Attorno a Moser, subito polemica

Varata la nazionale di ciclismo, il citi Martini deve già fare da paciere Varata la nazionale di ciclismo, il citi Martini deve già fare da paciere Attorno a Moser, subite polemica Saronni: «La squadra è troppo eterogenea» Il trentino non parteciperà alle ultime due «premondiali», alcuni azzurri protestano di CARLO VALERI VARESE — Alfredo Martini ha varato una Nazionale molto equilibrata, decisamente bene assortita per i prossimi campionati del mondo di ciclismo a Colorado Springs. Al fianco di uomini di provata esperienza come Saronni, Moser e Baronchelli, sono stati inseriti giovani di valore come Calcatemi, Bugno, Pagnin e Colagé. A far da raccordo, talenti di diverso tipo: dalla furia dirompente di Bontempi in un eventuale arrivo in volata, alla potenzialità di Visentini, capace di colpire all'improvviso con stoccate sempre decisive, all'estro di Argentin, specialista dell'ultimo chilometro, alla grande certezza rappresentata da Corti, il quale, quando il traguardo si tinge dei colori dell'iride, sa sempre cavare dal suo cilindro numeri di alta classe. A questi elementi sicuri sono stati aggiunti alcuni sicuri collaboratori, come Masciarelli. Leali e Amadorì. Ora fra questi quattordici si dovranno scegliere i dodici titolari e le due riserve. E' un compito decisamente delicato e per questo Alfredo Martini conta di ufficializzare la sua scelta il più tardi possibile, magari proprio solo alla vigilia della gara, fissata per il 6 di settembre. Prima vuole verificare come i suoi corridori sapranno reagire alle molte incognite legate all'ambiente insolito in cui andranno a muoversi. Si sa per esempio che farà molto caldo ma che là dove è stato ricavato il percorso di gara, a quota 17S0 metri, soffia spesso un forte vento. Quindi bisognerà effettuare parecchi test prima di qualsiasi scelta e prima di decidere i ruoli in squadra. Il più sicuro in un ambiente simile è Francesco Moser, il quale ormai è un esperto di questo tipo di preparazione in quota. Non a caso, all'indomani della Tre Valli Varesine, è corso subito in Marmolada, esattamente sul Lago di Fedaia, a 2000 metri di quota, dove ha scoperto un anello di asfalto ideale per pedalare ad alta quota ai piedi del grande massiccio trentino che è perennemente ammantato di neve. Per non Interrompere questa sua ossigenazione in altura, Moser ha rinunciato anche a partecipare alle ultime due corse italiane prima della partenza per l'America, fissata per il 18 di questo mese. Le due gare sono la ParmaVlgnola, che si corre venerdì, e la Coppa Bernocchi di domenica prossima. Qualche corridore ha brontolato per questa concessione fatta a Moser, mentre qualcun altro ha fatto notare ad Alfredo Martini che mai come quest'anno la Nazionale è circondata da motivi di tensione e addirittura di attrito. Moser è in polemica perenne con Saronni fin dal Giro d'Italia ed è anche in lite con Argentin dopo la Sei Giorni di Bassano, quando il giovane veneto lo accusò di essere il boss di una specie di mafia dei velodromi. Parole grosse che potrebbero pesare nel momento in cui si dovranno scegliere le due riserve tra gli uomini più fidati dell'uno o dell'altro capitano designato, e soprattutto quando vi saranno da distribuire gradi e ruoli. -Motivi di dissidio e di polemica ve ne sono sempre stati attorno alla Nazionale — commenta candidamente Martini —. Forse è vero che quest'anno c'è qualche tensione in più. Io però confido sulla serietà e sulla professionalità che questi corridori hanno sempre dimostrato una volta vestita la maglia azzurra. Sono certo che mi aiuteranno ad appianare ogni ostacolo molto prima della gara. Io attendo soltanto di averli a mia completa disposizione in America, lontano da ogni condizionamento dell'ambiente italiano, e vedrete che sapremo trovare come sempre l'amalgama ideale per essere quello squadrone che possiamo essere grazie alle individualità di cui disponiamo'. Alfredo Martini ha mostrato di fare molto affidamento sulla gara a tappe di cinque giorni che gli azzurri affronteranno dal 20 al 24 di questo mese. Si tratta di una gara breve ma che comprende una serie di semitappe, di kermesses e di prove capaci di sintetizzare grosso modo tutte le difficoltà che i nostri incontreranno nella prova iridata. • Ciclismo: nel Giro di Danimarca, vittoria del danese Jesper Worre che corre per la squadra italiana Santini ed è riuscito a difendere la maglia dall'attacco di Pedersen sul quale aveva un solo secondo di vantaggio in classifica generale. • Sci nautico: si sono conclusi a Omegna i campionati italiani. Fra le donne Katia Daniele si è imposta fra i seniores nelle figure e nella combinata; fra i maschi, successo di Andrea Alessi nelle figure, nel salto e nella combinata. • Massimo Crespi è al comando nelle qualificazioni della prova di salto ai campionati europei di sci nautico a piedi nudi che si svolgono a Thorpe in Inghilterra. In cor¬ tina ciclista di 13 anni batte i maschi CECINA — Dopo la scoperta delle due dodicenni calciatrici che davano dei punti ai coetanei, nel Piacentino, un'altra ragazza è stata protagonista di un evento singolare a Cecina nel campionato toscano di ciclismo, esordienti del primo anno (classe 1973). Ha vinto infatti una tredicenne di Santa Croce sull'Arno (Pisa), Cristiana Mancini, che con una volata di straordinaria potenza ha battuto tutti i coetanei maschi. E' la prima volta che, in una gara ciclistica promiscua, la vittoria assoluta va ad una rappresentante del gentil sesso. Moser si sta allenando da so Polemico Argentin per l'esclusione di Bombini ribaldini': mi può anche andar bene, purché, poi, non venga incolpato, com'è già accaduto, di un eventuale insuccesso. Il Mondiale è una corsa per pochi, diciamo al massimo otto-dieci corridori. Le eccezioni sono rarissime e confermano la regola. Non serve, dunque, inserire gente che non ha esperienza e che i meriti li ha ottenuti soltanto con qualche sprazzo. Un tipo come Bombini perché è stato escluso a favore, immagino, di un Calcaterra? Che cosa ha fatto questo Calcaterra? Io. per entrare la prima volta nella squadra azzurra, feci una grossa fatica, fui costretto anche a vincere due corse. Comunque sarà un Mondiale difficile, con gli americani favoriti: forse più Hamsten, o un altro non controllato, che LeMond. Cerchiamo, almeno, di fare una corsa intelligente. Controllandola, ma senza che chi è incaricato di questo compito si sprema, com'è accaduto, per, poi, mancare nel finale». Argentin e Saronni sono stati recentemente in polemica con Moser. Assicurano, tuttavia, che la cosa sarà dimenticata. E Baronchelli, il quale ha tradito Corti e Moser per passare in campo «nemico», non sarà elemento di discordia? -Baronchelli e Moser hanno un tipo di corsa diverso: non si incroceranno durante la gara» risponde Saronni. Il quale deve smaltire in questa 'Classic Coors» un paio di chili, mentre Argentin si sta rapidamente avvicinando alla corsa. Entrambi, comunque, non vincono dalla primavera e avrebbero bisogno di un successo Intanto la tappa di ieri, la prima, in circuito, è sfuggita agli americani specialisti in questo genere di competizione. Il velocissimo carosello, svoltosi nel quartiere di Fishermann Warf, nella zona del porto, ha attirato oltre 50 nula persone. Su un tracciato di 1400 metri, pericoloso per le curve a gomito e anche per il modo di correre degli americani, si è staccato, alla fine, un quartetto composto dall'irlandese Mac Cormack, dall'olandese Van Teun Vliet e dagli statunitensi Knickniann e Roll. LeMond ha tentato di reagire, ma il vantaggio del quartetto, che si era involato a dieci giri dal termine, ha raggiunto la quarantina di secondi. Nello sprint Mac Cormack ha preceduto Van Vliet, il quale però è il leader della classifica in quanto erano in palio abbuoni di 30, 20 e 10 secondi e l'irlandese, nel cronoprologo, era giunto In ritardo per aver spaccato la catena sul durissimo strappo del muro di Grand. Gli italiani si sono limitati ad evitare i danni restando Intruppati nel plotone che è giunto compatto, battuto da Phinney. In classifica Roll è alle spalle del leader Mac Cormack. b SAN FRANCISCO — «La squadra azzurra può anche andar bene, ma credo sia stato un grosso errore non farle disputare questa corsa. Il campionato del mondo lo vincerà un corridore che è qui, al "Classic Coors"». Saronni è categorico. Beppe non sembra molto interessato alla composizione della squadra. «£' la solita degli ultimi anni — prosegue —, troppo eterogenea. L'ultima vera squadra azzurra, omogenea, affiatata, granitica fu quella di Goodwood: e il risultato si vide. Adesso ci sono corridori che lottano, che si spremono per essere inseriti nella squadra. E poi chi li ritrova? Io dico che bisogna essere in forma il giorno della competizione, non prima. E dico anche che i gregari debbono essere gregari perché sanno fare questo lavoro; gli altri sono abituati a comandare nella loro squadra. Io vinsi in Inghilterra grazie al grosso lavoro di uomini come Chinetti, Amadori, Masciarelli e Ceruti». Affiora la polemica anche nei discorsi di Argentin, il quale, ben più di Saronni ancora indecifrabile dopo il Giro d'Italia, avrà una grossa responsabilità assieme a Corti e a Bontempi. «£' stata composta una squadra di 'ga- lo sulla strade della Marmolada