Piquet doma la furia di Senna

Spettacolare duello nel Gran Premio d'Ungheria di fronte a duecentomila spettatori Spettacolare duello nel Gran Premio d'Ungheria di fronte a duecentomila spettatori Piquet doma la furia di Senna Tutto ok a Budapest, presenti funzionari Urss Prossima tappa, Mosca Per due volte il pilota della Lotus ha «spinto» il connazionale fuori pista per evitare di essere superato - Mansell (terzo) conserva il primato nel mondiale - Prost e Alboreto ritirati - Johansson quarto più incerto lo svolgimento della gara. La Lotus numero 12 è rimasta al comando dal primo all'undicesimo passaggio, poi è andata in testa la Williams n. 6 sino al 35° giro. Quindi è toccato ancora a Senna di condurre la danza sino alla cinquantaseiesima tornata. Il clou dello show si è avuto proprio in questo frangente, quello dell'ultimo sorpasso fra i due. Piquet, dopo essere rientrato ai box per cambiare le gomme è ripartito con uno svantaggio di circa 22 secondi. In quel momento Ayrton ha attaccato per accumulare un buon margine. Ed infatti quando ha dovuto sostituire sua volta i pneumatici, è riuscito a rimanere davanti, con un distacco di 7"6. Piquet ha studiato la situazione, ha portato le gomme alla temperatura giusta ed al Giornata nera per le McLaren COSI* AL TRAGUARDO: . Piquet (Williams) 76 giri pari a km 305,061 in 2h 00'34"508, media 151,804 km/h; 2. Senna (Lotus) a 17"673; 3. Mansell (Williams) a 1 giro; 4. Johansson (Ferrari) a 1 giro; S. Dumfries (Lotus) a 2 giri; 6. Brundle (Tyrrell) a 2 giri; 7. Tambay (Lola) a 2 giri; 8. Streiff (Tyrrell) a 2 giri; 9. AUlot (Ligier) a 3 giri; 10. Palmer (Zakspeed) a 6 giri. GIRO PIÙ' VELOCE: 11 73' di Piquet (Williams) in l'31"001, media 158,794 km/h. RITIRI E CAUSE: 1° giro, Berg (Osella): turbo; 3*, Rothengatter (Zakspeed) ra diatore dell'olio; 6°, De Cesaris (Minardi) motore e Patrese (Brabham) uscita di pista; 8*. Danner (Arrows) sospensione posteriore; 16*, Ghinzani (Osella) sospen sione posteriore; 24°, Prost (McLaren) problema elettri co; 30°, Warwick (Brabham) e Alboreto (Ferrari) collista ne; 31°, Nannini (Minardi) motore; 33°, Fabi (Benetton) frizione; 35°, Rosberg (McLaren) ammortizzatore; 41°, Boutsen (Arrows) inlezione; 45°, Berger (Benetton) cam bio; 47°, Jones (Lola) freni; 49°, Arnoux (Ligier) motore, MONDIALE PILOTI (dopo undici prove): 1. Mansell punti 55; 2. Senna 48; 3. Piquet 47; 4. Prost 44; 5. Ro sberg 19; 6. Laffitte e Arnoux 14; 8. Johansson 10; 9. Berger e Alboreto 6; 11. Brundle 5; 12. Fabi, Dumfries e Patrese 2; 15. Streiff 1. MONDIALE MARCHE: Williams punti 102; 2. McLa ren 63; 3. Lotus 50; 4. Ligier 28; 5. Ferrari 16; 6. Benetton 8; 7. Tyrrell 6; 8. Brabham 2, massimo rendimento, poi ha attaccato. L'unico punto dove si poteva superare con una certa sicurezza era 11 rettilineo di fronte ai box. Ed è proprio in quella zona che Nelson ha tentato 11 sorpasso. Una prima volta, regolarmente, all'interno. Senna lo ha stretto verso destra, Piquet è riuscito a passare la Lotus, ma è giunto lungo in frenata, le ruote si sono quasi bloccate ed hanno lasciato una nuovoletta azzurra, mentre la vettura sbandava e si allargava sulla sinistra. Senna, bravissimo, ha corretto la traiettoria e si è riportato all'interno, ripassando il rivale. Giro succesivo e scena simile. Ma questa volta Piquet ha giocato d'azzardo: si è portato all'esterno (mentre di nuovo Senna lo stringeva verso il prato) ed invece di prendere la scia e rientrare è andato avanti, con la macchina intraversata, in controsterzo, con le ruote ancora fumanti, ma con un controllo spettacoloso che ha lasciato con un palmo di naso il rivale. Senna ha cercato il recupero, ma si è visto chiaramente che dopo avere riawicinato la Williams nelle curve veniva inesorabilmente staccato in rettilineo. Nulla da fare e conclusione anticipata (come vuole il regolamento al termine di due ore di gara) con 76 giri compiuti, uno di meno di quelli previsti. Mansell ha potuto tenere un onorevole terzo posto, precendendo un combattivo Johansson, Dumfries e Brundle. Al box erano già da tempo Patrese, scivolato in una zona sporca della pista, ed Alboreto che era forse talmente sorpreso di trovarsi fra i primi che si è lasciato trascinare un po' troppo dalla foga di superare Warwick, lo ha tamponato e si è ritirato perdendo un'occasione buona. C'è comunque chi sta anche peggio: come De Cesaris e Nannini che non riescono mai a finire una corsa, le Osella in crisi cronica per mancanza di mezzi, le Benetton tradite quasi sempre dall'affidabilità. Insomma questo è un momento nel quale bisogna avere una Williams per sperare di vincere. Piquet ha raggiunto il suo sedicesimo successo. Quello che potrebbe anche portargli il terzo titolo mondiale, per pareggiare i conti con Niki Lauda, Jackie Stewart e Jack Brabham. DAL NOSTRO INVIATO BUDAPEST — Le cose nuove sono sempre le pia belle, le più interessanti. Ma un simile successo nessuno se lo aspettava: 200.000 spettatori paganti per il primo Gran Premio d'Ungheria, un incasso che ha superato i quattro milioni e mezzo di dollari, oltre sei miliardi e mezzo di lire. Un autentico record anche per la Formula 1. Per gli organizzatori, poi, è stato un trionfo. Se si calcola un minimo di 40.000 turisti presenti per diversi giorni (almeno 25 mila erano italiani...) ad un milione di spesa media per persona si giunge ad oltre 40 miliardi di introiti in valuta pregiata. Il capitalismo della Formula 1 ha dato una bella mano sul piano economico al Paese socialista ospitante. In cambio ha avuto un ottimo spettacolo e grande pubblicità. Presenti in tribuna il primo ministro Lazar, e i titolari dell'Industria, Commercio, Trasporti ed Esteri, il circuito si è dimostrato all'altezza della situazione. La pista ha fatto vedere qualche limite per i sorpassi (potrà essere probabilmente modificata, resa più veloce e filante) ma ha consentito un bello show. I commissari sportivi non hanno commesso errori, salvo un lungo tentennamento in occasione dell'uscita di strada di Patrese. L'organizzazione è stata perfetta, in ogni particolare, con una sala stampa che ha funzionato in maniera splen¬ dida. Insomma nulla da invidiare a chi ha molta più esperienza. La passione e l'impegno premiano sempre. L'esperimento, dunque, è riuscito benissimo e gli investimenti fatti hanno reso oltre le aspettative. Era presente anche una delegazione sovietica. Alcuni dirigenti sono arrivati all'autodromo scortati dalla polizia, ma sulla vettura di uno sponsor italiano. Più che alla corsa, forse, hanno badato a fare dei buoni affari. Ma chissà che il successo non li abbia convinti a pensare seriamente a questo Gran Premio di Mosca sul quale sinora si sono fatte solo chiacchiere. I bilanci ufficiali in ogni caso verranno stilati fra qualche giorno. Ma è già sicuro che l'apertura ai Paesi dell'Est europeo ed all'Ungheria in particolare, è stato un ottimo affare, anche per la Formula 1. Si presentano prospettive di mercato che costituiscono un rilancio in un momento che poteva anche essere considerato di crisi, o almeno di stanca, su alcune piazze ormai logore. Un fatto comunque è da sottolineare. A questa F. 1 manca ancora la Ferrari. Se la scuderia di Maranello non figura fra i protagonisti, le corse sono meno saporite e pepate. Non per nulla un gruppo di tifosi del Cavallino hanno appeso ieri davanti ai box un lunghissimo striscione sul quale era scritto: «Vai Ferrari, non morire, troppe cose dobbiamo ancora dire». c. ch.

Luoghi citati: Budapest, Maranello, Marche, Mosca, Ungheria, Urss