Siena celebra «Truciolo» ma pensa al nuovo Palio di Alberto Gaino

Notte di festa per la Giraffa e di «purga» per chi ha perso Notte di festa per la Giraffa e di «purga» per chi ha perso Siena celebra «Truciolo» ma pensa al nuovo Palio Il fantino trionfatore, Mario Cottone, dice: «Voglio restare qui per sempre» - Si correrà un'edizione straordinaria il 13 settembre, per il bicentenario del Comune DAL NOSTRO INVIATO SIENA — Il Palio del giorno dopo è stato una lunga notte sul cratere spento, come vuole un'antica leggenda, della piazza più bella d'Italia, quella del Campo di Siena. Migliaia di contradaioli hanno festeggiato, chi la sorprendente vittoria della Giraffa, chi la sconfitta della -nemica., in questo caso la Torre, costretta a .ripurgarsi», secondo un rito secolare, ma senza dimenticare la Lupa, altra contrada ambiziosa, che aveva ingaggiato, per 70 milioni. Aceto il «professore». Sabato notte i giovani dell'Istrice, grande avversaria della Lupa, la irridevano sul la terra della pista, trasformata in dehors solo per i turi sti. con i loro stornelli di f uo,co. Lapilli del -vulcano» di passioni nuovamente addor mentatosi, ma per poco: il 13 settembre si correrà un palio straordinario, in occasione del bicentenario del Comune. Domenica prossima si estrarranno a sorte le dieci contrade che vi parteciperanno, e sarà di nuovo palio, con le sue aspre e ricorrenti polemiche, il sale di questo breve e bruciante rito della fertilità. Su quest'ultimo, quello dell'Assunta, sono piovute perpendicolari come i raggi del sole d'agosto. Polemiche -esterne» e quindi particolarmente odiose per i senesi che vivono la tradizione e lo spirito della loro festa come -cosa propria»: una reazione scandita dal vigore di una passione unica e dalla preoccupazione di proteggere il Palio dalle letture superficiali, tal volta anche grossolane, che trascurano i caratteri originali della celebrazione della città-Stato medioevale nel l'età postmoderna. Sembra di stare alle porte di Siena come davanti ad uno scrigno che vuole appena dischiudersi. Persino i -verdi' di qui, l'anno scorso, scrissero ai radicali che -puntare il dito senza conoscere e fare' cattiva politica-. Ma che si dirà quest'anno Il palio (opera di Riccardo Tommasi Ferroni) vinto dalla contrada della Giraffa dopo, l'azzoppamento di Orion. il purosangue dell'Aquila, che ieri ha piegato un garretto sulla treccia dura del canapo teso, la lunga corda che si lascia cadere alla -mossa-I Tendinite acuta, è stato il referto del veterinario. Un'ora dopo la corsa, i contradaioli e il proprietario avevano deciso di abbattere il cavallo. Una telefonata ha avvertito il sindaco nel suo ufficio e subito, da Vittorio Mazzoni della Stella, primo cittadino di Siena, sentiti i tre -deputati della Festa-, è arrivata la controfferta: il Comune si impegna a pagare ugualmente la polizza rischio sul cavallo se l'allevatore lo terrà in vita. Una risposta -politicaagli zoofili, ma anche un gesto di riconoscenza, assicura il sindaco, per il cavallo-protagonista. -Avrà notato che il Montone ha preferito non far correre rischi al suo mezzosangue, ferito, e non partecipare al Palio. Per una contrada non schierarsi al canapo è vera sofferenza-. Nel Museo dell'Oca, tra i sessanta -cenci- conquistati dalla -contrada capitana-. spicca una bacheca dal contenuto curioso: la coda e gli Siena. L'astigiano Mario Cottone «Truciolo», il vincitore trada avrebbe sborsato 800 milioni. Ne spenderà ugual mente tanti, malgrado l'infamante secondo posto e la -purga- simbolica: tutti a letto presto, le luci delle sue strade rigorosamente spente «Le contrade hanno i conti in rosso-, dice il capitano della Giraffa. Romano Rossi, al ludendo alle spese sempre più ingenti. Sono lontani tempi in cui al fantino, come premio per la vittoria, si re galava -la camera da lettoOggi tutti prendono milioni per «montare» e qualcuno anche per restare a piedi. Gli stessi -partiti- devono fare i conti con la voglia di emergere dei -nuovi» fantini, che sono tanti. Mario Cottone, da Asti, primo al -bandierinosabato e sino a qualche giorno prima ancora inslcuro del l'ingaggio, è l'ultimo epigono di questa schiera. Già a set tembre non sarà più un outsider qualsiasi, venuto dalla città del -palio di serie B-. Il Palio rimane per i contradaioli appassionati la corsa che dura tutto l'anno, ma la città cambia: il centro storico si sta svuotando, gli immobili costano come a Roma e Milano, la disoccupazione, zoccoli di Cesarino. un cavallo morto sul tufo steso in piazza per il Palio. -Stava per portarci alla vittoria-, indica 11 vicario generale dell'Oca. Fulvio Bruni. La tradizione vuole cosi, come vuole pure che il cavallo vincitore sia l'ospite d'onore alla cena che la contrada organizza per festeggiare il successo. E qui la tradizione è qualcosa di più di un contenitore di gesti ritualizzati. Non c'è dubbio che per il cavallo i contradaioli nutrano sentimenti d'amore e d'odio secondo le circostanze, cosi come verso il fantino (sabato quelli del Leocorno. tanto per restare alla cronaca dell'ultimo palio, hanno inseguito o picchiato il loro portacolori. U Pesse. sospettato di essersi -venduto» alla Torre, che nutriva le stesse ambizioni di successo). Entrambi sono estranei alla contrada. Vi vengono apparentati solo in occasione del Palio. La volta dopo possono correre per altri, il cavallo, sorteggiato, addirittura per una contrada «nemica». Urbino, mezzosangue che ha vinto due palii sui tre cui ha partecipato, non è più staT to presentato. -Troppo forte-, dicono a Siena. -Avrebbe fatto esplodere di gioia i contradaioli che l'avessero avuto in sorte, mentre per tutti gli altri sarebbe stato un handicap troppo forte averlo contro-, E qui non si usa sfidare troppo la fortuna. La città-Stato lontana nel tempo, con i suoi fasti, che si celebra con questa giostra specialissima, combattuta in uno spazio storico e senza tempo nell'occasione, aveva 50 mila abitanti nel Cinquecento (poco meno di quelli attuali) e doveva la sua potenza all'abilità dei suoi banchieri, dei suoi mercanti. E astuzia, intrighi, alleanze per vincere o far perdere, i «partili» li chiamano a Siena, sono ingredienti indispensabili nel Palio. Alla -mossa» si tirano le somme di giorni e notti di contrattazioni e i fantini, sorvegliati a vista nei giorni di vigilia per evitare «tradimenti», perfezionano o rovesciano le alleanze, per i capitani e luogotenenti delle contrade, o anche per conto loro, come molto spesso accade. -Ti dò 25 milioni-, mimava con la bocca Aceto all'indirizzo di Massimino Coghe. «Non mi bastano-, ha risposto l'altro secco e irridente. Bazzino. .nell'Aquila., annuiva. E tutti, tranne il -professore-, giravano in tondo, attorno al Cianchino, che, per la Torre, aveva centinaia di milioni da distribuire. Pare che, in caso di vittoria, quest'ultima con¬ Dispute tra «maghi» sulle interpretazioni di Nostradamus in particolare quella femminile, è ai vertici dei problemi e tarda a svilupparsi una mentalità diversa, da terziario -creativo-, fa notare l'assessore Plcini. Per di più, Siena invecchia fra le sje storiche mura (15 mila abitanti, molti anziani). La maggior parte dei contradaioli finisce per partecipare alla vita di contrada solo in prossimità del Grande Caldo del Palio. «C'è il rischio che si smarrisca qualcosa di fondamentale nei più giovani: lo spirito cantra daiolo-, dice Bruni. -La violenza, qui, è sempre stata contenuta, più gestuale che finalizzata a far male sul serio. Ora, però, ci si deve dare una regolata, ricostruendo quel tessuto di rapporti connettivi che è alla base dei principi di mutuo soccorso, di lealtà e socialità che animano la contrada-. Daniele Magrini ha scritto un interessante pamphlet («// Palio verso dove?-) sulla Festa alle soglie del Duemila. Le contrade si muovono, rivendicano più spazi, le più avvedute hanno ormai trasferito la loro managerialità nella vita di tutti i giorni, cercando di fondere passato e futuro. L'Oca e altre confaci)' hanno ottenuto mutui agevolati e ristrutturato appartamenti nei loro -territori-. Si continuerà. Per .issicurare un retroterra reale al simbolismo del rito di iniziazione che il Palio rappresenta per i giovani senesi, in particolare, ma anche di rinascita virtuale per la contrada vittoriosa. La metafora avvolge la piazza trionfante e la restituisce più magica al visitatore. Il suo fascino ha ammaliato anche Mario Cottone, detto Truciolo. « Voglio rimanere qui per tutta la vita-. L'ha detto anche al sindaco di Asti, che sabato sera era stato fra i primi a congratu larsì con il suo concittadino diventato improvvisamente celebre sulla terra «sacra» di Piazza del Campo. Alberto Gaino