E' finita l'odissea del satellite sovietica si è disintegrato sull'Oceano Indiano di Giorgio Romano

E' finita l'odissea del satellite sovietica si è disintegrato sull'Oceano Indiano E' finita l'odissea del satellite sovietica si è disintegrato sull'Oceano Indiano A Helsinki, con diffidenza s'incontrano Urss e Israele Un analogo incidente nel '78 contaminò una zona del Canada settentrionale - Il razzo vettore era stato lanciato il 30 luglio - Prima dell'impatto trepidazione in tutto il mondo Uno dei satelliti sovietic Missione da Mantova Non sì parlerà solo di Medio Oriente: gli israeliani vogliono mettere sul tappeto anche il dramma degli ebrei sovietici - Ma non si fanno illusioni WASHINGTON — L'odissea' del satellite sovietico «impazzito» è finita. Dopo un lento avvicinamento alla Terra, il «Cosmos 1767» è penetrato sabato notte nell'atmosfera é si è disintegrato nei cieli dell'Oceano Indiano. Se qualche frammento è sopravvissuto all'impatto, si è certamente inabissato nelle acque dell'Oceano. Nessuno sa se a bordo del satellite ci fosse materiele radioattivo. Mentre l'Urss osserva sull'argomento un rigoroso silenzio, la notizia del «rientro» è stata rivelata dal comando spaziale americano. Il satellite si è disintegrato intorno alle 23.40 di sabato (ora italiana). L'impossibilità di determinare l'esatto punto in cui il satellite sarebbe entrato nell'atmjsfera terrestre aveva causato trepidazione e messo in allarme gli osservatori di tutto il mondo. Il satellite «Cosmos 1767» era stato lanciato, a quanto sembra, il 30 luglio scorso. Per qualche guasto sconosciuto, il satellite non era riu¬ scito a raggiungere l'orbita prestabilita e, di conseguenza, aveva incominciato la sua discesa verso la Terra. Il «Cosmos» ha compiuto sabato sera la sua ultima orbita, per tuffarsi subito dopo negli strati alti dell'atmosfera terrestre. Il comando della difesa aerospaziale nordamericana nel Colorado, che ha seguito minuto per minuto l'evolversi della situazione, ha reso noto che non si hanno informazioni sulle fonti di energia del satellite, e che non si sa quindi se a bordo vi fosse materiale nucleare. A giudicare dal razzo vettore sovietico impiegato per il lancio, il satellite avrebbe potuto pesare sino a 15 tonnellate. Nel 1978 un satellite sovietico del tipo «Cosmos», con a bordo un generatore di energia nucleare, rientrò nell'atmosfera terrestre e alcune parti caddero in una zona del Canada settentrionale. L'area dovette essere poi decontaminata. Mosca pagò un indennizzo al Canada. TEL AVIV — «Siamo interessati a riallacciare i rapporti con Mosca. Credo però che si tratti di una opportunità, non di una certezza. Quello che è certo è che l'Urss ha compiuto un passo molto limitato, che non va enfatizzato*. Cosi il primo ministro israeliano Shimon Peres ha commentato l'incontro tra diplomatici russi e israeliani che si apre oggi pomeriggio a Helsinki. E' il primo incontro formale tra i due Paesi dopo 19 anni, da quando cioè il Cremlino interruppe le relazioni diplomatiche con Gerusalemme a seguito dell'occupazione israeliana della Cisgiordania. E il ripristino dei rapporti diplomatici è appunto il primo, spinoso, tema all'ordine del giorno. Il secondo punto controverso su cui ufficialmente devono misurarsi le delegazioni riguarda lo status delle proprietà russe in Israele. Ma, nel corso dell'incontro, si potrebbe parlare anche di altri aspetti che «inquinano» le relazioni tra i due Paesi. Prima di tutto, la situazione medio-orientale. Secondo gli osservatori occidentali, infatti, ci sarà un particolare impegno israeliano per indurre il Cremlino ad aggiornare la propria posizione in merito al processo di pace in Medio Oriente. Infine Israele vorrebbe aprire un dialogo sulla condizione degli ebrei nell'Unione Sovietica. Ieri, inaspettatamente, è partito per la Finlandia il dottor Hanan Baron, vicedirettore generale del ministero degli Esteri che uffi¬ cialmente non fa parte della delegazione israeliana, diretta da Yehuda Horam. La partenza del funzionario numero due del dicastero degli Esteri è considerata infatti come un segno dell'importanza che potrebbe assumere il colloquio se i sovietici acconsentissero di allargare i temi delle conversazioni. In Israele, comunque, non solo il premier appare molto cauto nel far previsioni sull'esito delle conversazioni. Ieri mattina a Gerusalemme e a Tel Aviv ci sono state clamorose manifestazioni per protestare contro il governo che non ha collegato le conversazioni di Helsinki, e l'eventuale ripresa dei rapporti consolari, con un impegno da parte dell'Unione Sovietica di liberare i «prigionieri di Sion» e di consentire la libera emigrazione degli ebrei russi. Peraltro anche l'Urss mostra una certa cautela nei confronti di Israele e dell'incontro di Helsinki. I sovietici hanno ribadito la clausola della estrema segretezza, e non hanno voluto nemmeno essere fotografati mentre stringono la mano agli israeliani. Domani, perciò, le due delegazioni entreranno nell'edificio sede dei colloqui da due entrate differenti, e si vedranno direttamente intorno al tavolo delle trattative. Incontri che dovevano svolgersi in un grande albergo di Helsinki, ma — per ragioni di sicurezza — avranno luogo nella zona dove si trovano gli uffici governativi. Giorgio Romano i della famiglia Cosmos Anche ieri disordini in diverse città, si temono scontri più pesanti Dopo i naufraghi t Tragico incidente

Persone citate: Hanan Baron, Shimon Peres, Yehuda Horam