Assassinato in Svezia uno dei quattro romeni che uccisero a bastonate l'artigiano di Cuneo

Assassinato in Svezia uno dei quattro romeni ihe u€€Ìsero a bastonate l'artigiano di Cuneo Assassinato in Svezia uno dei quattro romeni ihe u€€Ìsero a bastonate l'artigiano di Cuneo Morta anche la ragazza carrivò nel Cuneese per veCUNEO — La Squadra Mobile della Questura di Cuneo ha indentificalo gli ultimi due spietati assassini dell'artigiano edile cuneese Italo Pagnutti. 52 anni, ucciso a bastonate dopo essere stato legato mani e piedi la notte sul 9 ottobre '84. Poche settimane dopo il crimine erano già stati individuati due del commando omicida venuto da Arad. una cittadina romena, per vendicarsi di un presunto «bidone» di gioielli rubati: Joan Sechel Viorel, 23 anni e Joan Crisan 34 anni. Rintracciati a arrestati in Francia, furono poi estradati in Italia e si trovano ora nel carcere di Cuneo. I funzionari della Mobile dopo lunghe indagini sono riusciti a identificare gli ultimi due del quartetto di killer: Alexandre Vlonga. 37 anni e Joan Ursut, 28 anni, entrambi cittadini romeni. Il giudice istruttore Lina Monge. ricevuto il rapporto, aveva spiccato l'ordine di cattura per omicidio premeditato. I due. ricercati in tutta Eu¬ he era con lui - In prigione l'amico - Facevano parte del comndicarsi di un «bidone» di gioielli - Gli altri due complici eran ciante: il corpo della ragazza è stato scoperto da alcuni bambini i quali mentre giocavano sulla sabbia hanno visto affiorare una mano della vittima. I giornalisti svedesi solo da pochi giorni sono jtati informati che il Vlonga era anche implicato nel delitto di Cuneo. Dei quattro indiziati per il delitto Pagnutti, tre sono quindi assicurati alla giustizia: il procedimento nei confronti del quarto, Alexander Vlonga, sarà invece dichiarato estinto per «morte del reo». Non si sa ancora se la bella Helene faceva anche parte del commando che due anni fa aveva assassinato alla periferìa di Beinette l'artigiano cuneese o se piuttosto il Vlonga l'ha incontrata durante la latitanza portandola con sé a Stoccolma incontro a un tragico destino. Si sa invece che Vlonga e Ursut prima in Austria e poi in Svezia campavano rapinando istituti bancari. A Vienna furono entrambi arrestati per un'auto rubata, condannati a un ropa. si erano però resi irreperibili. Ieri da Stoccolma sono arrivate notizie che rendono ancora più cupa la vicenda di sangue che ha avuto per vittima Italo Pagnutti. Dalla capitale svedese la polizia ha infatti segnalato che Alexandre Vlonga è stato assassinato poche settimane fa con un colpo di pistola calibro 7,65 alla testa e il cadavere è stato poi abbandonato nelle acque del porto. Pochi giorni dopo è stato ritrovato sepolto dalla sabbia di una spiaggia a pochi chilometri da Stoccolma il cadavere di una bella ragazza ventenne amica del Vlonga, Helene Krama, uccisa con la stessa tecnica. Ma le novità non si fermano qui: la polizia svedese è infatti riuscita ad arrestare Joan Ursut il quale è ora sospettato di avere ucciso per un regolamento di conti la coppia fuggiasca. I giornali di Stoccolma hanno dedicato alia truce vicenda della coppia uccisa lunghisshne cronache. Particolare raccapric¬ mando che dalla Romania o già nelle carceri cuneesi anno e rimessi in libertà. In Austria nessuno allora sapeva che i due erano ricercati per l'omicidio di Cuneo. Probabilmente l'uccisione della coppia a opera del complice è frutto di un altro sgarro che Joan Ursut non ha perdonato come è accaduto a Italo Pagnutti. L'artigiano cuneese. attirato in un tranello, si era incontrato la sera del 9 ottobre '84 con i quattro killer venuti dalla Romania. Senza immaginare la condanna a morte decretata dalla banda la vittima era andata allappuntamento in un campo alla periferia di Beinette. Qui era stato aggredito, legato, torturato e poi barbaremente ucciso a bastonate. In bocca gli assassini gli avevano poi messo una moneta da cento lire. Sembrava un delitto di mafia ma la squadra mobile in poche settimane era riuscita a chiarire i retroscena e a identificare due degli assassini. Anche se il particolare è coperto dal segreto istruttorio, è probabile che i nomi degli altri due complici siano stati raccolti durante gli interrogatori dei primi due indiziati. Ora la magistratura cuneese chiederà tramite il ministero della Giustizia l'estradizione di Joan Ursut. L'istruttoria in corso presso il Tribunale e affidata al giudice Lina Monge dovrebbe comunque essere presto completata. I due romeni arrestati per primi pare addossino ai complici l'esecuzione materiale del crimine al quale essi avrebbero solo assistito. Il movente della spietata esecuzione andrebbe invece ricercato nel traffico di gioielli rubati che in quel tempo si svolgeva fra la Romania e l'Italia. Italo Pagnutti. ricevuta una partita, avrebbe infatti trattenuto il provento della vendita sostenendo che i preziosi gli erano sequestrati alla frontiera con la Jugoslavia. La banda romena non aveva però abboccato e il quartetto di killer aveva quindi attraversato mezza Europa per punire senza pietà il bidone. Gianni De Matteis