Sul condono all'«edilizia nera» lo scontro arriverà a settembre di Emilio Pucci
Sul condono all'«edilizia nera» lo scontro arriverà a settembre Sul condono all'«edilizia nera» lo scontro arriverà a settembre Nicolazzi è pronto a rivmilione e 700 mila case ROMA — Il nuovo ministro per l'ambiente, il liberale Franco De Lorenzo, minaccia di negare il condono edilizio a chi inquina le nostre coste. Una iniziativa lodevole. Ma quanti proprietari di case abusive che avvelenano il mare hanno fatto ricorso alla sanatoria? Le statistiche parlano di un milione e settecentomila villette costruite lungo le spiagge senza licenze e soprattutto senza rete fognaria. Ebbene, solo per un esiguo numero di questi abusi (poco più del 15 per cento del totaie) sarebbe stata presentata domanda di condono. Il vero «nodo- della contestata legge sul condono edilizio sta proprio nella enorme sdcFnpetlmcsm edere la legge, ma non vuole fare altri sconti - Le statistiche parlano di un fuorilegge costruite lungo le spiagge - Solo per il 15% chiesta la sanatoria sproporzione fra i casi autodenunciati, l'abusisvismo accertato e quello da scoprire. Finora, la legge ha portato nelle casse dello Stato poco più di 2500 miliardi, somma equivalente alla prima delle tre rate previste per la regolarizzazione. Solo questa cifra basta a sottolineare le dimensioni di un fenomeno ancora in gran parte sommerso. In Italia gli interventi edilizi illegali accertati sono più di dieci milioni: per buoni quattro milioni si tratta di case del tutto fuorilegge: per il resto, si tratta di costruzioni che hanno subito ristrutturazioni o manutenzioni senza alcun permesso. La maggioranza dell'edilizia «nera- si sviluppa nel Mezzogiorno. E proprio da queste zone le domande per la sanatoria finora sono poche decine di migliaia (a Napoli, ad esempio. 13 mila: a Taranto. 8 mila: a Bari. 5 mila). Tra casette in riva al mare, villette in campagna e appartamenti in città sono in molti a non aver sentito la necessità di usufruire della sanatoria. Ed ecco l'ipotesi di un nuovo decreto di modifica alla legge, dopo quello clamorosamente bocciato alla Camera nel giugno scorso. Al ritorno dalle vacanze il governo affronterà la difficile questione. Il ministro dei Lavori pubblici, Nicolazzi, si è dichiarato disposto a rivedere la legge, a condizione che ci sia un accordo preventivo nella maggioranza, accordo che per il momento latita. Nicolazzi. però, non vuol estendere la possibilità del condono dall'ottobre '83 all'85. perché, sostiene, in questo modo si prenderebbero in giro coloro che hanno costruito nel rispetto delle regole. Il ministro, poi. non vede di buon occhio le «sollevazioni- a favore dell'abusivismo per necessità. «Non concederò altri sconti-, dice, perché dietro questo fenomeno si nascondono speculazioni e gravi responsabilità degli amministratori locali. Situazione dunque confusa, ma a settembre si dovrà fare qualcosa. Altrimenti, il pericolo è l'ingovernabilità del territorio. Non sembra infatti che la legge sul condono abbia fermato l'abusivismo. Dati più precisi si potranno avere alla fine dell'indagine avviata dal ministero. Comunque, costruire una casa abusiva è sempre un bel «business-, perché si riesce a risparmiare qualcosa come il 50 per cento rispetto ai costi dell'edilizia legale. Ed è questa, si legge nel recente «libro bianco- sulla casa, la vera ragione per cui si costruisce fuorilegge, al di là delle inefficienze amministrative di molti Comuni che non hanno approntato piani regolatori né tantomeno costruito case popolari. In Sicilia, ad esempio, si è speso appena il 22% dei fondi destinati all'edilizia popolare. La parte più consistente della produzione abusiva, che col passare del tempo ha assunto le dimensioni di una vera e propria industria di «edilizia nera-, si distribuisce in prevalenza nelle aree periferiche (sono nella maggioranza le seconde case) e nelle grandi città del Centro e del Sud. Nella sola area di Roma, oltre la metà dello stock residenziale costruito nel decennio 1972-1981 è abusivo. Lo stesso può dirsi per Napoli e Palermo. Di fronte a un fenomeno cosi vasto, la minaccia di De Lorenzo rischia di perdersi nel vento. Emilio Pucci
Persone citate: De Lorenzo, Franco De Lorenzo, Nicolazzi
Luoghi citati: Bari, Italia, Napoli, Palermo, Roma, Sicilia, Taranto
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