Insulti e accuse tra I pretendenti al titolo

Sul podio Piquet, Senna e Mansell hanno fatto di tutto per ignorarsi a vicenda Sul podio Piquet, Senna e Mansell hanno fatto di tutto per ignorarsi a vicenda Insulti e accuse tra I prefendenti al titolo Il vincitore: «Senna è un bastardo, mi ha chiuso in maniera scorretta» - Ayrton replica: «E' stata una lotta leale» - Mansell infuriato: «Non stavo in strada» prossima, alla pista di Zeltweg che è una delle mie preferite con le sue curve veloci. Posso vincere ancora...». Mansell è apparso molto irritato. Ha capito di avere commesso un errore di valutazione, ha cercato alla Williams i motivi per cui la sua vettura era meno veloce. «Non avevo aderenza — ha dichiarato — mi sono fermato due volte a cambiare le gomme inutilmente. Dopo pochi giri era come all'inizio, cioè un disastro. Adesso, anche se sono ancora in testa, tutto diventa più difficile». Da Ayrton Senna poche parole: «Ho perso, non per colpa mia, una gara che potevo vincere. Il motore della mia Lotus è meno potente dell'Honda della Williams. Inoltre avevo dovuto montare un propulsore vecchio, in quanto quello nuovo mi aveva dato dei problemi in mattinata. Piquet in rettilineo era molto più veloce. Ha rischiato molto per superarmi, ma credo che sia stata una lotta leale. Io ho solo cercato di difendermi e non penso di averlo ostacolato oltre il consentito. Nel finale ho tentato di recuperare, ma le gomme surriscaldate non mi consentivano di spingere al massimo. Allora ho rinunciato per non compromettere tutto». rare perdevo parecchi secondi. Mansell mi ha bruciato alla partenza. Ma non ho resistito volutamente: era troppo pericoloso al primo giro. L'ho lasciato andare». Nelson non ha voluto rivelare come mai la sua vettura era cosi superiore a quella del compagno di squadra. Ma un tecnico della Williams ha spiegato l'arcano: «Penso che sia stato il solito colpo di astuzia di Piquet. In mattinata era andato piano appositamente, facendo credere a Mansell che la propria monosposto avesse un assetto migliore. Cosi Nigel non ha cambiato nulla e Nelson ha invece spinto a fondo dimostrando che poteva essere più veloce». Il brasiliano ha comunque ammesso che di consigli a Mansell non ne offre più. Poi ha continuato: «Erano previsti anche due cambi di gomme. Ma ho deciso di effettuarne uno solo, in quanto non era necessario sostituire i pneumatici di nuovo. Non ho usato tutta la potenza del motore. E poi su questa pista non era una questione di motore. Il mio avversario più pericoloso resta Mansell, perché ha la mia stessa vettura. Oggi sono molto felice perché ogni vittoria è una gioia. Ma penso già a domenica di ERCOLE COLOMBO BUDAPEST — Sul podio non si sono scambiati una parola e quando hanno stappato le tradizionali bottiglie di champagne, hanno diretto gli spruzzi solo sulla folla, sema nemmeno sfiorarsi con una goccia. Non corre buon sangue fra Piquet, Senna e Mansell, tre pretendenti al titolo mondiale. E, in conferenza stampa, il pilota della Williams non ha risparmiato pesanti critiche, a nostro avviso ingiuste, nei confronti del connazionale. «Senna — ha detto Piquet, senza neppure essere sollecitato — mi ha chiuso due o ti e volte in maniera scorretta. E' un bastardo. Quando l'ho superato, però, sono riuscito a fregarlo. Non si aspettava che uscissi all'esterno. E' stato forse il sorpasso allo stesso tempo più difficile e bello della mia vita». Qualcuno ha paragonato il sorpasso a quelli che faceva Villeneuve. E Piquet ha risposto: «Sono cose che posso fare anch'io, qualche volta...». Poi ha spiegato la corsa: «E' stata difficilissima. Non si poteva uscire dalla traiettorie, c'era sempre il rischio di andare fuori pista. Quando dovevo supe¬ Prost deluso: «Avevo una vettura da primo posto» - Alboreto ha tamponato Warwick BUDAPEST — Giornata nera per la McLaren, discreta per la Ferrari che ha raccolto il quarto posto di Stefan Johansson. In periodi di magra anche un piazzamento è meglio di nulla. Per la scuderia inglese che punta ancora al mondiale con Prost, invece è stata una débàcle. Il francese è stato bloccato dalla rottura della centralina elettronica, mentre Rosberg ha dovuto ritirarsi per la rottura di un ammortizzatore. «Pensare — ha dichiarato Prost — che in teoria dovevo avere una vettura da primo posto. E fin che le cose sono andate . bene, stavo recuperando su Senna e Piquet, dopo aver superato Mansell. Poi sono cominciate le disgrazie. Il motore ha cominciato a perdere colpi. Sono rientrato ai box per cambiare la centralina, ma è stato inutile. Un giro dopo ero fermo*. Il francese si è anche urta- to in un sorpasso con Arnoux. Ma non ha voluto confermare l'accaduto. «Ho preso sotto un cane — ha dichiarato senza sorridere — che era in mezzo alla pista, molto più lento della. McLaren. Lui è morto subito, io ho finito la mia gara poco dopo. Peccato, contavo di accumulare, pugjjr preziosi. Adesso sono costretto ad inseguire ben treawer>sari. Siamo in salita ed anche un po' demoralizzati per molti motivi*. Subito dopo il suo abbandono forzato, Michele Alboreto non ha nascosto un gesto di stizza. Per una volta che la gara si era messa abbastanza bene, è stato tradito da un'imprudenza. In pratica ha tamponato Warwick, che era molto più lento, cercando di superare la Brabham in un punto del circuito dove era praticamente impossibile passare. «E' stato un incidente stupido — ha detto il pilota milanese — non credo che sia da imputare a me o all'inglese. Sono cose che succedono in corsa*. Abbastanza soddisfatto, invece, Stefan Johansson che ha raccolto il terzo risultato utile della stagione dopo Imola e Spa. Lo svedese ha dovuto sottoporsi alle cure del massaggiatore perché aveva il braccio destro dolorante per la fatica. «Purtroppo — ha spiegato — avevo scelto delle gomme che andavano mate. Sono rientrato due volte ai box per cambiarle. Avevo quattro penumatxci di tipo B, alla partenza, e mi mancava l'aderenza. Cosi alla seconda sosta ho chiesto due C sulle ruote interiori e la vettura è diventata guidabile, molto più equilibrata. Nel finale ho dovuto rallentare: le gomme anteriori erano deteriorate. Peccato, perché probabilmente avrei potuto andare a togliere il terzo posto a Mansell che era in difficoltà*. «Adesso — continua lo svedese — andiamo a Zeltweg. Il fatto che siamo andati benino qui non significa nulla. In Austria dovremo trovare un assetto migliore, altrimenti il sovrasterzo che denunciamo quasi sempre ci rallenterà ancora. Poi c 'è ancora il problema del ritardo di risposta del motore. Insomma una giornata positiva, ma non abbiamo fatto molti passi avanti, visto che sono giunto al traguardo staccato di un giro*. Da Marco Piccinini, direttore sportivo della Ferrari, un discorso breve: «Accogliamo con piacere questo risultato, anche se il "piatto" è sempre troppo povero per il nostro appetito. Ma come sa- ■ pete stiamo lavorando anche e soprattutto per il futuro. Non vi posso rivelare nulla, perché altrimenti Enzo Ferrari non avrà più niente da dire quando sarà il momento*. Il bilancio dei colori italiani continua ad essere comunque in rosso, Ferrari a parte. Nessuno dei nostri piloti è riuscito a portare a termine la corsa. e. c.

Luoghi citati: Austria, Budapest, Zeltweg