Nazario Sauro divide Trieste dopo 70 anni di Ernesto Leone

INTERNO INTERNO Nazario Sauro divide Trieste dopo 70 anni Sono vietati in tribunale spacchi sexy e minigonne La commemorazione alle giostre e alle ba TRIESTE — La cerimonia per il settantesimo anniversario della morte di Nazario Sauro, l'ufficiale capodistriano impiccato a Pola dagli austriaci il 10 agosto 1916. è al centro in questi giorni a Trieste di una polemica, che vede contrapposti il comitato per le onoranze all'eroe da un lato e la Pugilistica ente porto dall'altro. La manifestazione, articolata in una Messa di suffragio e nella successiva deposizione di una corona d'alloro ai piedi del monumento eretto davanti alla stazione marittima, si dovrebbe tenere oggi pomeriggio, ma il motivo di controversia è la contemporanea presenza, nei pressi del monumento, dei chioschi e dei baracconi di una sagra patrocinata dall'Ente porto e dall'azienda di soggiorno. «Se le cose non cambiano — ha minacciato il presidente del comitato. Paolo Ponis. che ha inviato nei giorni scorsi un telegramma di protesta alle massime autorità civili e militari cittadine — Za cerimonia non si farà. Sono condizioni die nessuno potrebbe accettare, se non altro per rispetto verso l'eroe-. Il presidente della Pugilistica ente porto. Bruno Vizzacchero. ex segretario di Nino Benvenuti e animatore della sagra, dal canto suo, fa presente che già da anni deIKJsizione della corona e sagra convivono pacificamente e promette anche per questa volta una maggior discrezione al momento della cerimonia. Gli obiettano che gli altri anni la «Festa del mare» si era mantenuta a una distanza maggiore dal monumento. E Vizzachero: -Ci fermeremo come abbiamo sempre fatto, spegneremo le luci, bloccheremo le attrazioni e parteciperemo alla cerimonia. Copriremo l'autoscontro con un telone-. Una parte nella vicenda 1' ha anche l'Ente porto, che ha concesso l'autorizzazione alla sagra e che per alcuni lavori di restauro al lato Nord della o spietato delitto La presa di posizione dell'Ordine forense suggerita dalla vicenda di una giovane legale, che si è presentata in aula con un vestito giudicato osé - C'è l'imito alla giacca e cravatta anche per gli uomini sarà tenuta accanto ncarelle del pesce? stazione marittima ha forse costretto autoscontri e bancarelle ad avvicinarsi al monumento. Questa mattina, comunque, è previsto un sopralluogo dei promotori della cerimonia con i responsabili dell' Ente porto e il comandante del presidio. -Spero si trovi un'equilibrata via di compromesso — ha detto il sindaco dimissionario di Trieste. Arduino Agnelli —. Io, del resto, intendo essere personalmente presente alla cerimonia con il gonfalone della città. "Paron" Nazario, d'altro canto, era molto alla mano, un vero uomo di popolo, e tutto sommato forse non avrebbe neancìie disprezzato un po'di odore di sardella-. PIACENZA — Sono in molti a Piacenza ad attendere il ritorno delle avvocatesse dalle vacanze agostane. Sono curiosi di vederle alla ripresa dell'attività a Palazzo di Giustizia. Come si presenteranno? Con abiti austeri, oppure il fatto di essere ritemprate e abbronzate le indurrà a un look meno compassato e in qualche modo più audace? La ragione di questa singolare attesa deve ricercarsi in una lettera che il locale Ordine forense ha rivolto agli avvocati nelle settimane scorse, quando il caldo già imperversava, ma nello storico palazzo Landi, sede delle attività giudiziarie, non si era ancora arrivati alla pausa di mezz'estate. Palio di Oria, quattrocento figuranti L'Ordine ha in sostanza invitato i propri aderenti a non indulgere nel dilagante uso di abbigliamenti disinvolti e quindi di rispettare, anche nel vestire, il decoro della professione e dell'ambiente che la professione stessa obbliga a frequentare. L'esortazione, che è stata esposta nella sede dell'Ordine, non faceva alcun riferimento esplicito alle donne, anzi parlava soltanto di giacca e cravatta come se gli interessati alla presa di posizione fossero unicamente gli uomini, sia avvocati sia altri «operatori del diritto» o più semplici frequent itori del tribunale. L'impressione generale è stata però subito quella che l'invito fosse rivolto soprattutto al gentil sesso perché si attenga ad abbigliamenti più adeguati. Le chiacchiere partite in sordina si sono ingigantite con il passare dei giorni, fino a raggiungere aspetti di psicosi collettiva proprio in questi giorni che dovrebbero essere di letargo. A Piacenza, come altrove, la rappresentanza femminile nella professione forense si è fatta molto numerosa. La schiera delle donne appare folta soprattutto nelle ultime leve e si dice che proprio il modo di vestire di qualche giovane abbia provocato l'esortazione di chi è chiamato a tutelare il buon nome della categoria. Più che di affermazioni, però, si tratta di susurri. Qualcuno parla di una camicetta dalla scollatura troppo generosa, evidenziatasi nel momento in cui l'interessata si è chinata sulla scrivania di un giudice per illustrare il passo di una memoria scritta in una causa civile. Qualcun altro racconta di certi calzoni a maglia troppo «fascianti» sotto camicioni riusciti un po' troppo corti. Gli aneddoti si sprecano, ma sulla loro autenticità nessuno sembra disposto a giurare. Le donne-avvocato, dunque, hanno perso il senso della misura in fatto di abiti? Quanto meno non si dovrebbe generalizzare. Inoltre sembra che il richiamo sia stato rivolto davvero anche agli uomini. Il presidente dell'Ordine degli avvocati. Piero Cappellini, rileva che il diktat ha avuto lo scopo di richiamare alla serietà anche formale tutti i colleghi. Come dire che non ci sono soltanto scollature mozzafiato e minigonne da censura, ma anche sandali e magliette indossati da uomini: vere e proprie «tenute da spiaggia» non certo da aula di tribunale. Del resto le avvocatesse non si sentono particolarmente colpite dal richiamo che è peraltro condiviso dalla maggioranza di esse. Gianna Giuliano, penalista e protagonista di Unportanti processi, rileva che forse più delle donne sono gli uomini a doversi mettere in regola. Daniela Braghieri. avvocato civile ed esperta tennista, osserva che perfino sui campi da tennis ci sono cartelli che impongono ai giocatori di vestirsi in un determinato modo, per cui non vede come una certa regola non debba valere per il tribunale. In un modo o nell'altro il dibattito sembra fatto apposta per riportare in auge la toga e rinfocolare il desiderio che venga ripristinato in modo più rigoroso e generalizzato l'uso del mantello nero. La toga — si rileva — copre gli abiti civili, brutti o belli che siano, conferendo a ciascun avvocato un aspetto conveniente. Attualmente, in fatto di uso della toga, a Piacenza avviene più o meno quello che succede anche nelle altre città. C'è chi indossa mantelli di pregio per tessuto e taglio, e chi non presta molta attenzione alla cosa e non disdegna di mettersi sulle spalle toghe consunte e polverose, usate un po' da tutti, tanto che non si sa più a chi veramente appartengano. Ernesto Leone

Persone citate: Arduino Agnelli, Bruno Vizzacchero, Daniela Braghieri, Gianna Giuliano, Landi, Nazario Sauro, Nino Benvenuti, Paolo Ponis, Piero Cappellini

Luoghi citati: Oria, Piacenza, Pola, Trieste