costo di un lieve sconfinamento di bilancio) per favorire l'occupazione. E poco importa se il ministro Goria dice che «non ci sono i soldi-. Anche su questo fronte i sindacati, almeno Cgil e Cisl, sono mobilitati e minacciano lo sciopero generale, ma il leader della Uil Benvenuto invita ad un «confronto ben condotto-. Malumore pure fra gli imprenditori che hanno accolto male le ipotesi di un riduzione degli oneri sociali che lo Stato si è accollato a favore delle aziende e di una maggiore partecipazione al costo della cassa integrazione. Ci sono tutte le premesse per una rovente «battaglia d'autunno-, E pensare che, prima delle vacanze, si parlava di una Finanziaria a «basso profilo». Emilio Pucci

Persone citate: Craxi, Goria

Luoghi citati: Roma